Ufficiale Fantasy - saghe letterarie

  • Autore discussione Autore discussione Vokyal
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Sento parlare molto bene del libro "La via dei Re" di Sanderson. Qualcuno che l'abbia letto?
Non l'ho ancora letto, però TUTTI parlano di un gran bene di Sanderson. La Via dei Re è il primo libro della saga della Folgoluce e l'autore ha già annunciato che sarà lunga 10 volumi (!!!), quindi finirà in 10-15 anni se va bene //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Se vuoi avvicinarti a Sanderson ti consiglio di puntare su Elantris, Il Conciliatore oppure la quadrilogia di Mistborn.

 
Non l'ho ancora letto, però TUTTI parlano di un gran bene di Sanderson. La Via dei Re è il primo libro della saga della Folgoluce e l'autore ha già annunciato che sarà lunga 10 volumi (!!!), quindi finirà in 10-15 anni se va bene //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
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allora posso anche aspettare a iniziarla //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Sento parlare molto bene del libro "La via dei Re" di Sanderson. Qualcuno che l'abbia letto?
Il primo romanzo di questa serie ha principalmente lo scopo di introdurre tutti i personaggi principali della vicenda.Comunque te lo consiglio.Sanderson ha affermato che questa serie sarà composta da due archi narrativi ciascuno dei quali strutturato in 5 libri.

 
Fabiana Redivo

Finalista al Concorso Letterario Nord, bandito dalla casa editrice Nord, con il racconto Il Sigillo dei due mondi, Fabiana Redivo ha scritto numerosi racconti. È giunta alla notorietà grazie alle due trilogie ambientate in un mondo controllato dai quattro elementi: Afra la terra, Hydara l'acqua, Pyrxos il fuoco e Harj l'aria. Ad ognuno di essi è legato un popolo. Protagonista della saga è il mago Derbeer.

Fabiana Redivo, nata il 1° giugno 1960, a Trieste, città in cui vive assieme al marito Claudio Severini e il figlio Andrij.

Esordisce nel 2000 con Il Figlio delle Tempeste, (primo volume della Saga del mago Derbeer, nota anche come Derbeer dei Mille Anni). Nel 2005, l’ultimo dei sei romanzi che la compongono, La spada dei re, vince a Fiuggi il 31° Premio Italia quale miglior romanzo fantasy italiano, quando ormai la casa editrice è entrata a far parte del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS).

A seguito del successo ottenuto, nel sito http://www.centostoriecantastorie.it/ dà vita a un progetto che offre spazio agli appassionati per scrivere racconti o romanzi, da soli o in gruppo, ambientati appunto nel mondo di Derbeer.

Diventa membro dell’Associazione “Piazza dei Bardi”, che indice dal 2010 il Premio Cittadella al miglior libro italiano fantasy per adulti.

Fa parte di numerose giurie per assegnazione di premi letterari, come ad esempio il Premio Letterario Internazionale “Vilegnovella dal Judri” (http://www.culturaglobale.it ) e il Premio Cittadella sopra citato.

Nel marzo 2011, fonda assieme ad alcune amiche l’Associazione Culturale Sportivo Dilettantistica “I Sogni Nel Cassetto” http://www.sogninelcassetto-ts.sifree.org/

Nel gennaio del 2012, in qualità di presidente dell’associazione I Sogni Nel Cassetto, bandisce e organizza due concorsi letterari nazionali per il genere fantasy: il Premio Cittadella (ereditato dall’associazione Piazza dei Bardi ormai sciolta) e Magia Urbana Prêt-a-porter. Le premiazioni avverranno nell’ambito della manifestazione “San Giorgio di Mantova Fantasy”

Nel novembre 2012 ha pubblicato con Edizioni Domino il romanzo fantasy AGHIKENAM - IL SEGRETO DELLA CITTÀ PERDUTA e nel luglio 2013, con la stessa Editrice, ha ripubblicato in formato ebook Il Figlio delle Tempeste, il suo romanzo d'esordio, in una nuova edizione riveduta e corretta.

