Un ordine con cui approcciarmi ai film di Anderson? E solita domanda: si può andare anche col doppiato per eventuali visioni in compagnia?
Cronologico va benone //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Se la "compagnia" non si fa problemi coi subbi.. beh: vai di originale che non si sbaglia mai. Altrimenti no problema. I doppiaggi sono nella norma. Ecco, l'ultimo suo lavoro (essendo un ginepraio noir), doppiato potrebbe renderti meno arduo il compito.
Intanto finito tutto Anderson:
Il suo primo lavoro (
Sydney), acerbo ma non troppo, riprende stilemi del noir, del crime, e del taranta appena nato (Jackson), per sposarli con sensi di colpa, protezioni, rapporti padre-figlio, e il sano amore per il gioco d'azzardo (qui il pensiero va doveroso a
California Poker di Altman), anche se, invero, questa parte è marginale (purtroppo). Ancora da farsi, ma cala qualche carta vincente.
Al secondo film, invece, è già ammmmore vero:
Boogie Night, passa in rassegna una parte del mondo cinematografico e una parte di umanità che tra il passaggio di un'epoca (settanta/ottanta) , si scopre a fare i conti con la vita, tra passati difficili e futuro incerto, dove la certezza è il ritrovarsi e l'amicizia come vincolo parentale, affettivo. La Moore è deliziosa, si sa, ma la Graham.. Il piano sequenza finale, oltre che strizzare l'occhio a quello iniziale, presenta un tocco di classe immenso (il quadro). Formalmente in vena di influenze. Gli anni del nostro son 28: chapeau!
Due anni dopo forse il suo film più ambizioso:
Magnolia. Di sicuro ad entrare in scivolata con veemenza è Altman (
America oggi); ma la coralità si confà ad Anderson e nonostante la giovane età, dimostra di sapersi divincolare con buona abilità, tra gli interstizi familiari, le
regole del caos e l'insondabilità che ne deriva. Ci butta anche una biblica e significativa pioggia (d'effetto assicurato). Cruise per me resta ignobile, anche con registi di sto calibro.
Mi fermo con il lavoro che forse ha cominciato a plasmare l'Anderson che conosciamo oggi:
Ubriaco d'amore. Anderson che costruisce Anderson, in questa strampalata commedia sul disagio e sull'amore come chiave di volta, ortodossa anche nei cambi nei movimenti e nei riverberi. Forse proprio per essere un passaggio evolutivo, manca di qualcosa. Le metafore si raffreddano e girano un po' a vuoto. Pellicola ammirevole cmq sia. Sandler se la cava tutto sommato (non pensavo avrei mai detto una cosa del genere).
Da qui parte L'Anderson narratore, di saghe e di (non) eroi, di storia americana: dal fondamento economico (petrolio) alla religione e ai suoi miraggi predicatori e ai suoi proseliti (qui sia
Il petroliere che in forma più compiuta,
The Master). Entrambe le pellicole contaminate da un grande film:
Il figlio di Giuda di Richard Brooks. Anche se, pellicole con temi analoghi, sono presenti in buona parte della storia del cinema USA (altro esempio il bel dramma di Capra:
La donna del miracolo).
Fino ad arrivare a questa possibile nuova pelle Andersoniana (
Vizio di forma).
Mooolto curioso di vedere cosa ne verrà fuori, in futuro. Di sicuro abbiamo uno dei migliori autori in circolazione.
Sydney - 7
Boogie Night - 8,5
Magnolia - 8
Ubriaco d'amore - 7
Il petroliere - 8
The Master - 8,5
Vizio di forma - 8