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per fortuna la notizia l'hanno riportata in tanti. :trollface:
Scusa, non ho ben capito cosa ti ha fatto sbellicare e non vorrei travisare. :asd:
 
Che questi in 30 anni non hanno ancora capito nulla, evidentemente i precedenti (tipo i pannelli) se li sono dimenticati e poi piangeranno la solita lagna contro la Cina.
Scusa la riesumazione, ma puoi spiegare meglio?
 
Scusa la riesumazione, ma puoi spiegare meglio?
Che mettere dazi di quel tipo non serve a nulla se non creare tensioni inutili, dato che poi quegli stessi prodotti troveranno una via per entrare sul mercato e farsi strada. Stessa cosa accadrà con le automobili.
 
Che mettere dazi di quel tipo non serve a nulla se non creare tensioni inutili, dato che poi quegli stessi prodotti troveranno una via per entrare sul mercato e farsi strada. Stessa cosa accadrà con le automobili.
Ah ok, come pensavo. Mi stavo anche aggiornando su quanto accaduto con i pannelli fotovoltaici tra USA e Cina, cioè quello che stai dicendo, dato che mi mancava. Allora anche per te Borghi (e probabilmente anche Bagnai a giudicare da un retweet del primo) la sta sparando grossa ancora una volta? La parte sugli americani che vorranno più prodotti italiani poi sembra imbarazzante.

 


per fortuna la notizia l'hanno riportata in tanti.
:trollface:
Come dicono alcuni, deve esserci un problema culturale per sottoscrivere una petizione e poi iniziare una raccolta fondi a favore di questo eroe . :sisi:
 
Ah ok, come pensavo. Mi stavo anche aggiornando su quanto accaduto con i pannelli fotovoltaici tra USA e Cina, cioè quello che stai dicendo, dato che mi mancava. Allora anche per te Borghi (e probabilmente anche Bagnai a giudicare da un retweet del primo) la sta sparando grossa ancora una volta? La parte sugli americani che vorranno più prodotti italiani poi sembra imbarazzante.


Quei beni di qualità che saranno fuori dalla portata dei bravi lavoratori americani grazie ai dazi, same old same old. I dazi sono il classico giochino del libero mercato a targhe alterne.
 
Quei beni di qualità che saranno fuori dalla portata dei bravi lavoratori americani grazie ai dazi, same old same old. I dazi sono il classico giochino del libero mercato a targhe alterne.
Ci sarebbe da dire che, se da una parte è vero che l'argomento di Borghi puzza di trickle down da qui a Chicago, è vero anche che i piangina "I dazi!" mettono in luce le debolezze del modello mercantilista e dell'euro che, proprio lamentandosi dei dazi, sostengono -anche se non so quanto consapevolmente -.
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Soprattutto quelle sopra il nord stream.
 
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Ci sarebbe da dire che, se da una parte è vero che l'argomento di Borghi puzza di trickle down da qui a Chicago, è vero anche che i piangina "I dazi!" mettono in luce le debolezze del modello mercantilista e dell'euro che, proprio lamentandosi dei dazi, sostengono -anche se non so quanto consapevolmente -.
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Soprattutto quelle sopra il nord stream.
Intendi che chi si lamenta dei futuri dazi, inclusi molti governi europei, lo fa anche in funzione di una probabile svalutazione dell'Euro? Perchè altrimenti non ti seguo proprio :dsax:
 