Fonti: wiki e sito personale

Ecco i libri dell'esalogia di Derbeer dei Mille Anni:

Trilogia 1:

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L'oscura Soth è giunta tra gli uomini, e per imporre il suo malefico potere intende servirsi dell'ambizioso Pyrikos-Sakumer, re della regione del Kar-Vultan. Il suo primo obiettivo è quello di eliminare Elias, capitano della Guardia Reale della regina Harjdia. Ma ha fatto i suoi progetti senza tener conto di Derbeer, il giovane Mago talassiano dai molti talenti, senza contare che lo stesso Elias è solo in parte un Afran e nelle sue vene scorre il nobile sangue degli inafferrabili Figli del Vento, oltre ad essere aiutato da un compagno-servitore pyrikoi dalle origini misteriose...

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Continua la fantastica avventura di Derbeer e dei suoi compagni, alle soglie di una guerra che coinvolgerà il mondo intero. Chi riuscirà a fermare Soth che si prepara a sferrare il feroce attacco? Rapire la regina Dara era stato un colpo da maestro per Elias, il mago Derbeer e i loro amici, ma riportarla in Afra sarebbe stata impresa ben più ardua. Per sottrarsi a Sakumer e a Soth, i nostri eroi dovranno attraversare la Catena del Fuoco, dove vengono tenuti prigionieri centinaia di harjni. Intanto il generale Konsa-Ly è sulle loro tracce, perché ha giurato di trovare coloro che crede gli assassini di Dara e non si darà pace finché non li avrà trovati. Durante il viaggio, Elias e Derbeer si trovano a fronteggiare situazioni quasi impossibili, mentre il loro amico Tay continua a rigirare tra le mani la misteriosa spada che gli rivelerà il suo passato. Saprà sopportare la terribile verità sulle sue origini?

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Afra è invasa dalle forze di Sakumer e la malefica Soth lancia la sua Ombra per eliminare tutti gli afran dall'inespugnabile fortezza e per impossessarsi della Pietra degli Elementi. Con l'aiuto del malefico potere di Soth l'esercito di Sakumer invade Afra. Mentre le truppe di re Davor e di re Kalim si uniscono per contrastare l'avanzata del nemico, Derbeer ritorna a Talassia per trovare il modo di sconfiggere l'Ombra scatenando il suo immenso potere, ma trova i suoi amici asserragliati nell'inespugnabile fortezza di Sarkvendal dove la regina Harjdia ha da poco partorito Elias, il "Seme Perduto", colui che distruggerà Soth, il quale viene affidato a Derbeer che gli sarà custode e maestro.

Trilogia 2

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Grazie al potere di Soth, Sakumer domina incontrastato i regni pyrikoi e afran, autoproclamandosi imperatore. Ma le forze in gioco stanno cambiando. Il piccolo Elias, figlio delle regina Harjdia e di Elias di Tambar, sta già manifestando il suo potere, legato alla Pietra degli Elementi; il suo destino è già delineato: dovrà affrontare Soth e Sakumer per distruggerli, ma prima deve essere istruito da Derbeer nell’arte della magia. Mihai, Marcus, Gleny ed Essatay, il gruppo di amici sopravvissuto alla terribile battaglia di Sarkvendal, si ritrova ancora una volta ad affrontare la Madre delle Distruzioni per il trionfo del bene. Con l’aiuto degli inafferrabili Figli del Vento, si accingono a compiere un’impresa quasi impossibile, attraversando un territorio ostile. Il viaggio verso Talassia è irto di pericoli ma la posta in gioco sono la pace e la libertà di tutti i popoli.

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Sono stati necessari otto lunghi anni, ma ormai l'impresa è compiuta: il giovane Elias ha finalmente appreso da Derbeer la reale portata delle sue arti magiche e ormai è pronto per fare ritorno ad Afra. Con la magica Pietra degli Elementi, i due dissolvono la cortina di nebbie creata per nascondere la fortezza di Sarkvendal e, una volta all’interno, Elias, attratto da una forza misteriosa, ritrova la corona di Afra e la magica gemma del Mago Derbeer. Ecco finalmente che il destino sembra dargli la possibilità di liberare la sua terra e di riprendere il trono. Ma gli eserciti fedeli ad Afra dovranno combattere duramente contro quelli della malefica Soth perché il destino si possa compiere...

