Alert Giustizia mediatica | Leggere il regolamento prima di postare

  • Autore discussione Autore discussione Kuro.
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Ciao a tutti,
considerata la delicatezza dell'argomento abbiamo deciso di impostare il seguente regolamento:
  • NO Flame e NO Spam: Argomentate sempre i vostri messaggi quando discutete con altri utenti. Evitate post che consistono soltanto in meme, reaction o gif privi di testo;
  • NO Trolling;
  • NO copiare e incollare contenuti di carattere "paywall" (ad esempio articoli che richiedono la sottoscrizione di un abbonamento per poter essere consultati);
  • No OffTopic evitate di fare nomi e cognomi di indagati, imputati, vittime ecc. e di postare i loro profili social;
Lo metto in evidenza, in maniera che tutti possiate prenderne visione prima di postare.
Grazie a tutti per la collaborazione.
 
Eviterei di parlare di sinistra e destra (in usa poi la sinistra non sanno che sia) per il resto più mi informo più capisco che tutto ciò che viene venduto con altre finalità ( sociali, morali, quello che volete) non è altro che in funzione dell'economia.
La questione gender ne è l'esempio più eclatante, perchè io posso capire tutto ma che nell'arco di 10 anni si è passati da 2 generi a più di 200 (sempre in crescita) qualche dubbio incomincia a sorgere eh :asd:

Lascio qualche esempio degli oltre 200, giusto per far capire meglio

Amicagender: A gender-fluid identity where a person changes their gender depending on the friends they have.
Anxiegender: This gender identity has anxiety as its prominent characteristic.
Biogender: Having a gender that is closely related to nature.
Cavusgender: The person feels close to one gender when depressed and to another when not depressed.

..........

E se anche voi non avete nemmeno mai minimamente pensato a roba del genere prima di venirne a conoscenza, forse la questione gender non è in alcun modo innata ( se non in rarissimi casi) ma inculcata.
sono tutt'ora indeciso se sta follia sia semplice malattia mentale o mentalità da "voglio essere unic* e speciale a tutti i costi". è dura trovare la quadra in tutto sto degenero.
Io immagino la situazione nel 2060; arrivi a casa stanco dopo una giornata di lavoro, l'azienda sta tagliando il personale e tu potresti essere il prossimo ad essere sfanculato. Con queste preoccupazioni, ti incammini verso la tua Punto Elettrica che dovrai sostituire a partire dall'anno prossimo perché il partito cyber-fascista di Chiara Ferragni ha posto dei limiti di circolazione alle vetture non volanti all'interno delle principali città italiane, anche nelle ore notturne in cui le strade sono pattugliate dalle Camicie Rosa che pestano i dissidenti con dei manganelli glitterati. Torni a casa dalla tua famiglia. Il rapporto tra te e tua moglie è in crisi, ma per il bene dei figli fate finta di sopportarvi a vicenda. Ti si approccia il primogenito e se ne esce con "mamm*, pap*, oggi ho capito di essere pdorrgender e la mia ragazza ptenarodonte verrà a cena da noi". La cena si conclude con la dolce metà della tua prole che s'è mangiata il cane di famiglia e ha scagazzato sul tavolo in segno di protesta contro il cis-patriarcato e tu che ti vuoi sparare in testa
salviamoci sto post e vediamo tra 40 anni se sarà così o peggio ancora :asd:
 
Eviterei di parlare di sinistra e destra (in usa poi la sinistra non sanno che sia) per il resto più mi informo più capisco che tutto ciò che viene venduto con altre finalità ( sociali, morali, quello che volete) non è altro che in funzione dell'economia.
La questione gender ne è l'esempio più eclatante, perchè io posso capire tutto ma che nell'arco di 10 anni si è passati da 2 generi a più di 200 (sempre in crescita) qualche dubbio incomincia a sorgere eh :asd:

Lascio qualche esempio degli oltre 200, giusto per far capire meglio

Amicagender: A gender-fluid identity where a person changes their gender depending on the friends they have.
Anxiegender: This gender identity has anxiety as its prominent characteristic.
Biogender: Having a gender that is closely related to nature.
Cavusgender: The person feels close to one gender when depressed and to another when not depressed.

..........

