Cercando su internet per vedere se qualcuno aveva il nostro stesso dubbio ho trovato una teoria davvero strana ma mooolto plausibile: Shenkt è re Casimir!
Also, there's a theory that Cas Shenkt is really Casimir, an ancient king and Bayez's old puppet.
There is a theory that Shenkt was the celebrated King Casamir. Vitari's pet name for him is Cas. It is also the name of one of their children. It is quite striking that Bayaz seems to have a particularly low opinion of King Casmir, referring to him as a coward. Also, Shenkt speaks with a trace of a Union accent. It seems plausible that Casamir/Shenkt was Bayaz' pawn as King, but also his apprentice and an Eater. Eventually, Casamir/Shenkt turned against Bayaz. Hence, Shenkt hates Bayaz, Bayaz refers to Casamir as a coward, and Bayaz chose more maleable Kings in the future, like Jezal.
Quindi Shenk è stato apprendista e pedina di Bayaz, come re dell'Unione. Una pedina come Jezal. Citando proprio
Il sapore della vendetta si possono prendere in considerazione questi dialoghi:
«Sei in errore». Shenkt aveva camminato in completo silenzio fino a restare, inosservato, proprio alla destra di Zolfo, vicino come la sua ombra. Il rappresentante della Valint & Balk si voltò di scatto, fece un passo indietro per lo shock e rimase come raggelato, quasi si fosse ritrovato dei morti a bisbigliargli all'orecchio.
«Tu», sussurrò.
«Sì».
«Pensavo…»
«No».
«Allora… questa è opera tua?»
«Ho avuto la mia parte». Shenkt fece spallucce. «Ma il caos è uno stato naturale delle cose, perché gli uomini spingono sempre in quella direzione. Sono coloro che vogliono far marciare il mondo tutto allo stesso modo che ci provano».
Gli occhi di colore diverso guizzarono verso Monza, e poi tornarono sull'uomo.
«Il nostro maestro non…»
«Il tuo maestro», disse Shenkt. «Io non ce l'ho, ricordi?
Gli dissi che avevo chiuso. Offro sempre un avvertimento quando posso, e questo è il tuo. Vattene. Ritorna qui, e non mi troverai più con la voglia di avvertire. Vattene, e digli che tu servi.
Digli che io ho servito una volta. Noi non ci inginocchiamo».
(...)
«Chi sei, veramente?»
«Sono stato molte cose. Un apprendista. Un ambasciatore. Uno che risolveva problemi complessi, e ne creava. Oggi, a quanto pare, sono uno che risolve i conti altrui»
(...)
«Avevate lo stesso maestro?»
«Una volta.
Tempo fa».
«Lavoravi per una banca?»
Lui fece il suo sorriso vacuo. «In un certo senso. Fanno assai più che contare monete».
«Comincio a capire. E adesso?»
«Adesso, non mi inginocchio».
«Perché mi hai aiutata?»
«
Perché loro hanno creato Orso, e io rompo tutto ciò che fanno».
«
Vendetta», mormorò lei.
«Non è la migliore delle motivazioni, ma buoni esiti possono comunque sgorgare da motivi malvagi».
«E il contrario»