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Afra è finalmente libera e ha il suo Re. Ma la lotta per la libertà non è finita perché Soth è ancora in campo, sebbene sia relegata nel territorio del Kar-Vultan. È giunto il momento di detronizzare Sakumer. Così Essatay si pone alla testa del suo esercito, capitanato dai Guardiani della Luce e, ancora una volta, Derbeer si mette in viaggio: assieme a Elias e Mihai attraversa di nascosto la Catena di Fuoco usando le vecchie gallerie che partono dal monastero di Kostiris-Pyr. Nel frattempo, Marcus sfonda il confine pyrikoi con Essatay, mentre l'esercito afran si unisce ai ribelli pyrikoi e dalle Terre del Vento accorrono gli harjni. I quattro popoli combattono assieme contro le armate di Sakumer, ma solo di fronte al potere dell'antica Spada dei Re, che impugna Essatay, le tenebre sono costrette a indietreggiare…



E chi la conosceva questa? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif Però le copertine old style mi ispirano, magari prima o poi leggerò qualcosa, giusto per vedere com'è.

 
Son sicuro di aver notato qualche suo libro di recente, in libreria forse (o era mentre vagavo per la Rete? Boh).

Però devo dire che a me quelle copertine non piacciono proprio. Un po' di tempo fa ho visto in un negozio diversi libri del ciclo La caduta di Malazan di Erikson (che conoscevo giusto di nome), guardo le copertine e penso "Ah, si vede lontano un miglio, questo l'è un classico fantasy anni '60/'70". Poi cerco la data di pubblicazione, italiana ed inglese: 2006/2007 //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/fyebr8.gif

 
Ciao!

Complimenti per la sezione e per l'immensa introduzione al genere che avete messo al primo post: è davvero illuminante.

Il fantasy mi piace un sacco, anche se attualmente di saghe non ne ho lette molte. Ovviamente ho letto il signore degli anelli, e qualche tempo fa stavo leggendo la ruota del tempo, ma attualmente sono fermo al terzo libro (mi piace, ma non mi entusiasma.. la riprenderò poi); ho letto il primo romanzo della cronache della Folgoluce e l'ho trovato stupendo, davvero... peccato che finirà tra 10 anni LoL; ho letto Harry Potter anche ... e le cronache del mondo emerso, per poi abbandonare al secondo libro delle leggende; mi stavi dimenticando La torre nera del grande King e le cronache del ghiaccio e del fuoco di martin!!!!! Maledetto me, come si fa a dimenticare queste due saghe immense?!

Il prossimo libro fantasy che leggerò sarà Elantris di Sanderson, che pare sia autoconclusivo.

Ultimamente mi sta ronzando in testa la saga dei Malazan e penso che la comincerò molto presto, magari dopo Elantris. È che a me piace variare i generi, quindi non sempre leggo due libri di fila appartenenti allo stesso genere, quindi spesso ci metto una vita a finire una saga lol. Ce ne sono talmente tante che non basta una vita per leggerle tutte!!!

Voi vi dedicate al genere, o spaziate come me nelle letture?

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Ultima modifica da un moderatore:
Anche io ruoto un minimo. Passo da lotr alla ruota del tempo ( praticamente stesso genere) ai mistborn e ora a pratchett, che è genere a parte da tutti

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Variare è più che giusto, non facendolo si rischia l'indigestione e si potrebbero perdere di vista opere meritevoli, che nella loro diversità soddisfano altre esigenze.

Non mi faccio però problemi a leggere più libri dello stesso genere di seguito per ragioni di continuità, si vedano ad esempio le trilogie (l'ultima in ordine di tempo, la cui lettura è ancora in corso, è La prima legge di Abercrombie).

 
Perfettamente d'accordo con Ensi,bisogna sempre variare un po'!//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
Variare è più che giusto, non facendolo si rischia l'indigestione e si potrebbero perdere di vista opere meritevoli, che nella loro diversità soddisfano altre esigenze.
Non mi faccio però problemi a leggere più libri dello stesso genere di seguito per ragioni di continuità, si vedano ad esempio le trilogie (l'ultima in ordine di tempo, la cui lettura è ancora in corso, è La prima legge di Abercrombie).
Concordo, magari nella lettura di un libro vien voglia di abbandonarlo per leggerne un altro, ma non perché non piaccia, semplicemente perché si ha voglia di variare genere. //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
Della serie di Malazan ne ho sempre sentito parlare bene, ma non è ancora conclusa (mi pare anche qui si parli di 10 volumi totali, senza contare che l'editore italiano alcuni li ha divisi in due parti...), per cui aspetterò a leggerla.

