Salto il mega commento, giusto un paio di parole per giustificare i voti. Trovo Anderson propabilmente il più grande cineasta americano contemporaneo insieme a Tarantino. Apprezzo tantissimo la programmaticità del suo cinema, che oramai si è completamente dispiegata con gli ultimi film: scavare nel passato americano per cercare le radici di quello che è stato il decadimento del paese. Il passaggio dai '70 agli '80 di Boogie Nights, l'avidità e il sangue su cui si è forgiato il paese ne Il Petroliere, i rapporti di potere post bellici in The Master, l'America sbandata e senza punti di riferimento di Vizio di Forma, intervallati da quelle parentesi contemporanee di umanità solitaria e alienata che sono Magnolia e Ubriaco d'Amore.
Venendo alle mie preferenze personali: preferisco più il primo periodo, quello dell'Anderson energico, capace di immergere pienamente lo spettatore nel mood del film, quello delle esplosioni di vitalità come il MAGNIFICO piano sequenza d'apertura di Boogie Nights, quello dell'intrecciarsi corale di tantissime storie. Ubriaco d'Amore è il film spartiacque: commedia dolceamara che dimostra la raggiunta maturità espressiva, con uno stile più contenuto, sempre tecnicamente eccezionale ma che si abbandona di meno ad eccessi quali il piano sequenza nominato in precedenza, e soprattutto che rinuncia alla coralità totale per concentrarsi su un numero ridotto di personaggi protagonisti. Il nuovo Anderson realizza film maestosi visivamente ed incredibilmente complessi e stratificati, tanto da rendere necessarie probabilmente una seconda visione per riuscire ad afferrarli completamente. Proprio nella maggior rigorosità e stratificazione si perte però quell'estrema vitalità che mi aveva fatto adorare i primi film e amare il regista. Si tratta sicuramente di grandissimi film ma, sempre rimanendo a livello personale, li ho apprezzati di meno proprio per il loro essere meno "vitali", per non essere riusciti ad immergermi nei loro mondi e nei loro personaggi come hanno fatto i primi film.
Si tratta insomma di film che colpiscono più di testa che al cuore, e soprattutto in The Master questa cosa l'ho sentita parecchio. A questo punto, la parentesi Vizio di Forma (che segna un probabile nuovo passaggio nella sua carriera? vedremo) mi è risultato incredibilmente più gradito dei film precedenti: ne mantengono la rigorosità espressiva, la complessità e la stratificazione (aiutati dal testo di Pynchon), ma in questo Anderson è riuscito in qualche modo ad infondere sprazzi del suo calore, della vitalità dei film del periodo precedente, tra le trame intricate del testo pynchoniano, una sintesi perfetta fra il cervello e il cuore. Se la prima visione confonde, la seconda ammalia: ecco perché consiglio a tutti quelli che l'hanno visto solo una volta di vederlo una seconda, ne gioveranno sicuramente. Se questo è l'inizio di un nuovo percorso di Anderson, mi aspetto tantissimo dai suoi prossimi film.
Hard Eight 6
Boogie Nights 9
Magnolia 9
Punch-Drunk Love 8
There Will Be Blood 8
The Master 7
Inherent Vice 8,5