Ufficiale Topic Universitario

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Salve ragazzi, questa è una domanda principalmente rivolta agli studenti di economia, i quali spero abbiano un po' di pazienza con me.
Tra due settimane mi laureo in Economia e commercio (L33) e ho parecchi dubbi sulla magistrale da scegliere.
Sono indeciso  tra la LM-56 (scienze dell' economia), marketing e finanza. Immagino che una laurea in finanza dia parecchie opportunità lavorative ma io sono più avvezzo al marketing e alle scienze economiche, sulle quali tuttavia ho molti dubbi in merito alle reali opportunità.
Infatti, (fermo restando che dipende anche dalle mie capacità) vorrei capire quanto sono realmente utili e formative le magistrali in marketing e in scienze economiche per l'inserimento nel mondo del lavoro.
Se può essere utile, questi sono i corsi che sto valutando (non sceglierò nessuna privata o le pubbliche di Milano perchè il costo sarebbe troppo elevato).
Marketing e comunicazione d' impresa (Verona)
Marketing e ricerche di mercato (Pisa)
Economia dei settori produttivi e mercati internazionali (Trieste)
ECONOMIA E GESTIONE DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI (Siena)
Economia e finanza (Venezia)

E poi ci sarebbe questo corso atipico che mi incuriosisce dell'uni di Pisa, inerente la logistica.
Management e controllo dei processi logistici (Pisa)

 
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Da ieri ho finalmente terminato la mia carriera da studente! E tra due settimane si ritorna a lavorare ma finalmente non da studente sottopagato  :darthgary:

 
Ciao ragazzi, se potete mi aiutate a compilare questo questionario per una ricerca accademica?

Possono farlo tutti : https://forms.gle/Ebp7Tp9pnGuE4cJn9 (se potete condividetelo con amici etc. ) Grazie

Chiedo gentilmente ai moderatori ed admin se possono lasciarlo per un paio di giorni.

Grazie.

 
Buonasera a tutti.

Sto cercando di formare due gruppi di studio:

 - uno per il conseguimento dei certificati IIBA;

 - uno per il conseguimento di una certificazione di Project Management, nello specifico del Praxis Framework.

Qualora foste interessati vi prego di contattarmi qui o attraverso PM.

Probabilmente farò un gruppo telegram ma solo nel momento in cui ci fosse anche solo un'altra persona oltre me :asd:  

 
Ok mi sono iscritto anch'io. Ho fatto questa scelta folle perché volevo provare l'esperienza dell'universitario nonostante sia libero professionista. 

E comunque ho scelto la facoltà del mio settore lavorativo quindi spero sia tutto più facile 

 
Ultima modifica da un moderatore:
Ok mi sono iscritto anch'io. Ho fatto questa scelta folle perché volevo provare l'esperienza dell'universitario nonostante sia libero professionista. 

E comunque ho scelto la facoltà del mio settore lavorativo quindi spero sia tutto più facile 
Wow auguri.  Io non lo farei neanche se pagato, sia per una questione di sanità mentale che di tempo libero 

 
Wow auguri.  Io non lo farei neanche se pagato, sia per una questione di sanità mentale che di tempo libero 
Vedendo le tasse universitarie da pagare mi è sceso il morale infatti :asd:

Vabbè male che va se vedo che inficia il lavoro, faccio un anno e lascio 

 
Spunto di riflessione per chi avesse dilemmi su come "specializzarsi" e cosa effettivamente viene valorizzato nel mondo lavorativo...




 
51 minuti fa, Joe_Black ha scritto:

Spunto di riflessione per chi avesse dilemmi su come "specializzarsi" e cosa effettivamente viene valorizzato nel mondo lavorativo...


Bello! Ma cosa sarebbe data club? 

 
Tesi di dottorato consegnata. È FINITA
Che ne sai, magari i revisori esterni ti piallano :asd:

Anche dai tuoi post "di là", pare che il dottorato non ti sia piaciuto particolarmente, o sbaglio? 

Comunque anche io sono in dirittura d'arrivo :3

 
Ultima modifica da un moderatore:
Che ne sai, magari i revisori esterni ti piallano :asd:

Anche dai tuoi post "di là", pare che il dottorato non ti sia piaciuto particolarmente, o sbaglio? 

Comunque anche io sono in dirittura d'arrivo :3
Il tema specifico della mia tesi alla fine non mi ha entusiasmato, ma faceva parte di un compromesso che scelsi di fare per motivi personali ad inizio dottorato per rimanere a Genova.