Concordo sul fatto di "staccare" ogni tanto dal fantasy, è buona cosa spaziare in più generi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/sisi.gif

 
Visto per puro caso presso il sito della casa editrice:

JOE ABERCROMBIE IN ITALIA, A COMINKS (MESSINA)
Lo scrittore fantasy più promettente della sua generazione, e autore di punta della scuderia Gargoyle sarà a Messina, in occasione di COMINKS - Il Festival del fumetto, del fantastico e del gioco intelligente.

Joe Abercrombie presenterà il capitolo conclusivo della trilogia "The First Law", L'ultima Ragione dei Re, in esclusiva domenica 2 marzo 2014 presso la Cittadella universitaria (UniMeSport) in Viale Annunziata.
http://gargoylebooks.it/news-gargoyle/360-joe-abercrombie-in-italia-cominks-me

Peccato che io sia agli antipodi.

Se "presenterà" L'ultima ragione dei re, immagino che difficilmente uscirà prima di allora... fortuna che nel sito è tra le "prossime uscite" da mesi, poi c'è di mezzo pure Il sapore della vendetta, un casino proprio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Oggi ho iniziato Il Cavaliere Del Sole Nero della Friedman. Sembra carino.

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Oggi ho iniziato Il Cavaliere Del Sole Nero della Friedman. Sembra carino.
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fammi sapere com'è che mi aveva incuriosito!//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png

 
Visto per puro caso presso il sito della casa editrice:


http://gargoylebooks.it/news-gargoyle/360-joe-abercrombie-in-italia-cominks-me

Peccato che io sia agli antipodi.

Se "presenterà" L'ultima ragione dei re, immagino che difficilmente uscirà prima di allora... fortuna che nel sito è tra le "prossime uscite" da mesi, poi c'è di mezzo pure Il sapore della vendetta, un casino proprio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

Anche io sono lontano... per lo meno la casa editrice si "sbatte" per pubblicizzare l'autore anche qui

Ma L'ultima ragione dei re non doveva uscire a fine febbraio? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/azz.gif

Oggi ho iniziato Il Cavaliere Del Sole Nero della Friedman. Sembra carino.
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fammi sapere com'è che mi aveva incuriosito!//content.invisioncic.com/a283374/emoticons/laugh.png
Vi odio... ora devo cercare pure questi //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/1.gif

 
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Ti farò sapere //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/winks.gif

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Intervista a Guy Gavriel Kay



Ben prima di esordire con un suo romanzo Guy Gavriel Kay, nato il 7 novembre del 1954 a Weyburn, nel Saskatchewan, si era costruito una discreta fama fra gli addetti ai lavori grazie alla collaborazione con Christopher Tolkien nella revisione del Silmarillion.

Dopo la morte di J.R.R. Tolkien avvenuta nel 1973 il figlio Christopher aveva deciso di pubblicare l’opera incompiuta alla quale il padre aveva lavorato per buona parte della sua vita. I genitori di sua moglie Baillie erano amici dei genitori di Kay, e così il giovane si era visto proporre una collaborazione volta a dare una forma unitaria all’enorme quantità di materiale rimasto incompiuto a causa della scomparsa dello scrittore. In seguito Kay ha rievocato l’episodio sottolineando “Chi NON sarebbe stato interessato a un simile progetto?”.

Dopo un anno di lavoro Il Silmarillon viene pubblicato nel 1977 e diviene subito un enorme successo. Dall’esperienza Kay esce con un rinforzato desiderio di diventare uno scrittore e con un notevole bagaglio di esperienza. Tornato in Canada consegue la laurea in Legge e stringe amicizia con l’avvocato criminologo Edward Greenspan, all’epoca impegnato nella progettazione di una serie prima radiofonica e poi televisiva incentrata sulla drammatizzazione di alcuni processi realmente avvenuti in Canada. Kay diventa produttore associato e principale scrittore di The Scales of Justice, programma che va in onda fra il 1982 e il 1989.

Nel 1984 Guy pubblica il suo primo romanzo, La strada dei re (The Summer Tree), tradotto in italiano nove anni più tardi. I successivi La via del fuoco (The Wandering Fire, 1986) e Il sentiero della notte (The Darkest Road, 1986) concludono la sua unica trilogia, quella di Fionavar (The Fionavar Tapestry).

