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Ultimo Film Visto | Consigli e Domande Inside

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Chungking Express

Mi sembra strano che lo si senta nominare poco, perché mi è parso alquanto "fresco" per avere 28 anni

Be diciamo che si è innamorata al primo incontro, poi l'ha visto tutti i giorni per più di una settimana e non è detto che lo vedesse 5 minuti, magari lui rimaneva là fermo nell'angolo della strada per un po' di tempo; a questo aggiungi che magari lei è anche un po' particolare, un paio di coincidenze, indirizzo, chiavi ed è fatta
Certo non sarà verosimile (oddio, considerati i casi di cronaca che si sentono oggi non è così irreale), però in quella dinamica può starci
E' comunque il secondo film più famoso di Wong Kar Wai, sta tipo nella top di letterboxd, è rimasto iconico!
Esatto è quello che dici, c'è un lungo sviluppo al suo desiderio, che di fatto manco io mi ricordo o potrei descrivere. Lo vede tutti i giorni, si rompe i co**ioni etc etc Sono cose normali della vita quotidiana, tipo che una incontra tizio X in luogo noioso per più volte, e poi decide di andare in un posto dove sa che potrà reincontrarlo. Succede, non gli entra in casa ma siamo lì asd
 

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Intendi che questo film sviluppa l'idea tramite le conseguenze, quindi il "perciò", piuttosto che tramite le motivazioni, quindi il "perché"?
In questo caso, sì è vero, però se la sua intenzione era quella non è necessariamente un problema, cioè la ragion d'essere del film è quella, poi essendo appunto un racconto breve (il secondo episodio intendo) non si è interessato ad analizzare introspettivamente la ragazza, ma mi sembra che il suo carattere si capisca abbastanza bene

Nel messaggio che citi in realtà stavo parlando in generale, comunque la distinzione che fai fra perché-perciò mi piace. :ahsisi: Su Chungking express in particolare anche rivedendolo trovo che il modo in cui lei si scopre attratta da lui sia fatto molto bene, semmai è il passaggio successivo in cui lei gli entra in casa che poteva essere preparato meglio perché così può apparire un po' brusco e fine a se stesso – ecco, qui sì più sbilanciato sul perciò che sul perché se vogliamo, per usare le tue parole. Anche se magari perché inteso non tanto come motivazioni (non servono) ma proprio semplicemente come traiettoria narrativa. :sisi:

Comunque Chungking è per distacco il film più famoso di Wong insieme a In the mood for love (forse secondo solo a quest'ultimo), se non avevi visto nemmeno questo recuperalo. :ahsisi:

Eh, il mio problema, purtroppo, è che questo scorrere del tempo non l'ho avvertito, magari dovuto anche a limiti miei, ci mancherebbe altro. Mi è sembrato tutto un po troppo frettoloso.

Fallen Angels c'è l'ho in watchlist già da tempo, anche se non sapevo che questo e Chungking erano collegati. Spero di ritagliarmi un po di tempo e di avere abbastanza energie mentali per vederlo :asd:

Sono collegati solo in termini di produzione e in parte estetici, narrativamente sono ancora meno collegati delle due metà di Chungking. :asd: Comunque se piace lo stile vale la pena di recuperarlo ma per me è inferiore.
 

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Poi Chungking Express c'ha sta cosa del mood iconico tipo Edward Yang a Taiwan, vogliamo dire tutto fumo e niente arrosto? Diciamolo. Però il fumo di Wai è più bello.
 

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Tutto fumo niente arrosto forse lo direi di Fallen angels ma non di Chungking, di Yang ho visto solo Terrorizers e Taipei story ma considerando quanto poco mi ricordo forse potrebbe starci. :asd: Però anche se fosse gran bel fumo. :sisi:
 

Reservoir Dog

Gunslinger
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Mad God (P.Tippett)
Di film in stop-motion ne ho visti pochi (credo che l'ultimo sia stato Fantastic Mr.Fox), ma questo mi è piaciuto, tanto. Narrativamente puo sembrare piuttosto criptico e incoerente, ma come esperienza audiovisiva ha fatto centro. Si viene trascinati in un mondo grottesco e malato, dove le varie macchine e persino certi esseri sembrano essere creati con l'unico scopo di portare sofferenza al prossimo, dove niente ha più importanza, neanche la propria vita. Bellone.

Fallen Angels (Wong Kar Wai)
Sarà che, essendo la seconda sua opera che vedo, comincio ad abituarmi al suo stile narrativo e sarà anche che, a differenza di Chungking che ha deciso di narrare due storie in due parti separate, qui le storie sono più intrecciate, ma mi ha fatto un migliore impressione rispetto a quest'ultimo. Visivamente è sempre un bel vedere, così come le musiche sempre ottime, ma stavolta sono rimasto più coinvolto dalle vicende dei vari personaggi (che, in generale, ho trovato più interessanti rispetto a Chungking) e al modo in cui convergono sul finale. IMHO, un gradino sopra al predecessore.
 

Togg

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Ho rivisto Milano Calibro 9 al cinema. Molto pulito e diretto, la sua forza anche se può girare un po' troppo a vuoto.
 

