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The Iron Claw (Sean Durkin) - Davvero un bel drama su una storia incredibilmente vera, mi è piaciuto molto! Zac Efron come lead è stato totalmente convincete, ma in generale tutti gli attori sono centratissimi. Consigliato ma tostarello da digerire, classico film "to feel bad" Tra i più recenti lo metterei al livello di Sound of Metal, anche quello è bello tosto.
credo avere visto solo la redux, quindi non saprei. In ogni caso consiglio Nobi di Tsukamoto
Modori River, Kumashiro
Un poeta che ha tante donne. Già che a me non piacciono i poeti... Pur scritto dal mio amato Haruhiko Arai non ho apprezzato troppo.
credo avere visto solo la redux, quindi non saprei. In ogni caso consiglio Nobi di Tsukamoto
Modori River, Kumashiro
Un poeta che ha tante donne. Già che a me non piacciono i poeti... Pur scritto dal mio amato Haruhiko Arai non ho apprezzato troppo.
Perché è il film sulla guerra forse più disturbante che ho visto. Proprio l'altra sera discutevamo di apocalipse now ed altri con un mio amico, e pur apprezzandolo (così come altri) ci siamo trovati d'accordo che Nobi è l'unico che davvero non ha un briciolo di mitizzazione della guerra.
Perché è il film sulla guerra forse più disturbante che ho visto. Proprio l'altra sera discutevamo di apocalipse now ed altri con un mio amico, e pur apprezzandolo (così come altri) ci siamo trovati d'accordo che Nobi è l'unico che davvero non ha un briciolo di mitizzazione della guerra.
By the Stream, Hong Sang-soo
Permettetemi di copiaincollare la mia mini recensione in inglese che devo dormire.
Post Kim Mim-Hee Hong Sang-soo is kind of like Dostoevsky. It manages to keep his moralism at bay by relegating exploding sexual conflict into a menacing background. In the meantime you get a full immersion into a specific set of socially stable humans that each have a alchoolic (feverish for Dostoevsky) wit that push them outside the realm of homogeneity.
It's allright.
Woman with Wet Fingers, Kumashiro
Odiato perché la donna protagonista sarebbe "abusiva" e perché c'è un bambino che piange veramente e tanto durante le riprese. Ne risulta che quindi è un bellissimo film e ve lo consiglio :D
Women Who Do Not Divorce, Kumashiro
Sempre sulla scia depressiva. Continuerà così fino alla fine dei suoi ultimi quattro film? Un mistero che risolverà a breve...
La Ronde, Ophuls
Uno strazietto queste vignette sessuali, leggo fu censurato, non so se crederci, na cosa acqua e sapone come poche.
Dal mio diario letterboxd, a settembre a quanto pare ho visto esattamente zero film, molto meglio ottobre e novembre.
Sick of myself – Borgli, 2022. Sottigliezza non pervenuta, nessun arco narrativo visibile e nessun tentativo di esplorare realmente un argomento o una relazione. Il soggetto di per sé sarebbe stato interessante e può comunque funzionare per passare una serata, ma resta una visione completamente vuota e inconcludente.
Gli oceani sono i veri continenti – Santambrogio, 2023. Molto ben girato e montato, con un ritmo contemplativo ma equilibrato, piacevole da seguire scena dopo scena. Tuttavia non è una visione particolarmente memorabile, e temo che me ne sarò completamente dimenticato tra un mese o due.
Blood simple – Coen, 1984. Praticamente perfetto, con un senso dello stile e della gestione delle informazioni ineccepibile, capace di aggiungere suspense e gravità a una trama che rimane sostanzialmente molto semplice. La sceneggiatura è sorprendentemente contenuta, con dialoghi eccellenti sì, ma anche lunghe pause di silenzio che permettono all’atmosfera e ai personaggi di respirare, senza mai interrompere lo svolgimento dell'intreccio. Non mancano nemmeno tocchi dell’umorismo caratteristico dei fratelli Coen, qui più implicito ma non per questo meno esilarante. Solo le sequenze oniriche non le ho trovate necessarie, ma perlomeno sono giusto un paio. Un grande film e un esordio straordinario, che fissa l'asticella altissima già in partenza.
Sexy beast – Glazer, 2000. Sicuramente un prodotto del suo tempo ma invecchiato sorprendentemente bene, nonché probabilmente uno dei migliori di di quel periodo nonostante mi sembri poco citato. Nel complesso un esordio notevole e tecnicamente solido, arricchito da grandi interpretazioni di tutto il cast. Semplicemente figo dall'inizio alla fine.
Jacob's ladder – Lyne, 1990. Ottiene molto con molto poco, creando immagini profondamente inquietanti grazie a un notevole controllo del ritmo e degli effetti visivi (merito anche di un brillante lavoro di montaggio) i quali rendono l'esperienza più tesa e disorientante, oltre che esteticamente convincente. Non mi è piaciuto lo spiegone finale, dato che tutti i pezzi del puzzle erano già stati messi sufficientemente in chiaro, e che soprattutto ho trovato la risoluzione banale e melensa. Ciò detto, resta un'esperienza notevole con molti momenti memorabili.