La storia, che parla del viaggio compiuto da cinque studenti canadesi in un mondo parallelo al nostro, presenta un’entità negativa simile al Sauron di Tolkien, ma riunisce in sé elementi importanti delle mitologie celtiche e norrene e del ciclo arturiano, e trova il suo punto di forza nello sviluppo dei personaggi e nella loro crescita, necessaria a salvare il mondo di Fionavar. L’intento dello scrittore è di donare nuova vitalità a un genere troppo legato agli stessi modelli partendo proprio da quei modelli ma usandoli in modo nuovo.

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Il romanzo successivo è Il paese delle due lune (Tigana, 1990). Il tema trattato, quello dell’importanza dell’identità culturale di un popolo, riscuote enormi consensi in particolar modo presso quei Paesi — fra gli altri la Corea, Polonia, la Croazia o anche il Quebec — che si sono trovati a dover combattere per mantenere la loro identità.

Meticoloso, attento ai dettagli al punto da dedicare almeno un anno alle ricerche preliminari per ogni sua opera, Kay si orienta verso un fantasy di tipo storico. Le sue storie, a partire da quel Paese delle due lune in parte basato sull’Italia del Rinascimento, trovano la loro origine nella nostra storia ma se ne allontanano per creare un mondo autonomo vivido e convincente, nel quale la sensazione di familiarità con i luoghi descritti si mescola all’assoluta incertezza su ciò che sta per accadere.

Lo spunto di partenza per A Song for Arbonne (1992) si trova nell’antica Provenza e nella crociata contro gli albigesi, mentre The Lions of Al-Rassan (1995) ha fra i protagonisti un personaggio che ricorda molto El Cid nella Spagna della reconquista contro la dominazione araba. Agli anni 1998-2000 risale la duologia The Sarantine Mosaic, composta da Sailing to Sarantium e Lord of Emperors e incentrata su un mosaicista attivo in una terra simile all’impero bizantino di Giustiniano. Il romanzo successivo The Last Light of the Sun (2004), è ambientato in culture che richiamano molto da vicino quella vichinga e la sua controparte inglese dell’epoca di Alfredo il Grande.

Ysabel (2007) è il suo unico urban fantasy, ma al fianco della realtà della Provenza del XXI secolo trovano spazio le leggende di quella terra e un importante aggancio alla Trilogia di Fionavar. Il romanzo ha consentito a Kay di conquistare un World Fantasy Award.

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Del 2010 è La rinascita di Shen Tai (Under Heaven), l’unica sua opera attualmente in commercio in Italia. Il romanzo è nato quasi per caso, mentre Kay stava compiendo le ricerche per un altro progetto. Ciò che pensava di scrivere era una storia legata a un viaggio lungo il corrispettivo della Via della Seta in una Cina alternativa. Guy però non è riuscito a resistere al fascino della dinastia Tang dell’VIII secolo e l’incontro con Li Bai, grandissimo poeta realmente esistito che gli ha ispirato la figura di Sima Zian, lo ha definitivamente orientato sulla storia di Under Heaven.

Il precedente progetto, solo posticipato, è stato pubblicata lo scorso anno con il titolo River of Stars. Ad accomunare i due libri, oltre all’atmosfera orientale, lo stile inconfondibile di Kay capace di legare insieme vicende apparentemente molto diverse fra loro, il respiro di una storia molto vasta che allarga gli orizzonti rispetto a quella, parallela ma più piccola, di un ristretto gruppo di personaggi e la conclusione, mai troppo facile. A suo giudizio raccontare di “società e di mondi nel momento in cui sono attraversati da profonde trasformazioni può portare a risultati dolorosi”. Si tratta di “rispetto per il lettore”, perché quando la posta in gioco è alta “il lettore può sentirsi preso in giro se non ci sono conseguenze o perdite legate alle scelte compiute”. E infatti in ciascuno dei suoi romanzi almeno un personaggio importante paga un prezzo molto pesante per gli eventi che si sono appena svolti.

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I mondi fantastici di Guy Gavriel Kay



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Al di là dei tuoi romanzi molti lettori ti conoscono per il tuo lavoro, al fianco di Christopher Tolkien, nella revisione del Silmarillion.

Cosa ci puoi raccontare di quest’esperienza? Che cosa hai imparato?