Togg

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Stavo pensando a come un film come Chungking Express tratta i personaggi atipici e come fa Hamagutchi in Wheel of fortune and Fantasy. Non è tanto che in Hamaguchi l'atipicità fallisca o venga proprio schiacciata se osa troppo, ma che in Hamaguchi tutto ciò che è atipico assume valore o rilievo narrativo solo per contrasto ed opposizione alla normalità, non gli viene mai dato spazio e diritto proprio. Alla fine nessunoa si ricorda di come finisce Chungking Express, se o come loro stanno insieme, ma tuttie ci ricordiamo delle intrusioni nell'appartamento perché sono scene completamente slegate da logiche giudicanti su cause sociali, micro analisi rassicuranti etc


Rebels of the neon god, Tsai Ming Liang
Fa parte di quella serie di film taiwanesi con cui mantengo una certa distanza. Intanto credo di avere un problema con gli appartamenti allagati, più sono allagati meno il film mi piace. Poi ammazzare uno scarafaggio a inizo film, perché? E soprattutto sti personaggi completamente avulsi sostenuti dai neon molto belli. Conflitti che arrivano sempre in una forma teen-blood. Pare un manuale di sceneggiatura classico un po' dilatato e filmato benissimo. Ecco c'è anche questa cosa che sono girati particolarmente bene, non so mi sembra girino a vuoto in modo compiacente su qualche idea metaforica da poco e silenzi misteriosi. La cosa strana e che meriterebbe un approfondimento da parte mia è che i suoi film più recenti mi piacciono molto. Forse perché c'è meno di questa fascinazione per i neon etc, forse perché sono più noiosi, o semplicemente perché la scrittura è più raffinata e non riesco ancora a farne un paragone efficace.

A constant forge, Charles Kiselyak
Mi sto leggendo un po' di Cassavetes in questi giorni, più vari interviste. Questo docu di 3 ore ripercorre un po' tutto. Alcune cose secondo me è meglio leggerle, alcune fa piacere vederle, altre interviste sono più belle intere. Mi sembra comunque un'ottima raccolta.
 

dante3vergil

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Vampyr

Beh, porca zozza, al tempo dev'essere stato terrificante come horror ?
Alcune idee molto belle, secondo me, come la narrazione della lore attraverso un libro, le riprese da dentro la bara, e, per essere del 32, tecnicamente m'è parso pazzesco.
Protagonista monoespressivo, ma vabbè :asd:
 

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Lies, Sun-Woo Jang
Ho trovato il mio regista coreano indipendente pre 2000. Magnifico anche questo, grandissima storia d'amore con loro che tra le varie cose si picchiano scopando ma soprattutto si tolgono vent'anni e sono felici. Davvero un gran film.
 

Pedro923

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Visto il documentario su Ennio.

Un documentario nella norma reso straordinario dal genio del maestro.
 

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Mega post dei 41 film visti a Berlino, siate liberie di leggerlo un po' come vi pare. C'è dentro hong sang soo, qualche riflessioni sul cinema standard e sul cinema di oggi, e poi credo niente di più.

Settanduesima edizione, l'anno scorso saltata causa covid. Vi risparmio i commenti approfonditi sul festival e città che ormai sono al quarto anno e ho già detto tutto. E' economico, Berlino sempre meno fredda, persone a tratti durette, qualche incontro su cui non mi dilungo.

La selezione di quest'anno è per me tra le peggiori che ho visto. Il tracollo più grande lo vedo nella mia sezione preferita, l'indipendente Forum. Una quantità infinita di sceneggiatura con personaggi depressi, senza alcun guizzo umano, schiacciati socialmente ed economicamente, a cui regista non fa che rincarare la dose ma senza neanche provare a lasciare questa situazione durissima esplicitarsi come per dire in un documentario di Wang Bing. No, la si prova a rafforzare con del dramma finto atipico. Intollerabile. E' chiaro che il cinema indipendente ha bisogno di relazioni umane e con la pandemia diciamo che c'è stata qualche mancanza. Le altre sezioni le ho un po' snobbate ma già dalle cose viste non sono state meglio. Sono finito a preferire dei film quasi più standard, un disastro!

Dettaglio rapido dei 41 film visti, prima di tornare a casa. Titoli messi a caso non mi rimproverate troppo.

COMPETITION

- The Novelist's film, Hong Sang-Soo / Magnifico. Rilassatezza dei suoi temi classici che continuano ad allargarsi (come nascono le idee, incontri tra persone, regista che guardava -e forse ancora- le gambe delle ragazze, pressioni sociali crescenti, forse errori forse passati, etc). Lui ci va pianissimo perché si fa le domande giuste e riesce comunque a farci uscire un film incredibile con un finale strappa lacrime. Non c'è la dittatura di dover presentare tutto nella "prima parte" e poi "sviluppare" personaggi ideali di cui concludere tutto a tavolino, giustificando di fatto le strutture che si vorrebbe vivere sullo schermo. Visto in sala a 3 metri da loro due, ho visto le 3 scene in cui kim min hee ha pianto durante la proiezione e le rivelerò solo alle persone giuste. Mi considero citato nel discorso di premiazione in cui dice che ha sentito e apprezzato che la sala abbia amato e reagito al film, praticamente io sul finale. Imperdibile. E una produzione minuscola che davvero se non vi fa venire voglia di fare film vedete voi. 10