La ricerca in generale non mi dispiace (e fare didattica mi piace), ma alcune cose mi hanno fatto decidere di passare al mondo aziendale, almeno per ora. Nello specifico:

  • La ricerca non è sicuramente il paradiso che alcuni pensano. Viene prima la pubblicazione della ricerca; se devo lavorare in un modo che non mi piace, allora vado a farlo dove mi pagano meglio, visto che i ricercatori sono sottopagati.
  • L'asticella è alta e diversa. Da studente ero brillante, da dottorando mediocre. Forse se fossi stato più bravo mi sarei potuto permettere di lavorare in modo meno dipendente dal sistema discutibile basato sulle pubblicazioni. O forse è solo sindrome dell'impostore, boh.
  • La norma è diventata, dopo il dottorato, fare qualche anno all'estero e FORSE tornare ed ottenere una buona posizione. Tralasciando la politica (trovo una cosa del genere demenziale dal punto di vista del paese), non rientra nei miei piani di vita.
</rant>

Buona fortuna con la tua tesi, daje.

 
Il tema specifico della mia tesi alla fine non mi ha entusiasmato, ma faceva parte di un compromesso che scelsi di fare per motivi personali ad inizio dottorato per rimanere a Genova.

La ricerca in generale non mi dispiace (e fare didattica mi piace), ma alcune cose mi hanno fatto decidere di passare al mondo aziendale, almeno per ora. Nello specifico:

  • La ricerca non è sicuramente il paradiso che alcuni pensano. Viene prima la pubblicazione della ricerca; se devo lavorare in un modo che non mi piace, allora vado a farlo dove mi pagano meglio, visto che i ricercatori sono sottopagati.
  • L'asticella è alta e diversa. Da studente ero brillante, da dottorando mediocre. Forse se fossi stato più bravo mi sarei potuto permettere di lavorare in modo meno dipendente dal sistema discutibile basato sulle pubblicazioni. O forse è solo sindrome dell'impostore, boh.
  • La norma è diventata, dopo il dottorato, fare qualche anno all'estero e FORSE tornare ed ottenere una buona posizione. Tralasciando la politica (trovo una cosa del genere demenziale dal punto di vista del paese), non rientra nei miei piani di vita.
</rant>

Buona fortuna con la tua tesi, daje.
Non hai proprio intenzione di fare 2-3 anni all’estero? 

 
Il tema specifico della mia tesi alla fine non mi ha entusiasmato, ma faceva parte di un compromesso che scelsi di fare per motivi personali ad inizio dottorato per rimanere a Genova.

La ricerca in generale non mi dispiace (e fare didattica mi piace), ma alcune cose mi hanno fatto decidere di passare al mondo aziendale, almeno per ora. Nello specifico:

  • La ricerca non è sicuramente il paradiso che alcuni pensano. Viene prima la pubblicazione della ricerca; se devo lavorare in un modo che non mi piace, allora vado a farlo dove mi pagano meglio, visto che i ricercatori sono sottopagati.
  • L'asticella è alta e diversa. Da studente ero brillante, da dottorando mediocre. Forse se fossi stato più bravo mi sarei potuto permettere di lavorare in modo meno dipendente dal sistema discutibile basato sulle pubblicazioni. O forse è solo sindrome dell'impostore, boh.
  • La norma è diventata, dopo il dottorato, fare qualche anno all'estero e FORSE tornare ed ottenere una buona posizione. Tralasciando la politica (trovo una cosa del genere demenziale dal punto di vista del paese), non rientra nei miei piani di vita.
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Buona fortuna con la tua tesi, daje.
Capisco. Se ti può consolare, condivido totalmente le tue perplessità sul mondo accademico, e pure io sono attualmente in "leggera" cerca di strade alternative. Ma questo è anche dovuto al semplice fatto che mi sono stufato di stare a Modena, che è sì una città "vivibilissima" ed estremamente "comoda" (hai praticamente tutto alla portata di mano, e vivendo con i tuoi non devi manco preoccuparti delle spese per vitto e alloggio); ma che, dal punto di vista degli stimoli, non ha più niente da offrire a me. La cerchia delle persone che conosco/con cui interagisco è sempre la stessa, ed è praticamente "immodificabile".

Sono stato 6 mesi negli USA nel mio terzo anno di PhD e ho amato dovermi relazionare con un mondo totalmente diverso.

...ma sto divagando :asd:  

Comunque sì, il punto è che il motto "publish-or-perish" non mi va particolarmente a genio; se questo fosse accoppiato a "benefits" (a breve o a lungo termine) adeguati allora non ci sarebbero problemi; ma se devo farlo per tutta la vita alle condizioni che tu ben sai, allora no grazie.

 
Non hai proprio intenzione di fare 2-3 anni all’estero? 
In questo momento della mia vita, no. Per cosa poi? Avere, FORSE, la possibilità di tornare, comunque sottopagato e parte di un modo di fare ricerca che non condivido? No grazie.

C'è anche da dire che conduco una vita un po' particolare, sono strettamente legato al mio paesino in campagna in cui passo molto tempo (negli ultimi anni più che a Genova), e mi piace così.