È impossibile per chiunque, specie se giovane, passare attraverso un’esperienza di questo tipo e non esserne influenzato. Come scrittore la lezione più importante che ho imparato (una lezione che continua a essere importante ancora oggi) è l’importanza della pazienza, del prendersi tutto il tempo necessario, tentando con forza di ottenere il risultato giusto. Di non affrettare la storia che si sta narrando. Tolkien ha riscritto per tutta la sua vita, e suppongo che anch’io stia percorrendo la stessa via.

Tu sei stato anche uno sceneggiatore, un’esperienza che condividi con altri scrittori fantasy come George R.R. Martin. Scrivere sceneggiature ha in qualche modo influenzato i tuoi libri?

In realtà io credo che sia un problema se il lavoro come sceneggiatore influenza troppo la narrativa. I punti di forza delle due espressioni artistiche sono molto diversi.

Dopo il fantasy epico della Trilogia di Fionavar ti sei spostato verso un genere diverso, nel quale gli elementi magici sono quasi assenti. Cosa ti ha spinto a una scelta di questo tipo?

In realtà non ho eliminato la magia (o il fantastico) dai miei romanzi, e anzi ce n’è una gran quantità in ciascuno di essi. Semplicemente io non lascio che le mie storie siano decise dagli elementi soprannaturali. Non ne inserisco all’interno per il semplice gusto di farlo. Preferisco lasciare che il fantastico sia uno degli strumenti disponibili allo scrittore, pronto per essere usato quando e se occorre.


Mi sono invece un po’ spostato dalla focalizzazione sui miti e sulle leggende verso una intensa concentrazione sui temi della storia. Forse ironicamente il mio ultimo romanzo, River of Stars, è incentrato su come le leggende prendono forma.


Molti scrittori fantasy scrivono serie molto lunghe, una scelta che li aiuta a catturare l’attenzione dei lettori romanzo dopo romanzo. Tu hai compiuto un percorso diverso scrivendo una trilogia, una duologia e sette romanzi autoconclusivi, anche se gli ultimi due condividono lo stesso mondo. Cosa ti ha portato a questa scelta?

Anche in questo caso non si è trattato di una precisa strategia. Io penso che a un certo livello sia creativamente rischioso per un artista ripiegarsi troppo su se stesso. Il successo può incoraggiare un autore a rimanere sempre nello stesso luogo. Questo a livello commerciale può essere positivo (pensa a tutti i sequel di Hollywood!), ma può anche essere artisticamente distruttivo. Io sono abbastanza testardo (!) da aver voluto continuare a testarmi ricominciando ogni volta dall’inizio. Nuovi personaggi, nuove ambientazioni e — cosa più importante — nuovi temi, nuove ragioni per scrivere i libri (volendo anche che la gente li legga).

In diverse interviste hai spiegato che il punto d’inizio per le tue storie è l’ambientazione, e che i personaggi e le loro azioni nascono in un secondo momento. Puoi approfondire un po’ e spiegarci come procedi quando inizi una nuova storia?

Questo è vero, con un ulteriore elemento: dopo aver deciso l’ambientazione io ho bisogno di capire perché devo narrare quella storia, perché dovrei impiegare tre anni a lavorarci, e aspettarmi che i lettori impieghino tutto il tempo che gli serve per leggere un libro lungo. Cosa c’è riguardo a quel tempo, a quel luogo e a quelle persone che è così importante. Così il tema del romanzo (o i temi principali, generalmente io sono sorpreso da nuovi elementi man mano che scrivo) deve emergere molto presto.

In tutti i tuoi romanzi non limiti la tua attenzione alle vicende di uno o di una manciata di personaggi, ma ti soffermi anche su quelli secondari. Nella Rinascita di Shen Tai Chou Yan, Wujen NingPei Qin e Tazek Karad sono figure minori, con ruoli secondari all’interno della trama principale, eppure le loro storie sono affascinanti e in poche pagine tu riesci a renderli vivi e reali. Come mai hai deciso di dedicargli quello spazio, invece di limitarti a usarli come parte della trama principale?

Una volta, riuscendo a essere divertente nel fare un complimento, qualcuno ha detto che “Kay non riesce mai a incontrare un personaggio secondario che non gli piaccia!”. È quasi vero: io posso non amarli tutti davvero, ma sono interessato a loro. Se i miei romanzi hanno ottenuto un’intensa risposta da parte di lettori provenienti da tutto il mondo, penso che sia in parte dovuto a questa volontà di prendermi uno spazio nella narrazione per donare “la vita” a personaggi che non siano solo quelli principali.