- Leonora Addio, Taviani / Tutto costruito su un afflato verso Pirandello mai vissuto. Ok. 6

- Rimini, Seidl / Ha già fatto tutto ciò ma molto meglio, il rapporto con la figlia è un disastro di idea. Non lo trovo cinico o che. 6

- Return to dust, Li Ruijun / Rurale cinese ultra standard su coppia che vive la terra. Stavo messo così male con gli altri film che ok. Chissà con che gusto i vari governi locali producono questi film. Così tutti possiamo commuoverci a pensare oh quanto sono tristi i palazzi oh quanto è rigogliosa una terra lavorata. Ok. 6

- Un été comme ça, Coté / Allora lui è sempre stato ansiolitico, in questo prova a fare il furbo. Sceneggiatura iper analitica con tutti gli elementi critici giusti su ste tre ragazze che vogliono scopare e vengono messe in una clinica-ritrovo alternativa. L'ansietta frustra lo spettatore abituale perché non porta a niente, giustamente loro si dicono ma ci prendi in giro? A me dà fastidio che si rafforzi una dinamica emozionale di questo tipo su un suggetto bello e mai davvero rispettato per quello che è. Se fai un film sei tu Dio, scegli tu quanta ansia mettere o meno. Non è che perché fai le frasi critichelle allora hai decostruito chissà che. Il film resta moralista e viscido, per fortuna giocando all'alternatività estrema almeno è non riuscito.

- Drii Winter, Michael Koch / Ci sono due in montagna felici poi tristi e una malattia. Ruralità fastidiosa. 5

- Nana, Kamila Andini / Anche in indonesia ci sono dei conflitti pare, qui una piccola collezione un po' relax un po' stressante. 5

- Peter von Kant, Ozon / Conflitti stereotipati urlati, anche viscido contro i suoi protagonisti. No. 5


BERLINALE SPECIAL GALA

- Occhiali Neri, Argento / Succedono cose una dopo l'altra a una prostituta che ha un nemico. Argento un amore di persona, la presentazione in sala dolcissima. 6


ENCOUNTERS

- Keiko, me wo sumasete, Sho Miyake / Ai, sono caduto nello standard. Film bellissimo con una sceneggiatura più banale che non si può. Lei è sordomuta e fa box a Tokyo, suo fratello con cui convive un po' la capisce un po' no, ha anche una fidanzata non bianca, la sua famiglia non la capisce, alla box ce n'è una svagonata invaghiti da lei, a lavoro fa cose ripetitive ma in cui si impegna, al fiume medita. Oltra all'uso glorioso della pellicola Kodak (presentissima in vari film ora che ci penso) il punto sta tutto nell'attrice protagonista, di una bravura e bellezza sconfinata. Classico esempio di come al cinema un viso e personaggio che ti trasmette atipicità, indipendenza, ma anche dolore ti dà tutto quello che nella vita è abbastanza raro da trovare. Praticamente il film serve a farti innamorare di lei e ci riesce perfettamente, la produttrice che ne capisce ha scelto l'attrice e il regista ci ha dato qualche pista durante il QandA, ma siccome io sono scemo non ho fatto la domanda giusta in merito. Come si fa a non innamorarsi dell'attrice durante le riprese? Mistero. Intanto il film resta standard e riesce a farti quasi apprezzare o comunque legittimare nel tempo il lavoro di lei. Ripeto è la forza di un film standard. 8

- Unrest, Schaublin / Inaspettato. Raramente si vedono film così precisi sull'emergere della potenza borghese, e dentro c'è anche la storia d'amore che vuoi vedere. In svizzera si fanno orologi e anarchici si incontrano, tra cui Kroptkin. Prodotto in modo molto intelligente filmando poco e bene, struttura classica che ritorna sulle ora-stranezze dell'epoca. Diciamo che rende davvero lampante come cose che noi diamo per scontate ed eterne non lo sono state e non lo saranno mai. Un bel film. 8

- The death of my mother, Krummacher / Avevo già visto un film suo che mi era piaciuto e anche questo va visto. Ad esempio qui la protagonista non è che vive chissà che vita eccitante, sua madre vuole morire, eppure ci interessiamo alla sua situazione e viviamo qualcosa senza gran bisogno di trama o rompimenti vari. 8


- Coma, Bertrand Bonello / Sì dai divertente, una teenager è in lockdown e succedono varie cose strane nella sua vita. Le tensioni di una generazione diciamo. 6

- Queens of the qing dinasty, McKenzie / Due personaggi spenti e perduti ma... LGBTQ. 6

- I poli kei poli, Passalis & Tzoumerkas / Ricostruzione di storie di ebrei sterminati in Grecia. Boh. 6

- Mutzenbacher, Beckermann / Cretino io che mi aspettavo un bel film da una successione di interviste a maschi su un libro di sessualità femminile esplicita. Mai le domande giuste, sempre con la retorichella pronta e mal celata. 5

- Father's Day, Kivu Ruhorahoza / Ci fosse una delle tre storie Rwandesi che ha un qualcosa, no, mai. 5