E se anche voi non avete nemmeno mai minimamente pensato a roba del genere prima di venirne a conoscenza, forse la questione gender non è in alcun modo innata ( se non in rarissimi casi) ma inculcata.
Ci vuole un Genderdex :asd:
 
Il problema ormai è culturale. Nella società italiana ormai ci siamo abituati alla mancanza di rispetto per gli altri, per le donne, per le minoranze e per la società intera (la sporcizia, la distruzione dei paesi etc.). Specialmente al sud, dove queste cose sono all'ordine del giorno. I maschi, perché chiamarli uomini sarebbe troppo, gelosi e retrogradi (i fischi alle mie amiche per strada li ricordo benissimo) ne ho visti anche troppi. Qui non si sta parlando che quando siamo tra amici si tira il 'oh ma che bona/bono quella/o', ma il limitare la libertà altrui che siano donne/uomini/trans/gay/bisex etc.

Chissà come mai questi maschi provengono dalle famiglie dove non si insegna il rispetto e mentre il padre fa il padrone di casa, la madre è la moglie modello che sta a casa in cucina e che spesso viene criticata per scegliere di voler una vita diversa.

Gli estremismi che, come al solito, inneggiano ovunque a causa di questa situazione tra destra e sinistra. Ma chissene alla fine, questo è un problema culturale e non politico. Squallidissimo poi attaccarsi al profilo instagram di quella ragazza (che ricordiamo è la sorella della ragazza uccisa), li si che si è caduti in fondo..

Il patriarcato o come lo vogliamo definire, parlo da uomo, fa schifo. Tuttavia sto molto lontano dal 'è colpa di tutti gli uomini, mea culpa', visto che vedo questa affermazione come sterile e inutile. Esiste lo psicopatico che uccide la ragazza, esiste il ragazzino che palpeggia le donne senza permesso, esiste anche il ragazzo normalissimo che ama la sua fidanzata, che la rispetta, sono quelli che definirei veri uomini. Poi, Il concetto di famiglia tradizionale è malato già dentro. Il vero uomo non usa la violenza, ma il rispetto per le scelte altrui e la logica dell'accettazione. Chi picchia, stupra, fa lo stalker o fa catcalling non è un uomo.
 
Ultima modifica:
Io mi guardo intorno e vedo misoginia combattuta con misandria, che è normalizzata e accettata, e un populismo becero. Per dire, la maggior parte della gente che usa il termine "patriarcato" non sa neanche cosa significhi, pensando sia un termine dispregiativo atto a indicare qualsiasi atteggiamento mascolino che a loro non piace.
 
sono tutt'ora indeciso se sta follia sia semplice malattia mentale o mentalità da "voglio essere unic* e speciale a tutti i costi". è dura trovare la quadra in tutto sto degenero.
La seconda.
Senso di appartenenza ad una comunità, sentirsi fintamente unici ( per poi fare le stesse cose) ma non è nemmeno colpa dei più giovani se abbracciano questa " filosofia" ( ma solo loro) essendo dei contenitori vuoti da riempire con ciò che la società di turno li riempie, un enorme lavaggio del cervello fatto e spinto a talmente tanti livelli che non può non essere una questione di mercato.
Ah e ribadisco che non metto in dubbio che ci sia DAVVERO chi si sente donna nel corpo di un uomo e viceversa ma averne più di 200 in quella maniera e a questa velocità è semplicemente follia illogia che nulla a che fare con il genere.
 
Ultima modifica:
Io mi guardo intorno e vedo misoginia combattuta con misandria, che è normalizzata e accettata, e un populismo becero. Per dire, la maggior parte della gente che usa il termine "patriarcato" non sa neanche cosa significhi, pensando sia un termine dispregiativo atto a indicare qualsiasi atteggiamento mascolino che a loro non piace.
Il significato di certe parole ormai non conta più nulla, conta solo l'accezione positiva o negativa che quelle parole hanno e poi vengono usate a cazzo ( furbescamente) per minare la credibilità della persona/persone di turno.
 
salviamoci sto post e vediamo tra 40 anni se sarà così o peggio ancora :asd:
Tempo 10/20 anni e sono abbastanza sicuro che la Ferragni entrerà in politica. E la cosa tragica è che la gente la voterà. :ahsisi:
Il patriarcato o come lo vogliamo definire, parlo da uomo, fa schifo. Tuttavia sto molto lontano dal 'è colpa di tutti gli uomini, mea culpa', visto che vedo questa affermazione come sterile e inutile. Esiste lo psicopatico che uccide la ragazza, esiste il ragazzino che palpeggia le donne senza permesso, esiste anche il ragazzo normalissimo che ama la sua fidanzata, che la rispetta, sono quelli che definirei veri uomini. Poi, Il concetto di famiglia tradizionale è malato già dentro. Il vero uomo non usa la violenza, ma il rispetto per le scelte altrui e la logica dell'accettazione. Chi picchia, stupra, fa lo stalker o fa catcalling non è un uomo.