Intendi che chi si lamenta dei futuri dazi, inclusi molti governi europei, lo fa anche in funzione di una probabile svalutazione dell'Euro? Perchè altrimenti non ti seguo proprio :dsax:
Chi si lamenta dei futuri, eventuali dazi, lo fa perché non venderà più i propri prodotti negli USA-o, più probabilmente, ne venderà di meno.
Questo è un problema per due motivi:
1. Perché, evidentemente, vendi di meno;
2. Perché non puoi vendere quei prodotti ad altri a causa delle politiche di bassi salari -ne parlava proprio il Drago nel suo report alla VDL, quindi ormai il fatto che in UE si sia fatta deflazione dovrebbe essere accettato anche dagli euristi più sfegatati- .
Qui si inserisce l'euro: questo ha consentito ai beni di alcuni paesi -fra cui la Germania- di costare moto meno rispetto a quanto avrebbero dovuto costare con una valuta nazionale tipo DM e ha consentito, come detto, politiche di deflazione salariale con un doppio sconto sul costo dei prodotti. L'euro è in pratica il mezzo con cui il fine è stato ottenuto.
Senza tirare troppo per le lunghe, chi si lamenta "I dazi", in pratica, sta dicendo -anche se, ripeto, non so quanto consapevolmente- "ora non possiamo vendere le nostre robe né all'estero né internamente".
Non solo. Chi si lamenta dei dazi mette anche in luce l'importanza della domanda interna e delle valute libere di fluttuare -non so se hai notato l'ennesima alternanza di targhe: il mercato deve essere libero ma solo quando dico io e, quindi, non per le valute-. E parlare di domanda interna conduce ai salari e, infine, all'euro che i salari li tiene bassi.

Spero di essere stato più chiaro.
 
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Chi si lamenta dei futuri, eventuali dazi, lo fa perché non venderà più i propri prodotti negli -o, più probabilmente, ne venderà di meno.
Questo è un problema per due motivi:
1. Perché, evidentemente, vendi di meno;
2. Perché non puoi vendere quei prodotti ad altri a causa delle politiche di bassi salari -ne parlava proprio il Drago nel suo report alla VDL, quindi ormai il fatto che in UE si sia fatta deflazione dovrebbe essere accettato anche dagli euristi più sfegatati- .
Qui si inserisce l'euro: questo ha consentito ai beni di alcuni paesi -fra cui la Germania- di costare moto meno rispetto a quanto avrebbero dovuto costare con una valuta nazionale tipo DM e ha consentito, come detto, politiche di deflazione salariale con un doppio sconto sul costo dei prodotti. L'euro è in pratica il mezzo con cui il fine è stato ottenuto.
Senza tirare troppo per le lunghe, chi si lamenta "I dazi", in pratica, sta dicendo -anche se, ripeto, non so quanto consapevolmente- "ora non possiamo vendere le nostre robe né all'estero né internamente".
Non solo. Chi si lamenta dei dazi mette anche in luce l'importanza della domanda interna e delle valute libere di fluttuare -non so se hai notato l'ennesima alternanza di targhe: il mercato deve essere libero ma solo quando dico io e, quindi, non per le valute-. E parlare di domanda interna conduce ai salari e, infine, all'euro che i salari li tiene bassi.

Spero di essere stato più chiaro.
Sì sì questo ok, io stavo cercando un parallelo con la questione cinese ed ecco perché mi sono perso nel ragionamento :asd:
Tra l'altro, è esattamente quello che "l'Europa" ha fatto: lamentarsi dei dazi imposti dalla precedente Presidenza Trump ma, allo stesso tempo, imporli sulla Cina.
 
Ah ok, come pensavo. Mi stavo anche aggiornando su quanto accaduto con i pannelli fotovoltaici tra USA e Cina, cioè quello che stai dicendo, dato che mi mancava. Allora anche per te Borghi (e probabilmente anche Bagnai a giudicare da un retweet del primo) la sta sparando grossa ancora una volta? La parte sugli americani che vorranno più prodotti italiani poi sembra imbarazzante.


"Verranno in vacanza da noi" :asd: . Verrebbe da chiedersi se Borghi é davvero un drago come si diceva sul forum :morris2:
 
Quei beni di qualità che saranno fuori dalla portata dei bravi lavoratori americani grazie ai dazi, same old same old. I dazi sono il classico giochino del libero mercato a targhe alterne.
Domanda scema: ma se noi (o chiunque altro) mettessimo i dazi alla Cina, considerando che il 90% della nostra roba è made in China, ci colpiremmo tafazzianamente? O i dazi riguarderebbero solo le aziende nate e cresciute in Cina (tipo Huawei)?
 