Audition – Miike, 1999. Ben eseguito ed efficace nel creare immagini e atmosfere disturbanti. Ripensandoci, anche il cambiamento di tono da un certo punto in poi è gestito sorprendentemente bene, e l'ultimo atto mi ha impressionato più di quanto mi aspettassi. Sotto la superficie non c'è molto, ma va bene per quello che è.
Juror #2 – Eastwood, 2024. Il soggetto è molto forte e la regia adeguata, ho trovato però la sceneggiatura un po' scolastica e didascalica e i personaggi di contorno monodimensionali. Inoltre ho difficoltà a guardare oltre il fatto che gran parte della tensione narrativa è dovuta semplicemente al sistema legale statunitense e alle sue falle, più che alla qualità dell'intreccio. La scena finale ha il merito di spingere lo spettatore a formulare una opinione propria senza imboccargli una soluzione pronta, ma mentirei se dicessi che lì per lì non l'ho trovata una vigliaccata clamorosa. Nel complesso un film competente, con un soggetto che forse avrebbe meritato qualcosa di più.
Civil war – Garland, 2024. Inaspettatamente piaciuto. La scelta di non spiegare nulla è un po' una vigliaccata sì, ma d'altra parte capisco che entrare nel merito della questione avrebbe rischiato di degenerare in un disastro fantapolitico. Ho trovato interessante e riuscita la focalizzazione sui fotoreporter, la cui storia funziona di per sé e si lega altrettanto bene al contesto narrativo del film. Alcune sequenze, sia pur non originali, sono ottimamente realizzate e insieme alla colonna sonora contribuiscono a creare un'atmosfera dolceamara molto intensa. Volendo fare dei paragoni, ci ho visto molto The last of us (specialmente il secondo) con alcuni tocchi di The hurt locker in alcune scene. Forse a caldo lo sto sopravvalutando, ritenendo comunque la sceneggiatura abbastanza superficiale e formulaica; ma è anche una visione che, pur non inventando nulla di nuovo, mi ha lasciato sensazioni forti, e credo che questo valga comunque qualcosa.
Annihilation – Garland, 2018. Ok questo è un disastro, letteralmente un B movie di quelli pallosi. Finito solo e soltanto per mio personale gusto dell'orrido, nonostante gli agghiaccianti dialoghi mi abbiano costretto a interromperlo almeno un paio di volte, prima di arrivare a un finale squisitamente trash che almeno in questo senso non può proprio deludere.
Anatomy of a murder – Preminger, 1959. Grande sceneggiatura ma ho faticato ha trovare interesse nella vicenda. Si focalizza esclusivamente sulla dialettica legale, al punto che tutto l'interesse si concentra non sui fatti in sé, ma solo sul come questi vengono presentati in relazione agli scopi delle due parti in causa. Alla fine arriva il verdetto della giuria, non molto ragionevole e senza particolari spiegazioni se non – come per Juror #2, di cui Preminger insieme a Lumet è stato chiaramente ispiratore – per le distorsioni del sistema legale statunitense, che però non riesco a trovare interessanti (né del tutto sensate anche se questo è tutto un'altro discorso). Due ore e mezza che scorrono incredibilmente bene considerando la densità informativa e la quasi assenza di varietà di situazioni e ambienti, grazie non solo a una regia e una sceneggiatura completamente in controllo della narrazione ma anche a una serie di interpretazioni magnetiche e capaci di lavorare contemporaneaemnte su più livelli – Stewart e Scott su tutti. Speravo solo che la materia trattata destasse in me maggiore interesse, ma va bene così.
Non ricordo le peculiarità della final cut ma per la prima visione direi o quella o l'originale, la redux la escluderei perché dilata fin troppo il ritmo e ricordo che le scene in più non aggiungessero molto valore, anzi.
anche stavolta vi metto la recensione in inglese che tanto so che siete forti e non avete bisogno che ve la traduca (non ci sono veri spoiler è solo per fare pulito)
This movie has it all.
I remember distinctly the talks when covid broke out, some were arguing that it was absolutelly fine to see people die in mass, that this is a normal and good thing for humanity. I also remember when Parasite, the movie, had its successfull run and people explained to me that the cinical ultra dark "everybody is a piece of shit" view of the world was so true. Or the complementary, classics, purity seekers, ready to spit on material reality to look for true souls.
In Shin Kamen Rider, all of those are villains that get kicked to death. It is one of the most satisfying experiences you can imagine.
The movie burst to the screen without bothering to give any context, it just dives deep into action and then creates one of the most astonishing girl character you can imagine that guide you through each step. The male protagonist is almost nothing compared to her, each time she speaks it's a blessing from the beginning to the end.
Then another one arrives, a friend-foe, dreamish above perfection. She improves upon everything you have seen this far regarding human dinamics, settings, combact etc. And then even more fights, more camera technologies, more visual effects, and more memorable dialogues. The main theme of love for the human struggle is fleshed out in its entirety.
Some will argue that there is no pacing, but you don't need pacing when you have so much to give. This is the explosive secret of Shin Kamen Rider.
A timeless masterpiece that will be remember as a heartful companion and an unexpected lesson in design.