E poi possessività, manipolazione e manie di controllo all'interno di una coppia non sono nemmeno frutto di una cultura patriarcale ma di complessi di abbandono e carenze d'affetto che nascono dal narcisismo patologico. Motivo per cui anche le donne si rendono colpevoli di certi comportamenti in una coppia.
Se lui fosse stato il classico tamarro con atteggiamenti da macho, forse patriarcato e mascolinità tossica avrebbero giocato un ruolo in tutto ciò, ma a me sembra il classico babbo di minchia. Che serva seguire meglio i ragazzi durante i loro percorsi di crescita son d'accordo, e vale per ambo i sessi, e la scuola deve arrivare dove la famiglia non arriva per una ragione o per l'altra, proponendo magari attività che promuovano la collaborazione e incentivando rapporti umani sani. I laboratori creativi, che hanno evitato che tanti ragazzi di periferia finissero per fare gli spacciatori incanalando le loro energie in qualcosa di costruttivo, sarebbero una soluzione.
 
Che serva seguire meglio i ragazzi durante i loro percorsi di crescita son d'accordo, e vale per ambo i sessi, e la scuola deve arrivare dove la famiglia non arriva per una ragione o per l'altra, proponendo magari attività che promuovano la collaborazione e incentivando rapporti umani sani. I laboratori creativi, che hanno evitato che tanti ragazzi di periferia finissero per fare gli spacciatori incanalando le loro energie in qualcosa di costruttivo, sarebbero una soluzione.
Il problema sorge quando nei paesi più evoluti a livello di educazione e con sensibilizzazione al tema più marcato, il tasso di femminicidio risulta più alto che in Italia. :unsisi:
 
Comunque per carità, tutto giusto quanto detto ma se andiamo a vedere il tasso di femminicidi in Europa non mi sembra (e sottolineo non mi sembra) che l'Italia sia in una situazione così disperata rispetto agli altri Paesi. Chiaro che il raffronto vada fatto rispetto al numero di abitanti, se due nazioni hanno 10 femminicidi l'anno ma una ha 1 milione di abitanti e l'altra 100 una differenza c'è, però ecco forse il fenomeno andrebbe messo in una prospettiva un po' diversa.
 
Il problema sorge quando nei paesi più evoluti a livello di educazione e con sensibilizzazione al tema più marcato, il tasso di femminicidio risulta più alto che in Italia. :unsisi:
Bisogna anche vedere come vengono veicolate educazione e sensibilizzazione verso certi temi; i sermoni da parte di chi si crede superiore non piacciono a nessuno e quando attaccano col pippone sui privilegi sembra stiano parlando del peccato originale. Da notare che poi tra i privilegi non si parli mai di quelli effettivi, ossia economici. Per chi ancora crede che tutta questa retorica abbia qualcosa di sinistra...

Certe cose sarebbe meglio impararle in maniera organica.

Sì, so che nei paesi scandinavi il tasso di femminicidi è molto più elevato che in italia.
 
Bisogna anche vedere come vengono veicolate educazione e sensibilizzazione verso certi temi; i sermoni da parte di chi si crede superiore non piacciono a nessuno e quando attaccano col pippone sui privilegi sembra stiano parlando del peccato originale. Da notare che poi tra i privilegi non si parli mai di quelli effettivi, ossia economici. Per chi ancora crede che tutta questa retorica abbia qualcosa di sinistra...

Certe cose sarebbe meglio impararle in maniera organica.
Non potrei essere più d'accordo. Il femminismo viene definito dal dizionario della Treccani come un movimento che si batte per l'uguaglianza, ma in realtà di uguaglianza se ne vede bene poca. Piuttosto vedo un voler distruggere la figura maschile in tutte le sue sfaccettature, dipingendola come privilegiata e tirannica, mentre invece le donne come oppresse da sempre.