Tu sei anche un poeta, e in una poesia ogni parola è fondamentale per l’intera composizione. Quanto è importante trovare la parola giusta in un’opera lunga quanto un romanzo?

Un’ottima domanda — avrebbe bisogno di uno studio specifico! Parte di quella pazienza di cui ho parlato prima consiste nel prendersi il tempo per scrivere bene, parola dopo parola, frase dopo frase. È una parte dell’arte dello scrivere. Questo, come sai, è sempre stato importante per me: la scrittura è fondamentale. Come dico sempre alcune persone leggono per la storia, altre per i personaggi, e altre ancora per il linguaggio e io penso che il mio lavoro — il nostro lavoro come scrittori — sia di provare a scrivere per tutti loro.

I tuoi romanzi finiscono spesso in modo positivo, con ampio spazio per la speranza, ma contengono anche sempre un elemento di tristezza. Per esempio c’è sempre un personaggio molto amato che non sopravvive e un generale sentimento di “cosa sarebbe potuto accadere se…” che rimane con il lettore. Si tratta di una scelta consapevole?

Il tono con cui finisce ciascun libro è il suo, determinato dalla natura della storia. Se pensi alle conclusioni della Rinascita di Shen Tai e di River of Stars in termini di larga scala e poi di vicende personali, vedrai che sono quasi l’uno l’opposto dell’altro! Io credo nella complessità, nelle sfumature, nella ricchezza della vita. Non voglio scrivere libri desolati e monodimensionali in cui “la vita è sempre orribile e tutti sono stupidi o malvagi”, né essere carinamente disonesto con libri da “tutti vissero felici e contenti”. Io sto cercando di dar forma, nel lettore, ad alcuni dei sentimenti e dei pensieri più grandi a cui la letteratura può aspirare.

Un’ultima cosa. Quando George R.R. Martin ha iniziato a uccidere i suoi personaggi, io non ho sofferto tanto quanto altri lettori perché ero già stata vaccinata da te e dalle tue decisioni nella Trilogia di Fionavar. Il tuo ultimo romanzo, River of Stars, non è stato tradotto in italiano e io non lo ho ancora letto. Hai intenzione di spezzarmi il cuore un’altra volta?

“Vaccinata” è una parola divertente, mi ha fatto sorridere. Io non sono certo la prima persona ad aver esplorato il potere o l’impatto dell’uccidere un personaggio nella narrativa. Per me è fondamentale che queste perdite (e alcune perdite non sono morti ma separazioni) arrivino a importare per il lettore perché lui o lei è profondamente legato a questi personaggi. Voglio che i personaggi dei miei libri rimangano con il lettore, qualunque cosa gli accada. Ho detto molte volte che vorrei che i miei lettori restassero svegli fino alle tre di notte continuando a girare le pagine per la necessità di finire il libro, ma anche che continuassero a pensare al libro anche un anno dopo averlo letto.

Fonte

 
Anche io sono lontano... per lo meno la casa editrice si "sbatte" per pubblicizzare l'autore anche quiMa L'ultima ragione dei re non doveva uscire a fine febbraio? //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/azz.gif
Boh, in una notizia che tu stesso avevi riportato qualche tempo fa era scritto un generico febbraio.

In fin dei conti, tra fine febbraio ed inizio marzo fa poca differenza, ma almeno lo dicano con chiarezza (senza tenerlo per mesi e mesi tra le "prossime uscite"), così la smetto di cercarlo ogni volta che mi trovo in libreria //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif

 
Visto per puro caso presso il sito della casa editrice:


http://gargoylebooks.it/news-gargoyle/360-joe-abercrombie-in-italia-cominks-me

Peccato che io sia agli antipodi.

Se "presenterà" L'ultima ragione dei re, immagino che difficilmente uscirà prima di allora... fortuna che nel sito è tra le "prossime uscite" da mesi, poi c'è di mezzo pure Il sapore della vendetta, un casino proprio //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif
A me verrebbe vicino... solo che non ho letto un suo libro (almeno per ora //content.invisioncic.com/a283374/emoticons/emoticons_dent1005.gif )

 
Te ne compri uno e lo fai autografare, per sfizio.

E poi questo non è orso e vecchio come il Sapko:

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Guarda che adone, fascino sornione tipicamente british. Mancano solo i dentoni :kep88:

 
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