American psycho | Mary Harron, 2000. Già venti candeline spente, ed è quasi difficile da credere data la freschezza di sceneggiatura e gusto registico. Riuscitissimo anche nel tradurre in linguaggio cinematografico un certo gusto postmoderno che è molto difficile ricreare al di fuori della pagina scritta, e questo senza in alcun modo sacrificarne la fruibilità e nel limite delle due ore. Unico possibile neo la non-risoluzione finale, che non ho trovato particolarmente soddisfacente nella sua plateale ambiguità. Esecuzione eccellente dalla fotografia, al montaggio, alle scelte della colonna sonora, alle interpretazioni, fra le quali brilla un Bale semplicemente iconico.
La visita | Antonio Pietrangeli, 1963. Altro recupero della filmografia di Pietrangeli, e altra soddisfazione. Deliberatamente ostico nel rifiutare soluzioni facili, trova proprio in questa amara schiettezza il proprio maggior valore. In questo senso riconoscibilissima la mano di Scola alla sceneggiatura.
La noire de... | Ousmane Sembène, 1966. Notevole per l'epoca e per la prospettiva a cui dà voce, pecca però di un'eccessiva ridondanza rispetto ad una tesi che è già ben chiara fin dai primi minuti e che non viene mai davvero sviluppata.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia | Lorenzo Mattotti, 2019. L'intreccio fiabesco è molto convenzionale e, privo di particolari guizzi di montaggio, fatica a mantenere l'interesse nel suo svolgimento. Pregevole la presentazione, deliziosamente stilizzata e a colori accesissimi. Considerando la sostanziale inesistenza di un cinema di animazione italiano, c'è comunque già molto da apprezzare.