In una cultura sana e veramente propensa all'uguaglianza non si sentirebbe roba come femminicidio, patriarcato, privilegio dell'uomo bianco. Non sono solo le donne a essere uccise dai compagni uomini, esistono molti uomini uccisi dalle compagne donne (mi rendo conto che sono di meno, ma ciò non significa che siano poco importanti). Si parlerebbe delle leggi assurde e violente nei confronti dei genitori maschi quando si tratta di divorzio, affidamento della casa, assegno di mantenimento, che sono sempre ed esclusivamente fatte a sfavore del padre. Sembrano problemi sciocchi, ma quando tua moglie che vuole divorziare da te e s'inventa che le hai messo le mani addosso e ti ritrovi senza la tua casa, sborsando mensilmente gran parte del tuo stipendio, e vedendo tuo figlio una volta ogni tanto e non riuscendo a provvedere per lui uno stile di vita dignitoso quando sta con te, visto che non hai soldi, è letteralmente letale. E di questi casi ce ne sono a bizzeffe. Solo che non se ne parla, perché a nessuno gliene importa niente degli uomini.

In una società che si batte per l'uguaglianza tutte le problematiche hanno un peso. Non è così purtroppo.
 
Non potrei essere più d'accordo. Il femminismo viene definito dal dizionario della Treccani come un movimento che si batte per l'uguaglianza, ma in realtà di uguaglianza se ne vede bene poca. Piuttosto vedo un voler distruggere la figura maschile in tutte le sue sfaccettature, dipingendola come privilegiata e tirannica, mentre invece le donne come oppresse da sempre.

In una cultura sana e veramente propensa all'uguaglianza non si sentirebbe roba come femminicidio, patriarcato, privilegio dell'uomo bianco. Non sono solo le donne a essere uccise dai compagni uomini, esistono molti uomini uccisi dalle compagne donne (mi rendo conto che sono di meno, ma ciò non significa che siano poco importanti). Si parlerebbe delle leggi assurde e violente nei confronti dei genitori maschi quando si tratta di divorzio, affidamento della casa, assegno di mantenimento, che sono sempre ed esclusivamente fatte a sfavore del padre. Sembrano problemi sciocchi, ma quando tua moglie che vuole divorziare da te e s'inventa che le hai messo le mani addosso e ti ritrovi senza la tua casa, sborsando mensilmente gran parte del tuo stipendio, e vedendo tuo figlio una volta ogni tanto e non riuscendo a provvedere per lui uno stile di vita dignitoso quando sta con te, visto che non hai soldi, è letteralmente letale. E di questi casi ce ne sono a bizzeffe. Solo che non se ne parla, perché a nessuno gliene importa niente degli uomini.

In una società che si batte per l'uguaglianza tutte le problematiche hanno un peso. Non è così purtroppo.
A meno che il motivo per cui non pensi di essere in una società come la descrivi è proprio a causa del femminismo, ti sei risposto da solo.
Ora, non mi definisco femminista perché non riconosco l'estremismo di come il movimento mi arriva oggi tramite i social (aimé unico canale in cui ho modo di confrontarmi con il movimento) e sono in disaccordo con la demonizzazzione del maschio bianco, però o ti sei risposto da solo (ergo non vivi in una società propensa all'uguaglianza e quindi c'è bisogno dell'utilizzo di determinati termini) oppure davvero prima del femminismo c'era più uguaglianza - che personalmente mi sembra un filino distaccato dalla realtà.
Il problema ormai è culturale. Nella società italiana ormai ci siamo abituati alla mancanza di rispetto per gli altri, per le donne, per le minoranze e per la società intera (la sporcizia, la distruzione dei paesi etc.).

Ma chissene alla fine, questo è un problema culturale e non politico.
Non sono d'accordo, o meglio, la parte politica è imprescindibile da quella sociale in queste dinamiche, dato che cavalca i fenomi d'odio che la società esprime: gay, immigrati, runners, maschi bianchi, etc.
E tornando al tema del topic, la politica a quel punto incanala la frustrazione della società attuale, ridotta a consumatore se ha i soldi per farlo, senza poi dare un vero riscontro pratico che "rilascia" la tensione - vedi il nulla fatto in favore delle comunità lgbtq+ o in ostacolo al fenomeno dell'immigrazione clandestina.
 