- Flux Gourmet, Peter Strickland / Aah vedo che è di quello che aveva fatto il film sul suono. Qui c'è il suono e pure il cibo. Uno schifo metaforico-umano tipo alla The Lobster. I film che davvero non vorrei mai vedere. 4



PANORAMA

- The apartement with two women, Kim se-in / Madre e figlia che si scannano. Me lo aspettavo brutto, avevo paurissima. All'inizio pure c'ero quasi e poi invece mi sono ricreduto. Ha i suoi momenti. 7

- A love song, Walker Silverman / Ultra standard americano su ricerca di emozioni di una donna a bordo lago. Vista l'annata mi è piaciuto. 6

- No u turn, Nnaebue / Costruito a tavolino sui sogni migratori che invece potrebbero realizzarsi in Africa, un apporto produttivo che sinceramente mi fa paurissima, ne paghiamo per dirgli di stare "a casa loro". Però si sentono varie storie quindi ok. 6

- Myanmar Diaries, The Myanmar film collective / L'unico cambiamento che ho fatto al programma. Benning ha detto su fb che è bello, Wang Bing lo ha premiato, io dalla sinossi non ero convinto ma l'ho aggiunto. Chi aveva ragione? Secondo me io. E' sicuramente ben construito, senti la dittatura che avanza, senti le storie dall'interno, molte messe in scena anche molto molto bene. Però c'è un problema di fondo secondo me gravissimo e che non si può neanche analizzare visto che i credits anche non myanmaresi sono censurati per solidarietà. C'è questo afflato non violento che non permette di capire assolutamente nulla sulla dittatura, o su come combatterla, o direi su niente proprio di umano. Si insiste su scene di arresti dal facile gusto liberale. Alcune scene messe in scena in modo più artistico stanno tutte lì a parlare di disobedienza civile, e controbilanciarle con la lotta armata nella foresta non serve assolutamente a nulla secondo me. Non hai capito niente di entrambe, non ci hai neanche provato. C'è sicuramente uno sforzo enorme per fare un film del genere, e posso capire l'apprezzarlo. 6


FORUM

- The United States of america, Benning / Bellissimo, infrastruttura americana. Se ne intende. 8

- Camuflaje, Perel / Già visto un docu suo davvero bellissimo. Qui si gira intorno e dentro a un ex campo di tortura e militare argentino sentendo le storie dei civili che ci interagiscono. E' bello però mi ha dato davvero fastidio la camera ultra professionale e l'aspect ratio da western. 7

- Geographies of solitude, Mills / Lavoro imponente in pellicola su un'isola in cui una fa tipo dieci lavori in uno. Documenta i cavalli, tutto parte da lì, raccoglie plastica, cataloga di tutto. E' molto molto bello ma appena osa, purtroppo verso la fine, inserirsi in modo esplicito nel discorso crolla tutto. Dall'umano, su cui qualche dubbio già l'avevo, alla prospettiva politica. Pare che siamo troppi sulla terra e che consumiamo troppo. A me qualcuno ha detto che le cose sono prodotte prima di venire consumate, e che spesso vengono prodotte e distrutte a prescindere. 7

- Happer's comet, Taormina / Mini storie mute di periferia ricca USA che di notte vive. Tirate dentro da persone che vanno in giro in rollerblades. Girato in modo totalmente indipendente con persone dell'entourage del regista durante i lockdown, riuscitissimo. Non so perché l'ho votato solo 7 ma rispetto il fatto che non mi sia rimasto davvero tanto. 7

- Scala, Thitanat / Docu su ultimo cinema indipendente demolito a bhangkok, lei ci ha lavorato e vissuto dentro. Stavo per regalarle una spilletta che ha notato su di me e non l'ho fatto sono diventato una persona noiosa abbattetemi. 7

- O trio em mi bemol, Gomes / Riprende una piece di Rhomer. Io non ho mai visto niente di Rhomer ma adesso capisco. In pratica è umanismo ben scritto. E va bene dai, un po' conciliante. 7

- Jet Lag, Lu Xinyuan / Docu di ragazza cinese che insoddisfatta dalle relazioni che ha filma la sua famiglia. Molto molto bello, mini DV strepitoso, però a un certo punto inizia a tirare dentro l'avvento della dittatura in myanmar, che giustamente ha scosso la regione, e secondo me qualche simpatico montatoretrice standard ha scelto di fare virare un po' tutto verso lì e mi ha scocciato. 7

- Mis dos voces, Rodriguez / Voci e immagini di immigrate in Canada. Trova un suo bell'equilibrio secondo me. Altro spettacolo Kodak 16mm. 7

- For the many the vienna chamber of labour, Wulff / Tipo Welfare di Wiseman però neanche lontanamente altrettanto bello. Manca tutto l'umano che permette di aprire prospettive, anche involontarie, su una istituzione che sta comunque al centro del sistema produttivo pur facendo da contraltare ai padroni. 6

- Nuclear Family, Wilkerson x2 / Mi era piaciuto il suo docu a Locarno, questo sull'atomica mi pare molto meno ispirato. Poi promette tanto sulla famiglia di cui ci sono invece pochissime riprese ed è un peccato perché immediatamente bucano lo schermo. 6

- Afterwater, Komljen / Ah questo è il film con glu uccellini dietro non stop. Voleva essere particolare io non ce la faccio più di questi commento sonoro. 5

