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The Catch, Shinji Somai (1983)
Uno che decide di diventare pescatore perché ama la figlia di un pescatore.
Brutale, onestissimo e con uno sguardo esteso sulle loro vite. Pur non avendo personaggi atipici e neanche direi chissà che gran momenti di passione è un bellissimo film.
Mister Hula Hoop, Joel Coen. Altro grande film dei Coen che all'epoca fu un grosso flop al botteghino, per soggetto e sceneggiatura ricorda alcuni film di Capra, palese la somiglianza con Mr. Smith va a Washington, ma alla fine non da mai la sensazione di essere un omaggio fine a se stesso, è un film dei Coen a tutti gli effetti. Scenografie fantastiche che ricordano un po' Brazil, per chi ama quelle atmosfere lì è da recuperare assolutamente.
Passing Strangers, Arthur J. Bressan, Jr. (1974)
Un giovane omosessuale risponde ad un annuncio di giornale e comincia ad esplorare la sua sessualità. Metà del film sono scene di sesso esplicito, eppure non è un porno che che ne dica letterboxd, ha una bellissima progressione umana, dall'abbandono della solitudine alla scoperta dell'amore e soddisfazioni umane. C'è una transizione dal bianco e nero al colore bellissima, più delle scene per strada e in montagna davvero uniche.
Visto La Società della Neve, su Netflix. Tratto da una storia vera.
Film bello e girato molto bene. Peccato che proprio qualche mese fa vidi una docu-serie in 4 episodi su Discovery+ e me la sono praticamente spoilerata.
Luminous Woman, Shinji Somai (1987)
Un bestione di montagna le fa innamorare tutte però loro non vogliono sposarselo perché è fissato con la vita in montagna e basta. Molto bello quando segue l'aspetto umano di questi personaggi, per niente metaforico come temevo, si stanca un po' nella seconda parte.
Tokyo Heaven, Shinji Somai (1990)
Una ragazza famosa muore in un incidente causato da molestia e si reincarna come se stessa...
Premessa un po' noiosetta che il film si mette ad esplorare solo dal punto di vista della trama, e le poche cose umane che segue sono di un represso allucinante. Scritto da uno sceneggiatore esordiente quindi ci sta. Bocciato.
Chie the Brat, Isao Takahata (1981)
Una storia un po' atipica con padre violento col mondo e bambina atipica che deve capire come vivere. Un po troppo affollato e rapido in tutto nonostante duri un bel po'. Buon tentativo.
A hen in the wind, Ozu 1948. Un Ozu neorealista, controllatissimo nel bilanciare la crudezza di alcuni temi e scene con la pacatezza formale della rappresentazione e la sensibilità umana ad esse sottostante. Personalmente lo ho trovato bellissimo.
Adaptation, Jonze 2002. Seconda visione. Che mi ha lasciato in parte interdetto, siamo chiari il film è eccezionale e direi imperdibile, mi sono però venuti alcuni dubbi sull'ultimo atto in cui
smaltita la parte metanarrativa sulla genesi dell'opera stessa, si inventa un finale farcito di sequenze inseguimenti sparatorie e drammi umani, che sono esattamente ciò che tutto il resto del film dichiaratamente si sforzava di evitare. Ora, sono ben conscio che ciò sia stato deliberatamente previsto da Kaufman, tuttavia prendendo un attimo le distanze dall'esperienza filmica che resta oggettivamente ottima, viene da chiedersi se fosse effettivamente necessario prendere questa direzione, se il film non potesse chiudersi in maniera insoddisfacente come da programma, senza eventi né archi narrativi compiuti. È chiaro che l'operazione sia profondamente ironica, basti considerare l'assurdità di quanto viene messo in scena; ma non posso ignorare la sensazione che forse in parte abbia effettivamente voluto / dovuto accettare un compromesso per la vendibilità dell'opera, e che di compromesso si tratti benché fatto a modo suo e mettendo più volte (in tal caso ipocritamente?) le mani avanti. Forse dovrei dare più credito a Kaufman, e pensare che sia stata una scelta puramente ironica e indipendente, ma ad oggi la mia sensazione è un po' questa.
