The Blair witch project, Myrick e Sánchez 1999. È radicalmente semplice e a voler essere maliziosi comicamente low budget, ma l'idea è in effetti ben realizzata sia a livello registico che interpretativo. È molto facile liquidarlo a posteriori come una trovata pubblicitaria, ma personalmente credo che The Blair witch project sia proprio ciò che voleva (e poteva) essere, e che se ci si lascia un po' andare e si prova a immergersi nell'atmosfera che vuole ricreare, sappia essere un'esperienza sinceramente inquietante.
Dreams (sex love), Haugerud 2024. La fotografia morbidissima, la colonna sonora avvolgente e la narrazione fuori campo riescono in effetti a ricreare un'atmosfera onirica come da titolo, ho però dubbi sulla sceneggiatura che è più o meno letteralmente un'interminabile didascalia. Chiaro che era un po' l'intento del film quello di girare intorno a un'ellissi, assediarla di parole senza che in scena succeda poi quasi niente, ma senza un supporto solido, siano essi i personaggi o i temi sviluppati, rischia di rimanere un esercizio un po' vacuo (e a tratti retorico).
Crash, Cronenberg 1996. Finalmente recuperato, e incredibilmente ancora più pazzoide di quando non mi aspettassi. Personalmente adoro quando un'opera con un soggetto assurdo come questo riesce al tempo stesso a prendersi sul serio fino in fondo, senza però mai cercare di nasconderne l'intrinseca comicità, anzi lasciandola emergere in momenti e modi inaspettati. Difficile giudicarlo con una sola visione, ma sicuramente mi è piaciuto.
Made in Hong Kong, Fruit Chan 1997. Impossibile giudicarlo in maniera slegata rispetto al contesto storico, senza il quale risulterebbe in effetti meno leggibile e più superficiale di quanto non sia. Grezzissimo nella forma, e a suo modo audace nello scegliere attori discutibilmente fotogenici, è una storia molto semplice che però riesce a trasmettere il senso di frustrazione, impotenza, e ineluttabilità generazionale ed esistenziale della Hong Kong di fine anni Novanta, vista da chi proprio in quegli anni si trovava a dover decidere del proprio futuro, solo per vederselo togliere dalle mani. Lungi dall'essere un film perfetto né originale, trova però un'insospettabile forza nel messaggio che vuole trasmettere, e nel modo in cui sceglie di trasmetterlo.
Das weiße Band – Eine deutsche Kindergeschichte (Il nastro bianco), Haneke 2009. Discutibile la tesi implicita alla base del film, l'ho trovato comunque un racconto bellissimo, narrato con precisa eleganza e rappresentato in un bianco e nero magnifico. Lucido e freddo nella costruzione come il miglior Haneke, ma anche capace di avvolgere la vicenda in un'atmosfera di ineffabile mistero, permeandola di una strisciante, ancestrale inquietudine.
Bacalaureat (Graduation), Mungiu 2016. Non va troppo per il sottile nel rimarcare più e più volte le proprie tesi, ma ha il merito di sviluppare in maniera credibile il semplice dilemma al cuore dell'intreccio, così come i personaggi che ne fanno parte. Si poteva forse tagliare qualcosa e visivamente non è proprio molto di che, ma resta un film solido che ho seguito volentieri fino alla sorprendente e intelligente scena finale.
R.M.N., Mungiu 2022. Anche qui le tesi del regista sono chiare e ben sviluppate. Ho particolarmente apprezzato il fatto che (dopo una prima parte abbastanza retorica) il tema venga sufficientemente sfumato, senza ovviamente edulcorare o giustificare razzismi né bigottismi, qui rappresentati in tutta la loro frustrante tragicomicità, ma comunque suggerendo come classi diverse abbiano priorità e sensibilità diverse, e che un idealismo calato dall'alto in maniera approssimativa e talvolta ipocrita non potrà attecchire, ma dovrà essere coltivato a livello sociale e culturale. Scena finale molto suggestiva anche se un po' spiazzante e per me di non chiara lettura a una prima visione. Peccato solo che visivamente non sia granché, con una fotografia costantemente bluastra e una composizione delle immagini quasi mai ispirata. In ogni caso credo recupererò anche gli altri del regista, che ho appena scoperto e che mi sta sembrando molto valido.