Domanda scema: ma se noi (o chiunque altro) mettessimo i dazi alla Cina, considerando che il 90% della nostra roba è made in China, ci colpiremmo tafazzianamente? O i dazi riguarderebbero solo le aziende nate e cresciute in Cina (tipo Huawei)?
I dazi riguardano i beni in ingresso, però molto raramente sono una misura tout court e omogenea. Solitamente si concentrano su una determinata categoria (per esempio Trump mise dei dazi verso l'Italia su automotive e il formaggio mi pare) e con diverse percentuali di imposta.
Quindi misure sul generico made in China non esistono, ma vengono scelte determinate filiere strategiche da colpire.
Poi l'UE mise delle più ampie misure anti-dumping nei confronti di prodotti cinesi, perché l'obiettivo era proprio non farli entrare in commercio.
 
I dazi riguardano i beni in ingresso, però molto raramente sono una misura tout court e omogenea. Solitamente si concentrano su una determinata categoria (per esempio Trump mise dei dazi verso l'Italia su automotive e il formaggio mi pare) e con diverse percentuali di imposta.
Quindi misure sul generico made in China non esistono, ma vengono scelte determinate filiere strategiche da colpire.
Poi l'UE mise delle più ampie misure anti-dumping nei confronti di prodotti cinesi, perché l'obiettivo era proprio non farli entrare in commercio.
Capito. Quando parli di "prodotti cinesi" però non si fa riferimento a prodotti fatti da aziende che hanno delocalizzato la manodopera in Cina, giusto? Esempio: vogliamo colpire la filiera della telefonia mobile, "colpendo" , quindi, prodotti di Huawei. Ma altre aziende non cinesi che fanno telefoni anche solo in parte assemblati o i cui singoli componenti sono creati in Cina, verrebbero colpite comunque dai dazi? Spero di essermi spiegato.
Altra domanda: ma io privato cittadino verrei influenzato dai dazi se, per esempio, comprassi un cellulare Huawei facendomelo spedire dalla Francia? Immagino di no, perché i dazi dovrebbero colpire la distribuzione in larga scala sul territorio nazionale (quindi, per intenderci, costerebbe di più far arrivare i telefoni Huawei da euronics, MediaWorld, ecc). Però così facendo chiunque avesse voglia non potrebbe aggirare l'aumento della spesa per il cellulare comprandoselo (e facendoselo spedire da) in un stato in cui i dazi verso i prodotti cinesi non ci sono?

Scusa per tutte ste domande 🥲
 
Capito. Quando parli di "prodotti cinesi" però non si fa riferimento a prodotti fatti da aziende che hanno delocalizzato la manodopera in Cina, giusto? Esempio: vogliamo colpire la filiera della telefonia mobile, "colpendo" , quindi, prodotti di Huawei. Ma altre aziende non cinesi che fanno telefoni anche solo in parte assemblati o i cui singoli componenti sono creati in Cina, verrebbero colpite comunque dai dazi? Spero di essermi spiegato.
Altra domanda: ma io privato cittadino verrei influenzato dai dazi se, per esempio, comprassi un cellulare Huawei facendomelo spedire dalla Francia? Immagino di no, perché i dazi dovrebbero colpire la distribuzione in larga scala sul territorio nazionale (quindi, per intenderci, costerebbe di più far arrivare i telefoni Huawei da euronics, MediaWorld, ecc). Però così facendo chiunque avesse voglia non potrebbe aggirare l'aumento della spesa per il cellulare comprandoselo (e facendoselo spedire da) in un stato in cui i dazi verso i prodotti cinesi non ci sono?

