La tiritera sul genere è una masturbazione superflua. I temi cardine di cui si fa portavoce sono ampiamente trattati nel genere fantascienza, prima e dopo la nascita del "Cyberpunk".
Se proprio si deve fare questa netta distinzione, separando il filone classico da quelli dopo (o prima), lo si deve fare per linea temporale. I classici sono differenti perché differente è l'ottica con la quale si guardano gli argomenti e quest'ottica sono gli anni ottanta. Passati quelli diventa sostanzialmente un retrostile cercare di emulare quel costrutto sociale, così impattante e forte per gli artisti dell'epoca.
A conti fatti, manco Ghost in the Shell è QUEL Cyberpunk. "Nulla" lo è, passata la carrellata degli anni '80, ed è praticamente la linea di pensiero di Gibson. Al massimo è un cercare di ritornare a quel movimento culturale con una retroprospettiva. Ma non sarà mai la stessa cosa.
Viene da sé che un opera come CP2077 che deriva da un opera figlia degli inizi del '90 abbia visioni e ottiche (parzialmente) differenti sugli argomenti, seppur questi ultimi siano mutuati dal genere stesso. Perché in CP corporazioni, gang, identità, libertà, tech, cavi, sobborghi, ricchezza, povertà, cyberspazio, nave di Teseo, ci sono. Sono trattati sempre con profondità accurata? No. Sono trattati con quello spiccato nichilismo anni '80? No. Ma stanno lì.