- Hot in day, cold at night, Park song yeol / Coppia senza prospettive né economiche né tanto meno umane (lol) che non fa che parlare di soldi. Il regista ha un po' chiara la cosa e ogni tanto gli fa fare una stretta di mano economicista, l'idea c'è ma talmente sta preso dall'infarcire questo vuoto col dramma atipico rallentato che dicevo prima che si dimentica di godersi un po' questa idea che sarebbe pure molto interessante ma finisce ammantata dal pietismo retorico. 5

- Mato seco em chamas, Queiros e Pimenta / Succedono cose dure nelle favelas. 5

- Mien ky uc, Bul / Qualche storia su sepolture in vietnam. Non pervenuto. 5

- Cette maison, Charles / Anche questo tutto con uccellini e pellicola. Ne ho visti troppi la ragazza haitiana uccisa negli USA e il viaggio onirico non sono Serial Killer di Adachi. 5

- Une fleure à la bouche, Baudelaire / Poco poco di docu e molta fiction con un protagonista che straparla di notte e che è, ça va sans dire, malato. No. 5

- El veterano, Rodriguez / Unico film di cui non sono riuscito a seguire una parole. Tutto voice over con un susseguirsi di scene diverse ogni frase. Se è un capolavoro tra continenti e io non l'ho percepito mi scuso. 5

- We haven't lost our way, Sasnal x2 / Anche qui no prospettive economiche no umane e il resto una porcheria che manco mi ricordo. 4

- Europe, Scheffner / Finisce che la protagonista vorresti fosse deportata dalla polizia francese quasi. Talmente tanto il regista ti vuole fare dire che la sua vita di piccolissime infime cose e strutture sociali è meritevole che sposa completamente il gusto prefettorale. La faute à voltaire per esempio ha un amore delle passioni della vita che contrappone agli sbirri a caccia di incongruenze economiche. Questo è un vomito di retorica confusa. 4



Concludo dicendo che forse quest'anno solo stato più duro su alcuni voti, alcuni 7 potevano essere 8, alcuni 8 9. Sarà che sono mancati proprio film che parlano in modo ATTIVO di desiderio o comunque ricerca umana forte. A parte hong sang soo. Manca proprio la base. C'è molta troppa stagnazione, spesso assecondata da una voglia di stabilità alternativa davvero fastidiosa o semplicemente triste.
 
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Viscaccia

Endure and Survive
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Mega post dei 41 film visti a Berlino, siate liberie di leggerlo un po' come vi pare. C'è dentro hong sang soo, qualche riflessioni sul cinema standard e sul cinema di oggi, e poi credo niente di più.

Settanduesima edizione, l'anno scorso saltata causa covid. Vi risparmio i commenti approfonditi sul festival e città che ormai sono al quarto anno e ho già detto tutto. E' economico, Berlino sempre meno fredda, persone a tratti durette, qualche incontro su cui non mi dilungo.

La selezione di quest'anno è per me tra le peggiori che ho visto. Il tracollo più grande lo vedo nella mia sezione preferita, l'indipendente Forum. Una quantità infinita di sceneggiatura con personaggi depressi, senza alcun guizzo umano, schiacciati socialmente ed economicamente, a cui regista non fa che rincarare la dose ma senza neanche provare a lasciare questa situazione durissima esplicitarsi come per dire in un documentario di Wang Bing. No, la si prova a rafforzare con del dramma finto atipico. Intollerabile. E' chiaro che il cinema indipendente ha bisogno di relazioni umane e con la pandemia diciamo che c'è stata qualche mancanza. Le altre sezioni le ho un po' snobbate ma già dalle cose viste non sono state meglio. Sono finito a preferire dei film quasi più standard, un disastro!

Dettaglio rapido dei 41 film visti, prima di tornare a casa. Titoli messi a caso non mi rimproverate troppo.

COMPETITION

- The Novelist's film, Hong Sang-Soo / Magnifico. Rilassatezza dei suoi temi classici che continuano ad allargarsi (come nascono le idee, incontri tra persone, regista che guardava -e forse ancora- le gambe delle ragazze, pressioni sociali crescenti, forse errori forse passati, etc). Lui ci va pianissimo perché si fa le domande giuste e riesce comunque a farci uscire un film incredibile con un finale strappa lacrime. Non c'è la dittatura di dover presentare tutto nella "prima parte" e poi "sviluppare" personaggi ideali di cui concludere tutto a tavolino, giustificando di fatto le strutture che si vorrebbe vivere sullo schermo. Visto in sala a 3 metri da loro due, ho visto le 3 scene in cui kim min hee ha pianto durante la proiezione e le rivelerò solo alle persone giuste. Mi considero citato nel discorso di premiazione in cui dice che ha sentito e apprezzato che la sala abbia amato e reagito al film, praticamente io sul finale. Imperdibile. E una produzione minuscola che davvero se non vi fa venire voglia di fare film vedete voi. 10

- Leonora Addio, Taviani / Tutto costruito su un afflato verso Pirandello mai vissuto. Ok. 6

- Rimini, Seidl / Ha già fatto tutto ciò ma molto meglio, il rapporto con la figlia è un disastro di idea. Non lo trovo cinico o che. 6

