Your Name. | J-Pop | Disponibile in BD/DVD e su Netflix | Live-action made in USA annunciato

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Visto pure io.

E' buffo come Shinkai se ne sia fregato totalmente della coerenza della trama, a partire dal fatto che nessuno dei due si era reso conto dei 3 anni di differenza (faccio notare che 3 anni di differenza farebbero sì che quello che è, ad esempio, un lunedì per lui, sarebbe un giovedì/venerdì per lei - senza contare l'anno, che ai giorni nostri lo si ritrova in ogni dispositivo digitale -, quindi è veramente impossibile che non se ne fossero accorti). Ma questo non è un problema: è lo stesso film che se ne sbatte totalmente di questo aspetto; non ci prova nemmeno, è quasi come se dicesse allo spettatore "toh, lascia perdere la trama, goditi il resto"... perchè sì, è il resto che rende (imho) Your Name un capolavoro.

I disegni li ho apprezzati veramente tanto; ma proprio tantissimo. Animazioni (ma la scena con i pastelli? vogliamo parlarne?) e soundtrack sono semplicemente sublimi.

La prima ora è indubbiamente la più debole, ma non per questo è da scartare. E' necessaria per far calare meglio lo spettatore nelle rispettive realtà dei due protagonisti, e anche se non è nulla di originale, i modi in cui è narrata sono comunque piacevoli (sono un grande appassionato di Ranma e di Yamada-kun to 7-nin no Majo :S ).

Ho dovuto trattenermi dal piangere nella scena in cui Mitsuha, aprendo la sua mano ed aspettandosi di trovare il nome di Taki, ha letto invece "Ti amo".

Avrei quasi non voluto vedere il "ringraziamento" di Shinkai all'inizio del film, perchè quando ha detto che "spero che usciate dalla sala felici" avevo sentito odore di happy ending - non che mi dispiacciano le happy ending, ma "sapere" che ci sarà un lieto fine rende il tutto un po' troppo... scontato.

Concordo con Metal circa l'ultima scena: personalmente avrei fatto concludere la pellicola nel momento in cui Taki e Mitsuha si vedevano sui treni (anche se sarebbe stato difficile inserirci un "Come ti chiami?" in quella situazione).

Come voto gli darei un 9,5/10. Purtroppo su MAL non ci sono i mezzi voti :morristend: Per ora gli ho dato 10, ma nei prossimi giorni vedrò se abbassarlo a 9 o se lasciargli 10 (magari dopo un rewatch in lingua originale?).

Concludo spezzando una lancia in favore del doppiaggio italiano: veramente ottimo. Penso che sia tranquillamente uno dei doppiaggi più adatti (per quanto riguarda gli anime) che abbia sentito.

 
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Visto pure io.

E' buffo come Shinkai se ne sia fregato totalmente della coerenza della trama, a partire dal fatto che nessuno dei due si era reso conto dei 3 anni di differenza (faccio notare che 3 anni di differenza farebbero sì che quello che è, ad esempio, un lunedì per lui, sarebbe un giovedì/venerdì per lei - senza contare l'anno, che ai giorni nostri lo si ritrova in ogni dispositivo digitale -, quindi è veramente impossibile che non se ne fossero accorti). Ma questo non è un problema: è lo stesso film che se ne sbatte totalmente di questo aspetto; non ci prova nemmeno, è quasi come se dicesse allo spettatore "toh, lascia perdere la trama, goditi il resto"... perchè sì, è il resto che rende (imho) Your Name un capolavoro.

I disegni li ho apprezzati veramente tanto; ma proprio tantissimo. Animazioni (ma la scena con i pastelli? vogliamo parlarne?) e soundtrack sono semplicemente sublimi.

La prima ora è indubbiamente la più debole, ma non per questo è da scartare. E' necessaria per far calare meglio lo spettatore nelle rispettive realtà dei due protagonisti, e anche se non è nulla di originale, i modi in cui è narrata sono comunque piacevoli (sono un grande appassionato di Ranma e di Yamada-kun to 7-nin no Majo :S ).

Ho dovuto trattenermi dal piangere nella scena in cui Mitsuha, aprendo la sua mano ed aspettandosi di trovare il nome di Taki, ha letto invece "Ti amo".

Avrei quasi non voluto vedere il "ringraziamento" di Shinkai all'inizio del film, perchè quando ha detto che "spero che usciate dalla sala felici" avevo sentito odore di happy ending - non che mi dispiacciano le happy ending, ma "sapere" che ci sarà un lieto fine rende il tutto un po' troppo... scontato.

Concordo con Metal circa l'ultima scena: personalmente avrei fatto concludere la pellicola nel momento in cui Taki e Mitsuha si vedevano sui treni (anche se sarebbe stato difficile inserirci un "Come ti chiami?" in quella situazione).

Come voto gli darei un 9,5/10. Purtroppo su MAL non ci sono i mezzi voti :morristend: Per ora gli ho dato 10, ma nei prossimi giorni vedrò se abbassarlo a 9 o se lasciargli 10 (magari dopo un rewatch in lingua originale?).

Concludo spezzando una lancia in favore del doppiaggio italiano: veramente ottimo. Penso che sia tranquillamente uno dei doppiaggi più adatti (per quanto riguarda gli anime) che abbia sentito.
Non ho capito la tua prima parte in spoiler

All'inizio i due sono entrambi nel 2013 e vivono gli stessi giorni, smettono di sentirsi e scambiarsi il corpo il 4 ottobre, quando lei "muore". Lui dopo 3 anni la va a cercare e qui viene la parte finale...
Comunque son tornato ora a casa dal cinema (mezzo pieno tra l'altro, son contento), fosse stato per me avrei pianto in più di un'occasione ma avendo due miei amici accanto non volevo sembrare un piagnone :asd:

Che dire? Da amante di Shinkai sapevo cosa mi sarei aspettato e quello ho trovato, forse anche un po' di più. Fatto sta che per tutto il film ho avuto un mente un racconto di Murakami. Non è molto lungo, ve lo posto sotto spoiler per curiosità

In una bella mattina di aprile, in una via laterale del quartiere di Harajuku, sono passato accanto a una ragazza perfetta, al 100%.

Non era una gran bellezza. E nemmeno di un’eleganza strepitosa. I capelli dietro la testa le avevano preso una brutta piega dormendo, e doveva essere vicina alla trentina. Eppure già a cinquanta metri di distanza avevo capito che era la ragazza perfetta per me. Dal momento in cui la vidi il cuore prese a battermi all’impazzata e l’interno della bocca mi divenne secco come la sabbia del deserto.

Forse anche a voi piace un tipo particolare di ragazza. Quelle che hanno le caviglie sottili, per esempio, o dei grandi occhi, o delle belle mani…, non so, magari vi attirano quelle che amano mangiare con calma, lentamente, o qualche altra caratteristica del genere. Ovviamente ho anch’io il mio tipo. Mi è già successo di andare al ristorante e restare affascinato dal naso della ragazza che sedeva alla tavola accanto.

Nessuno però può dire come dev’essere quella perfetta al 100%. Prendiamo la ragazza di quel mattino, non ricordo neppure che forma avesse il suo naso. Anzi, non ricordo neppure se avesse un naso. Tutto quello che ricordo è che non era una gran bellezza. Molto strano, vero?

— Ieri sono passato accanto alla ragazza perfetta al 100%, — dico a uno.

— Ah si? — mi risponde lui. — Era molto bella?

— No, non direi.

— Allora era proprio il tuo tipo?

— Non mi ricordo. Ho dimenticato tutto, che forma avessero i suoi occhi, se avesse molto seno o no…

— Strano.

— In effetti.

— Allora cos’hai fatto? — continua lui con aria annoiata. — Le hai parlato, l’hai seguita?

— Non ho fatto nulla, — rispondo io. — Le sono semplicemente passato accanto.

Lei camminava da est a ovest, io da ovest a est. In una mattina di aprile veramente piacevole.

Avrei voluto parlarle, anche soltanto per una mezz’oretta. Chiederle di lei, raccontarle di me. E soprattutto spiegarle le complicate combinazioni del destino che avevano fatto sì che noi due passassimo uno accanto all’altra in una strada laterale di Harajuku in una bella mattina di aprile del 1981. Di sicuro tutto ciò era denso di caldi segreti, come un antico meccanismo costruito in tempi di pace.

Dopo aver parlato di queste belle cose, avremmo potuto pranzare insieme, andare a vedere un film di Woody Allen, fermarci al bar di qualche albergo a bere qualcosa. E con un po’ di fortuna, magari finire insieme in un letto.

Una tale possibilità bussava alla porta del mio cuore.

La distanza tra lei e me si era ridotta a quindici metri.

«Bene, adesso le rivolgo la parola, — ho pensato. — Ma cosa le dico?»

«Buongiorno. Posso parlarle un momento, per favore? Mi bastano trenta secondi».

Assurdo. Mi avrebbe preso per un rappresentante di una compagnia di assicurazioni.

«Mi scusi, sa se c’è una tintoria aperta ventiquattr’ore su ventiquattro, da queste parti?»

Ancora peggio. Tanto per cominciare, non avevo neanche la borsa con la roba sporca!

Che fosse meglio dirle subito tutta la verità?

«Buongiorno. Lei per me è la ragazza perfetta al 100%».

Non mi avrebbe mai creduto. E anche supponendo il contrario, era probabile che non avesse nessuna voglia di parlare con me. «Io per lei sarò pure la ragazza perfetta, ma lei per me non è affatto l’uomo perfetto», mi avrebbe risposto. In tal caso, mi sarei sentito perduto, ne sono certo. Ormai ho trentadue anni, tutto sommato invecchiare significa proprio questo.

Le sono passato di fianco davanti a un negozio di fiori. Un lieve spostamento d’aria tiepida mi ha accarezzato la pelle. Il marciapiede d’asfalto era bagnato d’acqua, ho sentito un profumo di rose. Non le ho rivolto la parola, non ce l’ho fatta. Lei indossava una maglia bianca, e nella mano destra teneva una busta bianca alla quale mancava il francobollo. Una lettera per qualcuno. A giudicare dagli occhi terribilmente assonnati, poteva darsi che avesse passato la notte a scriverla. Poteva darsi che quella busta contenesse tutti i suoi segreti.

Ho fatto pochi passi e quando mi sono voltato la sua figura era già scomparsa tra la folla.

Naturalmente adesso so benissimo in che modo avrei dovuto abbordarla, quella volta. Ma comunque sarebbe stato un discorso troppo lungo, non avrebbe funzionato. Le idee che mi vengono in mente non sono mai molto pratiche.

Ad ogni modo quel discorso cominciava con «c’era una volta…» e finiva con «non pensa che sia una storia molto triste?»

***

C’erano una volta in un posto lontano un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo aveva diciotto anni, la ragazza sedici. Né l’uno né l’altra potevano dirsi molto belli, erano soltanto due ragazzi normali e solitari come ce ne sono ovunque. Però erano fermamente convinti che da qualche parte al mondo esistessero la ragazza e il ragazzo perfetti per loro, al 100%.

Un giorno camminando per la strada si trovarono faccia a faccia.

— Che sorpresa, ti ho cercata dappertutto, — disse il ragazzo alla ragazza. — Forse non mi crederai, ma tu per me sei la ragazza perfetta al 100%.

— Anche tu per me sei il ragazzo perfetto al 100%, — disse la ragazza. — Sei esattamente come ti immaginavo, in tutto e per tutto, mi sembra di sognare.

I due sedettero su una panchina nel parco, e parlarono, parlarono, senza stufarsi mai. Non si sentivano più soli. Trovare il compagno, la compagna perfetta, ed essere a propria volta trovati da lui, da lei, che cosa meravigliosa!

Nel cuore però nutrivano un piccolo, piccolissimo dubbio. Era giusto che un sogno si realizzasse così facilmente?

— Senti, facciamo un’altra prova, — disse allora il ragazzo in una pausa della conversazione. — Se siamo veramente perfetti al 100% l’uno per l’altra, di sicuro un giorno ci incontreremo di nuovo da qualche parte. E quando ci rincontreremo, se ci troveremo ancora perfetti al 100%, ci sposeremo subito, lì sul posto. Sei d’accordo?

— Sì, sono d’accordo. — rispose la ragazza.

Così i due si separarono.

Invece non c’era nessun bisogno di fare un’altra prova. Erano assolutamente perfetti l’uno per l’altra, al 100%. Ma le onde inevitabili del destino si presero gioco di loro.

Un inverno, entrambi si buscarono una brutta influenza che imperversava quell’anno, e dopo essere rimasti per molte settimane tra la vita e la morte, al risveglio avevano dimenticato completamente il proprio passato. Le loro teste erano vuote come il salvadanaio del giovane D. H. Lawrence.

Siccome però erano due ragazzi intelligenti e perseveranti, a costo di molti sforzi acquisirono una nuova coscienza e nuove capacità emotive, e tornarono a fare magnificamente parte della società. Furono di nuovo in grado di prendere la metropolitana, di cambiare linea, di andare alla posta per spedire una raccomandata. E sperimentarono di nuovo l’amore, al 75 o all’80%.

Intanto il ragazzo aveva compiuto trentadue anni, la ragazza trenta. Il tempo era passato a una velocità strabiliante.

Poi, in una bella mattina di aprile, lui stava camminando in una via laterale di Harajuku, da ovest a est, per fare colazione al bar, mentre lei percorreva la stessa strada da est a ovest per spedire una raccomandata. Si incrociarono a metà strada. Per un attimo un barlume dei vecchi ricordi illuminò i loro cuori.

«E la ragazza perfetta per me, al 100%», si disse lui.

«E il ragazzo perfetto per me, al 100%», si disse lei.

La luce dei loro ricordi però era troppo debole, le loro parole non erano chiare come quattordici anni prima. Si passarono accanto senza parlarsi, e scomparvero tra la folla in direzioni opposte.

Non pensa che sia una storia molto triste?

È così che avrei dovuto parlarle.
Tra l'altro conoscendo Shinkai mi sarei aspettato anche un finale del genere :asd:

P.S. Ho appena scoperto che è un grande fan di Murakami :morris82:

 
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Non ho capito la tua prima parte in spoiler
All'inizio i due sono entrambi nel 2013 e vivono gli stessi giorni, smettono di sentirsi e scambiarsi il corpo il 4 ottobre, quando lei "muore". Lui dopo 3 anni la va a cercare e qui viene la parte finale...
Veramente mi pare che non sia proprio così (poi magari ho sbagliato eh). Per quanto mi ricordi:

-lui viveva nel 2016, mentre lei nel 2013. Quando Mitsuha era nel corpo di Taki lei "viveva" nel 2016, mentre quando Taki era nel corpo di Mitsuha lui "viveva" nel 2013.

Conferme di questo fatto le si hanno:

1) quando Taki non sapeva nulla della cometa, perchè era un evento accaduto 3 anni prima e che non ha avuto particolare rilevanza per lui - al tempo (avviene circa a metà film)

2) quando Taki scopre che Mitsuha era nell'elenco dei morti per la catastrofe

3) quando Mitsuha dà a Taki il suo legaccio per capelli, ma Taki non la riconosce proprio: questo incontro è avvenuto nel 2013, quando Taki non sapeva ancora nulla di nulla su Mitsuha (<---- questo evento è fondamentale per comprendere che "vivevano" in due periodi distinti! Se fossero vissuti nello stesso periodo, allora Taki si sarebbe sicuramente ricordato di Mitsuha)

Taki, bevendo il sake "speciale", ha avuto l'opportunità di ri-tornare nel corpo di Mitsuha (3 anni prima) e, di fatto, ha cambiato il passato.

Quando si reincontrano alla fine, sono passati 8 anni dalla cometa, quindi è circa il 2021.

In ogni caso, penso fosse evidente che il "Giappone" di Mitsuha si collocava 3 anni prima del "Giappone" di Taki, nei periodi in cui avevano lo scambio di corpi. Se così non è - ossia, se sia Taki che Mitsuha avevano lo scambio di corpi nello stesso anno - allora il punto 3) (ma anche il punto 1) :asd: ) da me scritto sopra è un grosso plot-hole :morristend:
 
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Non ho capito la tua prima parte in spoiler
All'inizio i due sono entrambi nel 2013 e vivono gli stessi giorni, smettono di sentirsi e scambiarsi il corpo il 4 ottobre, quando lei "muore". Lui dopo 3 anni la va a cercare e qui viene la parte finale...
Comunque son tornato ora a casa dal cinema (mezzo pieno tra l'altro, son contento), fosse stato per me avrei pianto in più di un'occasione ma avendo due miei amici accanto non volevo sembrare un piagnone :asd:

Che dire? Da amante di Shinkai sapevo cosa mi sarei aspettato e quello ho trovato, forse anche un po' di più. Fatto sta che per tutto il film ho avuto un mente un racconto di Murakami. Non è molto lungo, ve lo posto sotto spoiler per curiosità

In una bella mattina di aprile, in una via laterale del quartiere di Harajuku, sono passato accanto a una ragazza perfetta, al 100%.

Non era una gran bellezza. E nemmeno di un’eleganza strepitosa. I capelli dietro la testa le avevano preso una brutta piega dormendo, e doveva essere vicina alla trentina. Eppure già a cinquanta metri di distanza avevo capito che era la ragazza perfetta per me. Dal momento in cui la vidi il cuore prese a battermi all’impazzata e l’interno della bocca mi divenne secco come la sabbia del deserto.

Forse anche a voi piace un tipo particolare di ragazza. Quelle che hanno le caviglie sottili, per esempio, o dei grandi occhi, o delle belle mani…, non so, magari vi attirano quelle che amano mangiare con calma, lentamente, o qualche altra caratteristica del genere. Ovviamente ho anch’io il mio tipo. Mi è già successo di andare al ristorante e restare affascinato dal naso della ragazza che sedeva alla tavola accanto.

Nessuno però può dire come dev’essere quella perfetta al 100%. Prendiamo la ragazza di quel mattino, non ricordo neppure che forma avesse il suo naso. Anzi, non ricordo neppure se avesse un naso. Tutto quello che ricordo è che non era una gran bellezza. Molto strano, vero?

— Ieri sono passato accanto alla ragazza perfetta al 100%, — dico a uno.

— Ah si? — mi risponde lui. — Era molto bella?

— No, non direi.

— Allora era proprio il tuo tipo?

— Non mi ricordo. Ho dimenticato tutto, che forma avessero i suoi occhi, se avesse molto seno o no…

— Strano.

— In effetti.

— Allora cos’hai fatto? — continua lui con aria annoiata. — Le hai parlato, l’hai seguita?

— Non ho fatto nulla, — rispondo io. — Le sono semplicemente passato accanto.

Lei camminava da est a ovest, io da ovest a est. In una mattina di aprile veramente piacevole.

Avrei voluto parlarle, anche soltanto per una mezz’oretta. Chiederle di lei, raccontarle di me. E soprattutto spiegarle le complicate combinazioni del destino che avevano fatto sì che noi due passassimo uno accanto all’altra in una strada laterale di Harajuku in una bella mattina di aprile del 1981. Di sicuro tutto ciò era denso di caldi segreti, come un antico meccanismo costruito in tempi di pace.

Dopo aver parlato di queste belle cose, avremmo potuto pranzare insieme, andare a vedere un film di Woody Allen, fermarci al bar di qualche albergo a bere qualcosa. E con un po’ di fortuna, magari finire insieme in un letto.

Una tale possibilità bussava alla porta del mio cuore.

La distanza tra lei e me si era ridotta a quindici metri.

«Bene, adesso le rivolgo la parola, — ho pensato. — Ma cosa le dico?»

«Buongiorno. Posso parlarle un momento, per favore? Mi bastano trenta secondi».

Assurdo. Mi avrebbe preso per un rappresentante di una compagnia di assicurazioni.

«Mi scusi, sa se c’è una tintoria aperta ventiquattr’ore su ventiquattro, da queste parti?»

Ancora peggio. Tanto per cominciare, non avevo neanche la borsa con la roba sporca!

Che fosse meglio dirle subito tutta la verità?

«Buongiorno. Lei per me è la ragazza perfetta al 100%».

Non mi avrebbe mai creduto. E anche supponendo il contrario, era probabile che non avesse nessuna voglia di parlare con me. «Io per lei sarò pure la ragazza perfetta, ma lei per me non è affatto l’uomo perfetto», mi avrebbe risposto. In tal caso, mi sarei sentito perduto, ne sono certo. Ormai ho trentadue anni, tutto sommato invecchiare significa proprio questo.

Le sono passato di fianco davanti a un negozio di fiori. Un lieve spostamento d’aria tiepida mi ha accarezzato la pelle. Il marciapiede d’asfalto era bagnato d’acqua, ho sentito un profumo di rose. Non le ho rivolto la parola, non ce l’ho fatta. Lei indossava una maglia bianca, e nella mano destra teneva una busta bianca alla quale mancava il francobollo. Una lettera per qualcuno. A giudicare dagli occhi terribilmente assonnati, poteva darsi che avesse passato la notte a scriverla. Poteva darsi che quella busta contenesse tutti i suoi segreti.

Ho fatto pochi passi e quando mi sono voltato la sua figura era già scomparsa tra la folla.

Naturalmente adesso so benissimo in che modo avrei dovuto abbordarla, quella volta. Ma comunque sarebbe stato un discorso troppo lungo, non avrebbe funzionato. Le idee che mi vengono in mente non sono mai molto pratiche.

Ad ogni modo quel discorso cominciava con «c’era una volta…» e finiva con «non pensa che sia una storia molto triste?»

***

C’erano una volta in un posto lontano un ragazzo e una ragazza. Il ragazzo aveva diciotto anni, la ragazza sedici. Né l’uno né l’altra potevano dirsi molto belli, erano soltanto due ragazzi normali e solitari come ce ne sono ovunque. Però erano fermamente convinti che da qualche parte al mondo esistessero la ragazza e il ragazzo perfetti per loro, al 100%.

Un giorno camminando per la strada si trovarono faccia a faccia.

— Che sorpresa, ti ho cercata dappertutto, — disse il ragazzo alla ragazza. — Forse non mi crederai, ma tu per me sei la ragazza perfetta al 100%.

— Anche tu per me sei il ragazzo perfetto al 100%, — disse la ragazza. — Sei esattamente come ti immaginavo, in tutto e per tutto, mi sembra di sognare.

I due sedettero su una panchina nel parco, e parlarono, parlarono, senza stufarsi mai. Non si sentivano più soli. Trovare il compagno, la compagna perfetta, ed essere a propria volta trovati da lui, da lei, che cosa meravigliosa!

Nel cuore però nutrivano un piccolo, piccolissimo dubbio. Era giusto che un sogno si realizzasse così facilmente?

— Senti, facciamo un’altra prova, — disse allora il ragazzo in una pausa della conversazione. — Se siamo veramente perfetti al 100% l’uno per l’altra, di sicuro un giorno ci incontreremo di nuovo da qualche parte. E quando ci rincontreremo, se ci troveremo ancora perfetti al 100%, ci sposeremo subito, lì sul posto. Sei d’accordo?

— Sì, sono d’accordo. — rispose la ragazza.

Così i due si separarono.

Invece non c’era nessun bisogno di fare un’altra prova. Erano assolutamente perfetti l’uno per l’altra, al 100%. Ma le onde inevitabili del destino si presero gioco di loro.

Un inverno, entrambi si buscarono una brutta influenza che imperversava quell’anno, e dopo essere rimasti per molte settimane tra la vita e la morte, al risveglio avevano dimenticato completamente il proprio passato. Le loro teste erano vuote come il salvadanaio del giovane D. H. Lawrence.

Siccome però erano due ragazzi intelligenti e perseveranti, a costo di molti sforzi acquisirono una nuova coscienza e nuove capacità emotive, e tornarono a fare magnificamente parte della società. Furono di nuovo in grado di prendere la metropolitana, di cambiare linea, di andare alla posta per spedire una raccomandata. E sperimentarono di nuovo l’amore, al 75 o all’80%.

Intanto il ragazzo aveva compiuto trentadue anni, la ragazza trenta. Il tempo era passato a una velocità strabiliante.

Poi, in una bella mattina di aprile, lui stava camminando in una via laterale di Harajuku, da ovest a est, per fare colazione al bar, mentre lei percorreva la stessa strada da est a ovest per spedire una raccomandata. Si incrociarono a metà strada. Per un attimo un barlume dei vecchi ricordi illuminò i loro cuori.

«E la ragazza perfetta per me, al 100%», si disse lui.

«E il ragazzo perfetto per me, al 100%», si disse lei.

La luce dei loro ricordi però era troppo debole, le loro parole non erano chiare come quattordici anni prima. Si passarono accanto senza parlarsi, e scomparvero tra la folla in direzioni opposte.

Non pensa che sia una storia molto triste?

È così che avrei dovuto parlarle.
Tra l'altro conoscendo Shinkai mi sarei aspettato anche un finale del genere :asd:

P.S. Ho appena scoperto che è un grande fan di Murakami :morris82:
Uhm ammetto anch'io di essere entrato a pieno nel mindblow generale dopo la prima parte del film ma una scena in particolare mi ha fatto collegare tutto e non credo sia andata come dici tu.

Perchè da quello che ho capito Mitsuha e Taki stanno in due linee temporali diverse rispettivamente una di tre anni avanti e una di tre anni indietro, ha confermato tutto la scena di lei quando lo va a trovare a Tokyo e lui non la riconosce perchè appunto lei sta 3 anni indietro e non si conoscono ancora. Invece la fine dello scambio di corpo è dovuto alla morte di Mitsua nella sua linea temporale, quindi 3 anni indietro con la caduta della cometa.

Infatti Taki quando cerca di andare a trovarla, e i suoi amici e i tizi del ristorante scoprono il nome del villaggio si sono tutti stupiti perchè non sa del disastro di 3 anni fa'.

Comunque non so voi, ma io ho una voglia matta di rivederlo l'attesa per l'edizione home video sarà durissima.

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Uhm ammetto anch'io di essere entrato a pieno nel mindblow generale dopo la prima parte del film ma una scena in particolare mi ha fatto collegare tutto e non credo sia andata come dici tu.

Perchè da quello che ho capito Mitsuha e Taki stanno praticamente in due linee temporali diverse rispettivamente una di tre anni avanti e una di tre anni indietro, ha confermato tutto la scena di lei quando lo va a trovare a Tokyo e lui non la riconosce perchè appunto lei sta 3 anni indietro e non si conoscono ancora. Invece la fine dello scambio di corpo è dovuto alla morte di Mitsua nella sua linea temporale, quindi 3 anni indietro con la caduta della cometa.

Infatti Taki quando cerca di andare a trovarla, quando i suoi amici e i tizi del ristorante scoprono il nome del villaggio si sono tutti stupiti perchè non sa del disastro di 3 anni fa'.
Eh; mi fa piacere avere sostegno:

sono ancora un po' scombubulato dai feels e poteva benissimo essere che mi ero "perso" una parte in cui si spiegava che vivevano nello stesso periodo.



Comunque non so voi, ma io ho una voglia matta di rivederlo l'attesa per l'edizione home video sarà durissima.

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Anche io vorrei rivederlo ASAP, ma in lingua originale.

 
Si è vero, avete ragione entrambi :sisi:

Ora capisco perchè non l'ha riconosciuta e ora ho capito che non si è messo a cercarla 3 anni dopo, mi sembrava abbastanza strano :rickds: Venivo da una partita di calcio giocata al gelo alle 17, qualche neurone sarà partito :asd: Grazie ora "ha più senso". :nev:
Per l'edizione home video bisognerà davvero aspettare molto?

 
Per l'edizione home video bisognerà davvero aspettare molto?
Eh nella pagina FB di Dynit hanno detto così, perchè in Giappone lo stanno trasmettendo e quindi bisognerá ancora aspettare un bel po'. Appena esce lo prendo subito comunque, ci tengo tantissimo ad averlo insieme al romanzo.

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Eh nella pagina FB di Dynit hanno detto così, perchè in Giappone lo stanno trasmettendo e quindi bisognerá ancora aspettare un bel po'. Appena esce lo prendo subito comunque, ci tengo tantissimo ad averlo insieme al romanzo.
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Non so se lo prenderò il romanzo. Con il biglietto del cinema però si ha uno sconto sul libro vero? Si sa di quanto?

 
Non so se lo prenderò il romanzo. Con il biglietto del cinema però si ha uno sconto sul libro vero? Si sa di quanto?
Si si, anche se a me il romanzo è arrivato ieri quindi niente sconto (ma dentro c'è un coupon per il film quindi ho risparmiato lo stesso) :sad2:

Penso saranno tipo 2 euro in meno come per il coupon.

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Ah, comunque faccio notare che il cinema in cui sono stato (Victoria di Modena) ha fatto sold-out per tutti e 3 le proiezioni in questi 3 giorni. Personalmente, trovo che ci fosse anche sin troppa gente...

 
Si si, anche se a me il romanzo è arrivato ieri quindi niente sconto (ma dentro c'è un coupon per il film quindi ho risparmiato lo stesso) :sad2:
Penso saranno tipo 2 euro in meno come per il coupon.

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Capisco, vedrò di informarmi :sisi:

Ah, comunque faccio notare che il cinema in cui sono stato (Victoria di Modena) ha fatto sold-out per tutti e 3 le proiezioni in questi 3 giorni. Personalmente, trovo che ci fosse anche sin troppa gente...
Da me stasera erano occupati tutti i posti centrali, (40-50 persone circa, forse un po' di più) di solito i cinema quando vado son deserti quindi penso sia ottimo :sisi: Sinceramente non capisco la strategia dei tre giorni lunedi-martedi-mercoledi, fai una settimana o piuttosto venerdi+week-end e secondo me avrebbe fatto ottimi numeri :sisi: Dovrebbero rischiare una volta tanto, soprattutto ora che ne avevano l'occasione con un gran bel film

 
Ci sono stato ieri sera e naturalmente mi è piaciuto! I disegni sono sempre stupendi e anche le sigle / la musica mi è piaciuto molto. Mi pareva ci fosse qualche imperfezione audio, ma forse dovuta alla pellicola? Senza svelare niente, che non sia già stato reso pubblico nei trailer, posso condividere queste impressioni sulla storia:

occhio spoiler involontario: qualcuno mi ha fatto presente che conoscendo il film da me citato spoiler la storia, quindi evitate leggere se non avete ancora visto "your name"

l’idea non è nuova, almeno io me la ricordo ancora dal film “La casa sul lago del tempo (The Lake House)

Comunque la realizzazione mi è piaciuta e mi ha strappato in diverse occasioni una gustosa risata (chi ha visto capirà). Avete notato che non mancava nemmeno un riferimento / omaggio al film precedente di Makoto Shinkai “IL GIARDINO DELLE PAROLE” (il nome del ristorante dove lavora Taki) il film entrerà sicuramente nella mia (ampia) raccolta DVD Anime.

Dispiace solo che la NEXO non abbia nemmeno fatto un manifesto dedicato al film, solo quello cumulativo.

Prossimi appuntamenti sicuri miei saranno “OLTRE LE NUVOLE” dello stesso regista e “SWORD ART ONLINE ORDINAL SCALE (The Movie)”, serie che mi era piaciuta parecchio quando lo vidi su RAI4.

 
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Da me stasera erano occupati tutti i posti centrali, (40-50 persone circa, forse un po' di più) di solito i cinema quando vado son deserti quindi penso sia ottimo :sisi: Sinceramente non capisco la strategia dei tre giorni lunedi-martedi-mercoledi, fai una settimana o piuttosto venerdi+week-end e secondo me avrebbe fatto ottimi numeri :sisi: Dovrebbero rischiare una volta tanto, soprattutto ora che ne avevano l'occasione con un gran bel film
questa è una questione che viene sollevata sempre, ma per me tanto i distributori quanto gli esercenti devono ancora capire come è meglio trattare questi eventi anime, e quindi è più che comprensibile che ancora ci si riduca a pochi giorni settimanali. di base credo che a nessuno faccia piacere perdere soldi, ma se si arriva a soluzioni del genere è perché allo stesso tempo rimane rischioso in termini economici lasciare in una sala per un'intera settimana un film che rischia di fare numeri bassissimi. episodi come questo infatti direi che sono più un'eccezione che una norma, anche solo agli ultimi ghibli (la ricompensa del gatto, marnie) o all'ultimo hosoda ho visto molta meno gente in sala, e analogamente credo che con i prossimi si registreranno numeri inferiori.

sicuramente però avere avuto un successo simile manderà un messaggio positivo :sisi: o almeno si spera.

 
A proposito di successo hanno aggiunto nuove date, il 31/01 e il 1/02. Chi non è riuscito a vederlo negli ultimi tre giorni ha un'altra possibilità. :sisi:

 
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questa è una questione che viene sollevata sempre, ma per me tanto i distributori quanto gli esercenti devono ancora capire come è meglio trattare questi eventi anime, e quindi è più che comprensibile che ancora ci si riduca a pochi giorni settimanali. di base credo che a nessuno faccia piacere perdere soldi, ma se si arriva a soluzioni del genere è perché allo stesso tempo rimane rischioso in termini economici lasciare in una sala per un'intera settimana un film che rischia di fare numeri bassissimi. episodi come questo infatti direi che sono più un'eccezione che una norma, anche solo agli ultimi ghibli (la ricompensa del gatto, marnie) o all'ultimo hosoda ho visto molta meno gente in sala, e analogamente credo che con i prossimi si registreranno numeri inferiori.
sicuramente però avere avuto un successo simile manderà un messaggio positivo :sisi: o almeno si spera.
l
hosoda prima de "the boy and the beast" aveva all'attivo "solamente" tre bellissimi film, poco conosciuti per chi non frequenta l'ambiente.. mettici anche le a mio avviso ingiustificate critiche e la frittata è fatta..

mentre per i due recenti film dello studio ghibli purtroppo non si respirava l'aria da grande pellicola degli anni passati, inutile negarlo.. anche se ricordo per "quando c'era marnie" la sala discretamente piena al campus di parma..

 
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Visto, veramente stupendo. Un ragazzo dietro di me ha pianto come una fontana.

 
Visto ieri sera e devo ancora capire se mi è piaciuto o no. L'unica cosa di cui sono sicuro è che non mi capacito del successo stratosferico del film, le tematiche affrontate (come già detto da altri di voi ) sono le solite care a Shinkai ma non ho visto nessun particolare passo in avanti rispetto ai suoi precedenti film. La comicità iniziale sinceramente mi ha lasciato indifferente, gag che sanno di già visto. Il film comincia a decollare piano piano e l'intreccio si fa più complesso mano a mano, senza però risultare mai troppo criptico o incomprensibile. Sceneggiatura buona e tanti feels che però mi sono parsi quasi forzati e ricercati a tutti i costi.

soprattutto nel finale con quel tira e molla sul loro ipotetico incontro, troppo tirato per le lunghe
Come al solito però una gioia per gli occhi

in particolare la sequenza più onirica dove cambia completamente lo stile, molto bella
Nel complesso direi che se proprio devo dare un voto un 7/7,5 se lo porta a casa, anche se dovrei rivederlo per un giudizio più approfondito :asd:

 
non capisco perché tutti si aspettano un passo in avanti nello stile di shinkai.. ma rispetto a cosa..? non è che esiste uno stile base e uno stile "avanzato" che raggiungi dopo x anni di carriera..

eh ma i film di shinkai sono tutti uguali (cit.).. e grazie al *****, altrimenti sarebbero i film di un altro regista.. boh..

 
Per chi non ha potuto andarci, tornerà nelle sale il 31 gennaio e 1 febbraio.

 
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