Do comunque per scontato che prima o poi lo rivedrò, come sicuramente rivedrò anche Being John Malkovich. Come ultima nota, non è possibile non citare un incredibile Cage in un indimenticabile doppio ruolo. E come ultimissima nota, bellissimo scoprire Brian Cox nella parte dell'insegnante, con alcune sfuriate che non possono che far pensare subito alla sua epocale interpretazione di Logan Roy in Succession.
Ho inoltre fatto un tentativo con Leviathan di Castaing-Taylor e Paravel, che desideravo vedere da anni e anni, ma che mi ha subito deluso. Forse complice una qualità video non adeguata, ma lo stavo trovando veramente troppo ripetitivo e privo di contenuto, ho perso immediatamente interesse. Peccato.
Mi sembra di ricordare che qui dentro fosti tu il primo a parlarne e in toni entusiastici però personalmente per quello che ho visto non ci ho davvero trovato granché. Voglio comunque vedere Caniba, sperando che prima o poi qualcuno si degni di pubblicarlo da qualche parte e che non sia perduto per sempre.
Fino all'ultimo indizio, 2021
Non malissimo fino al terribile finale, roba per fare gli alternativi del cazzo senza saperlo fare. Ma poi perchè Leto camminava tutto strano boh.
The Key, Toshiharu Ikeda (1997)
Due persone sposate e sessualmente represse iniziano a scrivere cose un poco poco porche nei rispettivi diari e...
fine. Era meglio se non scrivevano nei diari e magari forse succedeva qualcosa. Arriva poi l'alcol e altre droghe a rendere ogni singola dinamica ancora più indiretta. Poi parlano un casino, madonna quante cose hanno da dire alla telecamera senza mai divertirsi dicendole, perché appunto c'è il diario per quello... E' tutto sbagliato, le cose atipiche vengono banalizzate fondamentalmente perché i personaggi non rischiano granché, il rischio si presenta poi come una questione di soldi mai esplorata che non ha alcun peso. Forse Ikeda non si è saputo orientare essendo una produzione più piccola per la televisione? Triste perché finisce con lei che dice una frase che proprio mostra quanto zero abbia vissuto come personaggio.
Mi sembra di ricordare che qui dentro fosti tu il primo a parlarne e in toni entusiastici però personalmente per quello che ho visto non ci ho davvero trovato granché. Voglio comunque vedere Caniba, sperando che prima o poi qualcuno si degni di pubblicarlo da qualche parte e che non sia perduto per sempre.
Grindhouse - A prova di morte 2007
Era l'ultimo film di Tarantino che mi mancava. Eh meh mi ha fatto cagare. Dopo quasi 1 ora di ragazze che non smettono 1 secondo di parlare con dialoghi inutili, cè la seconda ora con altre ragazze che parlano parlano inutilmente, ma non sono neanche quei dialoghi che intrattengono sono solo una rottura di palle interminabile. L'unica scena decente è quella del primo incidente. Boh la trama non ho veramente capito cosa volesse raccontare. E poi basta piedi, penso che Tarantino abbia girato sto film solo per avere materiale con cui segarsi. Inutile.
Moving, Shinji Somai (1993)
LA bambina che si deve confrontare AL divorzio.
Retorico, wannabe universalista, ogni scena che più significativa si muore e sottolineato all'infinito dalla regia. Inguardabile eppure adorato da mi vien da dire molti ben pensanti.
Non so neanche da dove cominciare per esprimere la delusione. Digerito il fatto che il film sia volutamente over the top su tutto, a partire dall’ambientazione in una specie di Gotham City o Detroit di Robocop.
Dalle sequenze iniziali degli inseguimenti in cgi alienanti, alle crivellate di proiettili tarantiniane, ad un certo punto sembra poter funzionare quest’azione sfrenata senza senso, ma poi smette di farlo quasi subito. Inspiegabile la confusione a schermo dal regista dei due the raid, capolavori.
Hardy, Whitaker, Olyphant no sprecati, di più. Terribile, a stento la sufficienza ad essere generosi.
The Blair Witch Documentary, Jed Shepherd (2024)
Belle le informazione ma terribile il tono del docu, con musichette e montaggio frenetico senza motivo. Hanno delle riprese behind the scenes straordinarie e le distruggono così. Si scoprono molti dettagli interessanti sulla produzione e soprattutto per me su come abbiano gestito i livelli di conflitto nella sceneggiatura, nel bene e nel male visto che a me è sembrata eccessiva nel film originale.