- Return to dust, Li Ruijun / Rurale cinese ultra standard su coppia che vive la terra. Stavo messo così male con gli altri film che ok. Chissà con che gusto i vari governi locali producono questi film. Così tutti possiamo commuoverci a pensare oh quanto sono tristi i palazzi oh quanto è rigogliosa una terra lavorata. Ok. 6

- Un été comme ça, Coté / Allora lui è sempre stato ansiolitico, in questo prova a fare il furbo. Sceneggiatura iper analitica con tutti gli elementi critici giusti su ste tre ragazze che vogliono scopare e vengono messe in una clinica-ritrovo alternativa. L'ansietta frustra lo spettatore abituale perché non porta a niente, giustamente loro si dicono ma ci prendi in giro? A me dà fastidio che si rafforzi una dinamica emozionale di questo tipo su un suggetto bello e mai davvero rispettato per quello che è. Se fai un film sei tu Dio, scegli tu quanta ansia mettere o meno. Non è che perché fai le frasi critichelle allora hai decostruito chissà che. Il film resta moralista e viscido, per fortuna giocando all'alternatività estrema almeno è non riuscito.

- Drii Winter, Michael Koch / Ci sono due in montagna felici poi tristi e una malattia. Ruralità fastidiosa. 5

- Nana, Kamila Andini / Anche in indonesia ci sono dei conflitti pare, qui una piccola collezione un po' relax un po' stressante. 5

- Peter von Kant, Ozon / Conflitti stereotipati urlati, anche viscido contro i suoi protagonisti. No. 5


BERLINALE SPECIAL GALA

- Occhiali Neri, Argento / Succedono cose una dopo l'altra a una prostituta che ha un nemico. Argento un amore di persona, la presentazione in sala dolcissima. 6


ENCOUNTERS

- Keiko, me wo sumasete, Sho Miyake / Ai, sono caduto nello standard. Film bellissimo con una sceneggiatura più banale che non si può. Lei è sordomuta e fa box a Tokyo, suo fratello con cui convive un po' la capisce un po' no, ha anche una fidanzata non bianca, la sua famiglia non la capisce, alla box ce n'è una svagonata invaghiti da lei, a lavoro fa cose ripetitive ma in cui si impegna, al fiume medita. Oltra all'uso glorioso della pellicola Kodak (presentissima in vari film ora che ci penso) il punto sta tutto nell'attrice protagonista, di una bravura e bellezza sconfinata. Classico esempio di come al cinema un viso e personaggio che ti trasmette atipicità, indipendenza, ma anche dolore ti dà tutto quello che nella vita è abbastanza raro da trovare. Praticamente il film serve a farti innamorare di lei e ci riesce perfettamente, la produttrice che ne capisce ha scelto l'attrice e il regista ci ha dato qualche pista durante il QandA, ma siccome io sono scemo non ho fatto la domanda giusta in merito. Come si fa a non innamorarsi dell'attrice durante le riprese? Mistero. Intanto il film resta standard e riesce a farti quasi apprezzare o comunque legittimare nel tempo il lavoro di lei. Ripeto è la forza di un film standard. 8

- Unrest, Schaublin / Inaspettato. Raramente si vedono film così precisi sull'emergere della potenza borghese, e dentro c'è anche la storia d'amore che vuoi vedere. In svizzera si fanno orologi e anarchici si incontrano, tra cui Kroptkin. Prodotto in modo molto intelligente filmando poco e bene, struttura classica che ritorna sulle ora-stranezze dell'epoca. Diciamo che rende davvero lampante come cose che noi diamo per scontate ed eterne non lo sono state e non lo saranno mai. Un bel film. 8

- The death of my mother, Krummacher / Avevo già visto un film suo che mi era piaciuto e anche questo va visto. Ad esempio qui la protagonista non è che vive chissà che vita eccitante, sua madre vuole morire, eppure ci interessiamo alla sua situazione e viviamo qualcosa senza gran bisogno di trama o rompimenti vari. 8


- Coma, Bertrand Bonello / Sì dai divertente, una teenager è in lockdown e succedono varie cose strane nella sua vita. Le tensioni di una generazione diciamo. 6

- Queens of the qing dinasty, McKenzie / Due personaggi spenti e perduti ma... LGBTQ. 6

- I poli kei poli, Passalis & Tzoumerkas / Ricostruzione di storie di ebrei sterminati in Grecia. Boh. 6

- Mutzenbacher, Beckermann / Cretino io che mi aspettavo un bel film da una successione di interviste a maschi su un libro di sessualità femminile esplicita. Mai le domande giuste, sempre con la retorichella pronta e mal celata. 5

- Father's Day, Kivu Ruhorahoza / Ci fosse una delle tre storie Rwandesi che ha un qualcosa, no, mai. 5

- Flux Gourmet, Peter Strickland / Aah vedo che è di quello che aveva fatto il film sul suono. Qui c'è il suono e pure il cibo. Uno schifo metaforico-umano tipo alla The Lobster. I film che davvero non vorrei mai vedere. 4



PANORAMA

- The apartement with two women, Kim se-in / Madre e figlia che si scannano. Me lo aspettavo brutto, avevo paurissima. All'inizio pure c'ero quasi e poi invece mi sono ricreduto. Ha i suoi momenti. 7

- A love song, Walker Silverman / Ultra standard americano su ricerca di emozioni di una donna a bordo lago. Vista l'annata mi è piaciuto. 6

- No u turn, Nnaebue / Costruito a tavolino sui sogni migratori che invece potrebbero realizzarsi in Africa, un apporto produttivo che sinceramente mi fa paurissima, ne paghiamo per dirgli di stare "a casa loro". Però si sentono varie storie quindi ok. 6

- Myanmar Diaries, The Myanmar film collective / L'unico cambiamento che ho fatto al programma. Benning ha detto su fb che è bello, Wang Bing lo ha premiato, io dalla sinossi non ero convinto ma l'ho aggiunto. Chi aveva ragione? Secondo me io. E' sicuramente ben construito, senti la dittatura che avanza, senti le storie dall'interno, molte messe in scena anche molto molto bene. Però c'è un problema di fondo secondo me gravissimo e che non si può neanche analizzare visto che i credits anche non myanmaresi sono censurati per solidarietà. C'è questo afflato non violento che non permette di capire assolutamente nulla sulla dittatura, o su come combatterla, o direi su niente proprio di umano. Si insiste su scene di arresti dal facile gusto liberale. Alcune scene messe in scena in modo più artistico stanno tutte lì a parlare di disobedienza civile, e controbilanciarle con la lotta armata nella foresta non serve assolutamente a nulla secondo me. Non hai capito niente di entrambe, non ci hai neanche provato. C'è sicuramente uno sforzo enorme per fare un film del genere, e posso capire l'apprezzarlo. 6


FORUM

- The United States of america, Benning / Bellissimo, infrastruttura americana. Se ne intende.

- Camuflaje, Perel / Già visto un docu suo davvero bellissimo. Qui si gira intorno e dentro a un ex campo di tortura e militare argentino sentendo le storie dei civili che ci interagiscono. E' bello però mi ha dato davvero fastidio la camera ultra professionale e l'aspect ratio da western. 7

- Geographies of solitude, Mills / Lavoro imponente in pellicola su un'isola in cui una fa tipo dieci lavori in uno. Documenta i cavalli, tutto parte da lì, raccoglie plastica, cataloga di tutto. E' molto molto bello ma appena osa, purtroppo verso la fine, inserirsi in modo esplicito nel discorso crolla tutto. Dall'umano, su cui qualche dubbio già l'avevo, alla prospettiva politica. Pare che siamo troppi sulla terra e che consumiamo troppo. A me qualcuno ha detto che le cose sono prodotte prima di venire consumate, e che spesso vengono prodotte e distrutte a prescindere. 7

- Happer's comet, Taormina / Mini storie mute di periferia ricca USA che di notte vive. Tirate dentro da persone che vanno in giro in rollerblades. Girato in modo totalmente indipendente con persone dell'entourage del regista durante i lockdown, riuscitissimo. Non so perché l'ho votato solo 7 ma rispetto il fatto che non mi sia rimasto davvero tanto. 7

- Scala, Thitanat / Docu su ultimo cinema indipendente demolito a bhangkok, lei ci ha lavorato e vissuto dentro. Stavo per regalarle una spilletta che ha notato su di me e non l'ho fatto sono diventato una persona noiosa abbattetemi. 7

- O trio em mi bemol, Gomes / Riprende una piece di Rhomer. Io non ho mai visto niente di Rhomer ma adesso capisco. In pratica è umanismo ben scritto. E va bene dai, un po' conciliante. 7

- Jet Lag, Lu Xinyuan / Docu di ragazza cinese che insoddisfatta dalle relazioni che ha filma la sua famiglia. Molto molto bello, mini DV strepitoso, però a un certo punto inizia a tirare dentro l'avvento della dittatura in myanmar, che giustamente ha scosso la regione, e secondo me qualche simpatico montatoretrice standard ha scelto di fare virare un po' tutto verso lì e mi ha scocciato. 7

- Mis dos voces, Rodriguez / Voci e immagini di immigrate in Canada. Trova un suo bell'equilibrio secondo me. Altro spettacolo Kodak 16mm. 7

- For the many the vienna chamber of labour, Wulff / Tipo Welfare di Wiseman però neanche lontanamente altrettanto bello. Manca tutto l'umano che permette di aprire prospettive, anche involontarie, su una istituzione che sta comunque al centro del sistema produttivo pur facendo da contraltare ai padroni. 6

- Nuclear Family, Wilkerson x2 / Mi era piaciuto il suo docu a Locarno, questo sull'atomica mi pare molto meno ispirato. Poi promette tanto sulla famiglia di cui ci sono invece pochissime riprese ed è un peccato perché immediatamente bucano lo schermo. 6

- Afterwater, Komljen / Ah questo è il film con glu uccellini dietro non stop. Voleva essere particolare io non ce la faccio più di questi commento sonoro. 5

- Hot in day, cold at night, Park song yeol / Coppia senza prospettive né economiche né tanto meno umane (lol) che non fa che parlare di soldi. Il regista ha un po' chiara la cosa e ogni tanto gli fa fare una stretta di mano economicista, l'idea c'è ma talmente sta preso dall'infarcire questo vuoto col dramma atipico rallentato che dicevo prima che si dimentica di godersi un po' questa idea che sarebbe pure molto interessante ma finisce ammantata dal pietismo retorico. 5

