Lo pensavo anche io ed in parte è sicuramente vero ma ho sentito una lettura più ampia sul problema che mi ha fatto riflettere.
dal minuto 49 ( anche se sarebbe più utile sentire da 40 in poi)
Cosa dice in sostanza, che aumentando la qualità della vità cambiano ed aumentano anche le necessità, i bisogni e si è più individualisti. Oggi non si accetta più di fare la vita che facevano i nostri genitori o nonni, si vuole di più. Si vuole uscire a mangiare, internet, videogiocare, viaggiare, vacanze, netflix, fare palestra, discoteca, pub, più tempo libero ecc....
Aggiungo io che ci sono anche tanti nuovi lavori e anche a parità di stipendio è più probabile che non si sia più disposti a fare una lavoro che ti spacca la schiena o che ti occupa 6 giorni a settimana o che ti fa fare orari strani o ti fa lavorare di più quando gli altri hanno le feste ecc.. se puoi fare altro.
Non a caso è dei tempi recenti l'idea dei 4 giorni lavorativi a settimana a parità di stipendio e chi avendo la fortuna di poter fare una cosa del genere tornerebbe poi indietro ai 5 o 6 giorni lavorativi? ma se certi lavori lo richiedono cmq poi come si fa? lo fa chi non ambisce ai medesimi standard di vita ossia i migranti.
Aggiungo poi come siano cambiati i tempi passando da una media di gente che a 20 anni era fuori di casa spostato con figli ad oggi che il tutto viene generalmente spostato di 10/20 anni. é un discorso molto ampio che si lega anche alla natalità sempre più in decrescita.
Nel video giorgio arfaras lo vede come un problema culturale e non mi sembra poi tanto lontano dalla realtà.