Scusa per tutte ste domande 🥲
Ovviamente no, riguarda il made in China by China si potrebbe dire :asd:
Proprio Huawei fu uno dei primi a subire misure anti-dumping sui telefoni, che arrivarono infatti molto dopo (notare quanto son serviti i dazi per impedirgli di guadagnare quote di mercato). Per quanto riguarda la tua seconda domanda, la Francia applicherebbe dazi sul prodotto tanto quanto l'Italia quindi il prezzo francese avrebbe comunque l'aggravio. Poi magari lo pagheresti ancora di più tra spese di spedizione, assicurazione e il resto :asd:
Le misure le ha sempre imposte l'UE, non l'Italia o la Francia.
 
Ovviamente no, riguarda il made in China by China si potrebbe dire :asd:
Proprio Huawei fu uno dei primi a subire misure anti-dumping sui telefoni, che arrivarono infatti molto dopo (notare quanto son serviti i dazi per impedirgli di guadagnare quote di mercato). Per quanto riguarda la tua seconda domanda, la Francia applicherebbe dazi sul prodotto tanto quanto l'Italia quindi il prezzo francese avrebbe comunque l'aggravio. Poi magari lo pagheresti ancora di più tra spese di spedizione, assicurazione e il resto :asd:
Le misure le ha sempre imposte l'UE, non l'Italia o la Francia.
Sì giusto, esempio non calzante, mi riferivo al prendere da un Paese terzo (tipo regno unito), ma in quel caso comunque ci sarebbe la dogana. Grazie mille!
 
Chi si lamenta dei futuri, eventuali dazi, lo fa perché non venderà più i propri prodotti negli USA-o, più probabilmente, ne venderà di meno.
Questo è un problema per due motivi:
1. Perché, evidentemente, vendi di meno;
2. Perché non puoi vendere quei prodotti ad altri a causa delle politiche di bassi salari -ne parlava proprio il Drago nel suo report alla VDL, quindi ormai il fatto che in UE si sia fatta deflazione dovrebbe essere accettato anche dagli euristi più sfegatati- .
Qui si inserisce l'euro: questo ha consentito ai beni di alcuni paesi -fra cui la Germania- di costare moto meno rispetto a quanto avrebbero dovuto costare con una valuta nazionale tipo DM e ha consentito, come detto, politiche di deflazione salariale con un doppio sconto sul costo dei prodotti. L'euro è in pratica il mezzo con cui il fine è stato ottenuto.
Senza tirare troppo per le lunghe, chi si lamenta "I dazi", in pratica, sta dicendo -anche se, ripeto, non so quanto consapevolmente- "ora non possiamo vendere le nostre robe né all'estero né internamente".
Non solo. Chi si lamenta dei dazi mette anche in luce l'importanza della domanda interna e delle valute libere di fluttuare -non so se hai notato l'ennesima alternanza di targhe: il mercato deve essere libero ma solo quando dico io e, quindi, non per le valute-. E parlare di domanda interna conduce ai salari e, infine, all'euro che i salari li tiene bassi.

Spero di essere stato più chiaro.
Per cosa sta DM?
Alla fine del post dici che l'euro tiene bassi i salari perché impedisce di avere valute nazionali in grado di fluttuare? O sto sbagliando/dicendola solo in parte?
 
DM è il simbolo del quasi defunto marco tedesco o Deutsche Mark.
La seconda parte del post non è sbagliata. La regola, detta semplice, sarebbe "se non svaluti la moneta, svaluti i salari" solo che, ovviamente, è più complesso di così.
 
DM è il simbolo del quasi defunto marco tedesco o Deutsche Mark.
La seconda parte del post non è sbagliata. La regola, detta semplice, sarebbe "se non svaluti la moneta, svaluti i salari" solo che, ovviamente, è più complesso di così.
Ok, grazie. E sempre per capire: in caso di svalutazione della moneta nazionale non si dovrebbe tener conto anche della diminuzione del potere d'acquisto sulle merci estere per i lavoratori (poniamo) italiani?
 
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