- Mato seco em chamas, Queiros e Pimenta / Succedono cose dure nelle favelas. 5

- Mien ky uc, Bul / Qualche storia su sepolture in vietnam. Non pervenuto. 5

- Cette maison, Charles / Anche questo tutto con uccellini e pellicola. Ne ho visti troppi la ragazza haitiana uccisa negli USA e il viaggio onirico non sono Serial Killer di Adachi. 5

- Une fleure à la bouche, Baudelaire / Poco poco di docu e molta fiction con un protagonista che straparla di notte e che è, ça va sans dire, malato. No. 5

- El veterano, Rodriguez / Unico film di cui non sono riuscito a seguire una parole. Tutto voice over con un susseguirsi di scene diverse ogni frase. Se è un capolavoro tra continenti e io non l'ho percepito mi scuso. 5

- We haven't lost our way, Sasnal x2 / Anche qui no prospettive economiche no umane e il resto una porcheria che manco mi ricordo. 4

- Europe, Scheffner / Finisce che la protagonista vorresti fosse deportata dalla polizia francese quasi. Talmente tanto il regista ti vuole fare dire che la sua vita di piccolissime infime cose e strutture sociali è meritevole che sposa completamente il gusto prefettorale. La faute à voltaire per esempio ha un amore delle passioni della vita che contrappone agli sbirri a caccia di incongruenze economiche. Questo è un vomito di retorica confusa. 4



Concludo dicendo che forse quest'anno solo stato più duro su alcuni voti, alcuni 7 potevano essere 8, alcuni 8 9. Sarà che sono mancati proprio film che parlano in modo ATTIVO di desiderio o comunque ricerca umana forte. A parte hong sang soo. Manca proprio la base. C'è molta troppa stagnazione, spesso assecondata da una voglia di stabilità alternativa davvero fastidiosa o semplicemente triste.
Qualcosina me la segno sperando di trovarla da qualche parte in futuro
 

Togg

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Qualcosina me la segno sperando di trovarla da qualche parte in futuro
hong sang soo dagli 3-4 mesi e si troverà, quello della box e gli anarchici pure escono sicuro !
 

Togg

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Le frisson des vampires, Rollin
Ci sono un sacco di belle dinamiche umane ma sviluppate in modo affrettato e con poca cura degli spazi, non il suo migliore ma non importa :)
 

Togg

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Licorice Pizza, PTA
Davvero non capisco come pure per sto film ci possa essere uno scandalo "pedofilia" quando praticamente la differenza d'età è la cosa più interessante del tutto. E dura anche pochissimo. Dopo 20 minuti i due sono già completamente sullo stesso piano sociale, cosa completamente plausibile purtroppo. Il problema semmai è che il piano sociale è standard e tutto il film si sviluppa su questo lascia-prendi in cui niente conta, se non un chissà che guizzo che in realtà rende i due perfettamente uguali, e si sta a parlare di carrierismo a ruota. E va bene...
 

Togg

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Ebola Syndrome, Herman Yau
Molto molto bello. Personaggio mostruoso vedetelo. Me ne vedrai altri di lui ma ne ha fatti troppi!

The Blob, Chuck Russell
Bello. Entrambi i film si perdono un po' nel finale però non importa, in Ebola Syndrome è tutto così interessante che anche la rilassatezza ci può stare. Qui essenodo robe di lascia e prendi appena rilassi stanchi subito.
 

Floxy

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Non aprite quella porta, David Blue Garcia (2022)
Ennesimo film su Leatherface, ci sono modifiche alla classica storia e cambia l'arco temporale ma alla fine la minestra è sempre la stessa, un gruppo di ragazzi raggiunge il Texas e si fa trucidare fine. Nonostante questo però film si lascia comunque guardare perché le modifiche fatte alla trama lo rendono leggermente diverso dai precedenti capitoli, portando quindi un po' di novità. E poi ho apprezzato un sacco le scene splatter, eccezionali e molto realistiche rispetto ad altri film del genere. Ovviamente non è minimamente paragonabile ai capitoli del passato ma comunque consiglio la visione, soprattutto se si è fan del franchise.
 

Divodark

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Visto Wrath of Man - La Furia di Un Uomo con Jason Statham su PrimeVideo. Da premettere che non amo i film di Ritchie (The Gentlemen non è stato di mio gradimento) e nemmeno Jason Statham (per me monotematico e inespressivo in tutto). Questo film però mi è piaciuto, nella norma :asd: Non amo i continui salti temporali e il finale oltre che ad essere telefonatissimo non da un seguito a ciò che fa.
Nel complesso, per me sufficiente. Niente più.
 

dante3vergil

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Ennio
Gran documentario, soprattutto se si è appassionati di cinema, musica, e colonne sonore.

Once Upon A Time in America
Gigantesco. Ci sono alcune cose che mi sono sfuggite della trama, non spiegate, buttate un po' lì a caso, ma per il resto mi è piaciuto molto. Finale di un'amarezza rara.
 
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