ne approfitto allora //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif
Quentin Tarantino
Le Iene: 9
Pulp Fiction: 9,5
Jackie Brown: 7
Kill Bill Vol. 1: 8
Kill Bill Vol. 2: 7,5
Bastardi Senza Gloria: 8
Django Unchained: 8
L'unico appunto su Reservoir Dogs è che finisce troppo presto (o almeno è la sensazione che mi lascia dopo i titoli di coda) //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/azz.gifPulp fiction invece è il pinnacolo della formula tarantiniana e, tanto per ribadirlo, è un masterpiece senza tempo
E allora diamoglielo sto 10 dai :kappe:
Bene passo a Spielberg, almeno ne butto giù una parte:
Il suo esordio è folgorante,
Duel, non solo dispiega tematiche melvilliane, catapultando un individuo di fronte all'ignoto, all'impotenza di padroneggiare gli eventi, interiorizzando la paura ed esasperando i nervi (esemplare quando il protagonista nella tavola calda analizza la situazione con svariate congetture); ma ha il prestigio di consegnare al mondo del cinema un autore formidabile, non ancora assoggettato alla logica del dollaro.
La seguente pellicola è un altra produzione tv:
Il signore delle tenebre, un horror demoniaco trascurabile, che rinviene solo in un paio di occasioni (l'incipit; la serra), ma privo del mordente necessario che spesso un impianto televisivo non concede.
Sugarland Express, riprende il road-movie e le strade desertiche e polverose di
Duel, infilandoci ironia e inseguimenti in cui le forze dell'ordine e un certo fanatismo per le armi vengono vessati, mentre i due disperati protagonisti, riscuotono il gradimento comune di folle festanti al loro passaggio.
Col lavoro successivo (
Lo squalo), lo zione crea in un sol colpo due capisaldi: quello blockbuster e quello eco-vengeance. In questo colosso di tensione, Spielberg punta il dito contro una società avida e ottusa, ribaltando i ruoli (l'incredibile folla di sedicenti cacciatori di squali pronti a tutto per intascare la ricompensa).La pellicola raggiunge il culmine in mare aperto dove si scontrano ragione e istinto. Capolavoro melvilliano (il miglior film del regista), accompagnato da una colonna sonora passata alla storia.
A seguire, altro capolavoro dello zione:
Incontri ravvicinati del terzo tipo: uno sci-fi dal messaggio universale (ancora la paura per l'ignoto e l'inspiegabile, con la musica come conduttore di fratellanza tra noi e il
diverso (sia alieno che no).Rambaldi agli effetti e un Truffaut tra gli interpreti completano splendidamente il quadro.
Con
1941: allarme a Hollywood invece siamo dalle parti di commedia e parodia (in sceneggiatura Zemeckis e Gale): si deride L'america e i suoi simboli e si ci gusta un pazzo ossessionato dai giapponesi John Belushi, e l'irresistibile Dan Aykroyd, oltre ad un'interminabile e rocambolesca rissa.
Gli anni 80 ci consegnano un nuovo corso, dopo un confortante primo periodo settantiano, partendo subito con un personaggio icona ormai del cinema avventuroso per tutti: Indiana Jones:
Il primo per tempistica, novità, snodi narrativi, fanciullino spielberghiano e istanze mainstream resta ad oggi il migliore. Ci si avvicina il terzo episodio, grazie a un ottimo Connery e alla miglir battuta concessa a Marcus: "No grazie, niente acqua, i pesci ci fanno l'amore dentro".
Il secondo nonostanze innesti più horrorifici è troppo infantile e riciclato dal primo.
Su
E.T., sicuramente il nostro si lascia andare troppo e probabilmente è un lavoro forse troppo sopravvalutato, però innegabile la magia del racconto, ribaltando un po' i ruoli di Incontri ravvicinati (la paura viene dall'alieno). La creatura di Rambaldi è ormai un supercult.
Il colore viola è un po' come (in forma leggermente minore)
L'impero del sole: una paraculata.
Entrambi godono di un buon cappello ma di una parte finale da lacrima assistita che ne smorza la potenza evocativa (Il colore viola soprattutto); L'impero costruisce lo smarrimento del piccolo protagonista (Bale bambino già molto bravo) in maniera esemplare, peccato poi il tutto venga piegato ad un cinema dalla spettacolarità indolore, prediligendo le scene di massa accantonando il resto. Buono ma poteva essere ottimo. Mi fermo con il luna park dollaroso
Hook che soffoca la magia dell'isola che non c'è. Bambinesco male.
P.S.: giusto mi sono scordato il trascurabilissimo e zuccheroso Always: un capriccio del regista. da ricordare per l'ultima interpretazione di Audrey Hepburn.
Mi sono scordato anche di fare i complimenti al commento su
Boogie Night di Tetsuo: davvero interessante e pieno di spunti riflessivi da tenere certamente in considerazione //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif