11 ore, 39 minuti, 55 secondi.
54% di oggetti raccolti.
Questo dice l'orologio di Dread, che non si cura dei miei retry, delle mille volte che sono caduto, dello sconforto, dell'impotenza manifesta con la quale spesso mi ha costretto a confrontarmi.
Difficile trovare le parole per questo finale, un infinito climax che riporta alla mente l'epicità di The Wonderful 101.
Il degno sigillo per un capolavoro che annichilirà i limiti imposti dal tempo risultando sempre attuale.
Un capitolo che prende il meglio dei suoi illustri predecessori 2D, lo unisce al fascino del 3D, e lo mischia con quel gusto per la spettacolarità e l'acrobaticità un po' "tamarra" che si era intravista con ottimi guizzi anche in Other M.
Che un po' sorride fiero, assaporando un dolce riscatto insieme al padre Sakamoto.
Un ritmo così serrato, condensato nel più longevo dei Metroid 2D, è indice di una notevolissima ispirazione, di una dedizione assoluta che non può essere scalfita.
L'accelerazione nel finale è intensa, turbante, necessaria.
Penso davvero di trovarmi di fronte al miglior titolo per Switch, mio personalissimo picco generazionale.
Ho ancora bisogno di metabolizzare, smaltire, riassaporare, comprendere.
Comprendere una esondazione di lore e avvenimenti che mi costringono a guardarmi dietro e trovare nuove chiavi di lettura, cercare a tentoni indizi nascosti nel passato, per poter interpretare ed immaginare il futuro della saga.
Bentornata Samus, ti prego non lasciarci più.