Capisco. Se ti può consolare, condivido totalmente le tue perplessità sul mondo accademico, e pure io sono attualmente in "leggera" cerca di strade alternative. Ma questo è anche dovuto al semplice fatto che mi sono stufato di stare a Modena, che è sì una città "vivibilissima" ed estremamente "comoda" (hai praticamente tutto alla portata di mano, e vivendo con i tuoi non devi manco preoccuparti delle spese per vitto e alloggio); ma che, dal punto di vista degli stimoli, non ha più niente da offrire a me. La cerchia delle persone che conosco/con cui interagisco è sempre la stessa, ed è praticamente "immodificabile".

Sono stato 6 mesi negli USA nel mio terzo anno di PhD e ho amato dovermi relazionare con un mondo totalmente diverso.

...ma sto divagando :asd:  

Comunque sì, il punto è che il motto "publish-or-perish" non mi va particolarmente a genio; se questo fosse accoppiato a "benefits" (a breve o a lungo termine) adeguati allora non ci sarebbero problemi; ma se devo farlo per tutta la vita alle condizioni che tu ben sai, allora no grazie.
Sullo stile di vita per carità, ognuno ha il suo. Sulla ricerca direi che ci siamo capiti. Peccato, idealmente è un lavoro fantastico.

(poi oh, questo mestiere ha anche i suoi vantaggi, non voglio che chi legge la intenda come "la ricerca è una merda")

 
In questo momento della mia vita, no. Per cosa poi? Avere, FORSE, la possibilità di tornare, comunque sottopagato e parte di un modo di fare ricerca che non condivido? No grazie.

C'è anche da dire che conduco una vita un po' particolare, sono strettamente legato al mio paesino in campagna in cui passo molto tempo (negli ultimi anni più che a Genova), e mi piace così.

Sullo stile di vita per carità, ognuno ha il suo. Sulla ricerca direi che ci siamo capiti. Peccato, idealmente è un lavoro fantastico.

(poi oh, questo mestiere ha anche i suoi vantaggi, non voglio che chi legge la intenda come "la ricerca è una merda")
É bello ma sottopagato? 

Comunque se ti trovi bene li meglio così. Io vedo come vanno i prossimi anni della mia vita. Se vedo che non riesco ad avere nuovi stimoli me ne vado. Anche se conto di cambiare almeno una volta il posto di lavoro. Che poi non sarebbe quella l’unica motivazione. 

 
Capisco. Se ti può consolare, condivido totalmente le tue perplessità sul mondo accademico, e pure io sono attualmente in "leggera" cerca di strade alternative. Ma questo è anche dovuto al semplice fatto che mi sono stufato di stare a Modena, che è sì una città "vivibilissima" ed estremamente "comoda" (hai praticamente tutto alla portata di mano, e vivendo con i tuoi non devi manco preoccuparti delle spese per vitto e alloggio); ma che, dal punto di vista degli stimoli, non ha più niente da offrire a me. La cerchia delle persone che conosco/con cui interagisco è sempre la stessa, ed è praticamente "immodificabile".

Sono stato 6 mesi negli USA nel mio terzo anno di PhD e ho amato dovermi relazionare con un mondo totalmente diverso.

...ma sto divagando :asd:  

Comunque sì, il punto è che il motto "publish-or-perish" non mi va particolarmente a genio; se questo fosse accoppiato a "benefits" (a breve o a lungo termine) adeguati allora non ci sarebbero problemi; ma se devo farlo per tutta la vita alle condizioni che tu ben sai, allora no grazie.
con le dovute differenze a livello di settore scientifco, ti capisco, la malattia concorsuale di "dover" pubblicare è una bella noia. :asd:

 
(poi oh, questo mestiere ha anche i suoi vantaggi, non voglio che chi legge la intenda come "la ricerca è una merda")
Verissimo. Non penso ci siano (molti) impieghi che mi diano la stessa libertà di gestire la mia vita (nell'ultimo mese mi sono alzato solo 3 giorni prima delle 9, e tutte le volte era perchè avevo impegni "familiari"), garantendomi comunque una paga per nulla bassa.

con le dovute differenze a livello di settore scientifco, ti capisco, la malattia concorsuale di "dover" pubblicare è una bella noia. :asd:
Eh. Ma il punto è che, anche questo, va inserito nel resto del contesto. Già sei "obbligato" a fare ricerca sugli argomenti che "tirano di più" invece che su quelli che magari ti interessano sul serio; aggiungici poi tutti gli "imprevisti" (prof che ti chiedono review/esami/lezioni/slides dall'oggi al domani perchè "non mi è arrivata la notifica su google calendar!"...) e le rotture di balls (studenti che definire "casi umani" sarebbe quasi un complimento...) e ti rendi conto che, sotto sotto, magari vuoi anche cambiare.

Poi oh, l'erba del vicino è sempre più verde. 

 
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