Non potrei essere più d'accordo. Il femminismo viene definito dal dizionario della Treccani come un movimento che si batte per l'uguaglianza, ma in realtà di uguaglianza se ne vede bene poca. Piuttosto vedo un voler distruggere la figura maschile in tutte le sue sfaccettature, dipingendola come privilegiata e tirannica, mentre invece le donne come oppresse da sempre.

In una cultura sana e veramente propensa all'uguaglianza non si sentirebbe roba come femminicidio, patriarcato, privilegio dell'uomo bianco. Non sono solo le donne a essere uccise dai compagni uomini, esistono molti uomini uccisi dalle compagne donne (mi rendo conto che sono di meno, ma ciò non significa che siano poco importanti). Si parlerebbe delle leggi assurde e violente nei confronti dei genitori maschi quando si tratta di divorzio, affidamento della casa, assegno di mantenimento, che sono sempre ed esclusivamente fatte a sfavore del padre. Sembrano problemi sciocchi, ma quando tua moglie che vuole divorziare da te e s'inventa che le hai messo le mani addosso e ti ritrovi senza la tua casa, sborsando mensilmente gran parte del tuo stipendio, e vedendo tuo figlio una volta ogni tanto e non riuscendo a provvedere per lui uno stile di vita dignitoso quando sta con te, visto che non hai soldi, è letteralmente letale. E di questi casi ce ne sono a bizzeffe. Solo che non se ne parla, perché a nessuno gliene importa niente degli uomini.

In una società che si batte per l'uguaglianza tutte le problematiche hanno un peso. Non è così purtroppo.
Il femminismo in sé nasce con quell'idea, e in effetti il mondo oggi è più paritario di quanto non fosse 60 anni fa. Il problema è che ormai è degenerato in una caccia alle streghe, abbastanza ironico se ci si pensa bene.

Le problematiche di cui parli, in cui una donna in tribunale è quasi sempre favorita, purtroppo non fanno ascolti.
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Non sono d'accordo, o meglio, la parte politica è imprescindibile da quella sociale in queste dinamiche, dato che cavalca i fenomi d'odio che la società esprime: gay, immigrati, runners, maschi bianchi, etc.
Sono entrambe espressioni dell'altra che si influenzano a vicenda; a volte penso a quanto sarebbe diversa la mentalità di tanti italiani ed il contesto politico se il biennio rosso fosse andato a buon fine: forse invece del vecchio che "mò ve lo buco 'sto pallone", avremmo il vecchio che "se scendo, segno almeno due gol"
 
Ultima modifica:
A meno che il motivo per cui non pensi di essere in una società come la descrivi è proprio a causa del femminismo, ti sei risposto da solo.
Ora, non mi definisco femminista perché non riconosco l'estremismo di come il movimento mi arriva oggi tramite i social (aimé unico canale in cui ho modo di confrontarmi con il movimento) e sono in disaccordo con la demonizzazzione del maschio bianco, però o ti sei risposto da solo (ergo non vivi in una società propensa all'uguaglianza e quindi c'è bisogno dell'utilizzo di determinati termini) oppure davvero prima del femminismo c'era più uguaglianza - che personalmente mi sembra un filino distaccato dalla realtà.
Non c'è mai stata uguaglianza, in nessun periodo storico. Le donne un tempo erano segregate al ruolo di domestica, in molti paesi (tutt'oggi, purtroppo) non avevano diritto a un'educazione, al voto, ecc, e questo lo sappiamo tutti. Ma questo non vuol dire che, in quei contesti, l'uomo se la passasse bene. La vita dell'uomo è sempre stata spendibile, è sempre stata considerata carne da macello, che fosse in guerra o a lavoro. E ancora oggi, non certo alla stessa maniera di un tempo, lo è.
Quello che io critico al movimento femminista è la sua stessa natura, il suo dogma numero uno, ovvero "maschio oppressore femmina oppressa", che non trovo assolutamente giusto. Dovrebbe esistere un movimento anti sessista che si batte per il diritto di tutti, maschi e femmina, senza distinzione di sesso. Perché se si parla di femminicidio, si fa discriminazione verso quei maschi che vengono uccisi dalle donne. Perché quando c'è una morte bianca, non gliene frega a nessuno perchè si tratta di un povero cristo che è morto. Perché quando un maschio va in un centro antiviolenza, viene respinto.
La retorica propugnata dal femminismo è che se il maschio non denuncia violenze, è colpa del patriarcato. Certamente in parte è un fenomeno sociale, ma non è certo imputabile solo al patriarcato. Ricordo che il primo centro antiviolenza è stato fondato da Erin Pizzey nell'UK. È nato come un centro antiviolenza per tutti, maschi e femmine. Alla fine le femministe si sono introdotte, hanno cacciato la fondatrice e l'hanno manipolato secondo la loro retorica anti uomo.

Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi. Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi. Capii che il femminismo è una frode. Sia le donne che gli uomini possono essere crudeli. L’unica cosa di cui un bambino ha davvero bisogno, i suoi genitori assieme sotto lo stesso tetto, viene minata dall’ideologia che dice di difendere i diritti delle donne. È venuto il momento di chiudere con questa ideologia dell’odio. Quelle donne che amano i loro mariti, i loro partner, i loro figli, si uniscano al movimento degli uomini nel combattere le leggi anti-uomini. Questa è la nostra ultima possibilità di correggere un male atroce. Milioni di uomini ed i loro bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista. È arrivato il momento per uomini e donne di dire NO AL FEMMINISMO»
 
Comunque ora che i giornalisti italiano hanno imparato un nuovo vocabolo, "patriarcato", la mia reazione naturale è esclamare "la li lu le lo" ogni volta che sento la parola
 
Non c'è mai stata uguaglianza, in nessun periodo storico. Le donne un tempo erano segregate al ruolo di domestica, in molti paesi (tutt'oggi, purtroppo) non avevano diritto a un'educazione, al voto, ecc, e questo lo sappiamo tutti. Ma questo non vuol dire che, in quei contesti, l'uomo se la passasse bene. La vita dell'uomo è sempre stata spendibile, è sempre stata considerata carne da macello, che fosse in guerra o a lavoro. E ancora oggi, non certo alla stessa maniera di un tempo, lo è.
Questo però è un altro discorso: gli uomini non stavano male in quanto esclusi dal mondo delle possibilità in quanto uomini, ma stavano male perché operai schiavi nelle miniere. Anche oggi l'uomo non se la passa bene per lo stesso motivo economico, ma almeno si è normalizzato il fatto che sulla carta il sesso con cui nasci non ti preclude determinate cose - almeno in Occidente, almeno in famiglie non povere, salvo le eccezzioni, salvo determinate cose che ignoro bisogna essere per forza uomi (es. dire la messa), etc. Un passo avanti per fortuna è stato fatto, anche perché se una coppia etero lascia a casa la donna probabilmente a fine mese non ci arriva, ma questo è un altro discorso.
Quello che io critico al movimento femminista è la sua stessa natura, il suo dogma numero uno, ovvero "maschio oppressore femmina oppressa", che non trovo assolutamente giusto. Dovrebbe esistere un movimento anti sessista che si batte per il diritto di tutti, maschi e femmina, senza distinzione di sesso. Perché se si parla di femminicidio, si fa discriminazione verso quei maschi che vengono uccisi dalle donne. Perché quando c'è una morte bianca, non gliene frega a nessuno perchè si tratta di un povero cristo che è morto. Perché quando un maschio va in un centro antiviolenza, viene respinto.
La retorica propugnata dal femminismo è che se il maschio non denuncia violenze, è colpa del patriarcato. Certamente in parte è un fenomeno sociale, ma non è certo imputabile solo al patriarcato. Ricordo che il primo centro antiviolenza è stato fondato da Erin Pizzey nell'UK. È nato come un centro antiviolenza per tutti, maschi e femmine. Alla fine le femministe si sono introdotte, hanno cacciato la fondatrice e l'hanno manipolato secondo la loro retorica anti uomo.

Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi. Osservai le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi. Capii che il femminismo è una frode. Sia le donne che gli uomini possono essere crudeli. L’unica cosa di cui un bambino ha davvero bisogno, i suoi genitori assieme sotto lo stesso tetto, viene minata dall’ideologia che dice di difendere i diritti delle donne. È venuto il momento di chiudere con questa ideologia dell’odio. Quelle donne che amano i loro mariti, i loro partner, i loro figli, si uniscano al movimento degli uomini nel combattere le leggi anti-uomini. Questa è la nostra ultima possibilità di correggere un male atroce. Milioni di uomini ed i loro bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista. È arrivato il momento per uomini e donne di dire NO AL FEMMINISMO»
Ti dirò, finché il dogma è "maschio oppressore femmina oppressa", lo accetto: è uno sloga semplificato di ciò che storicamente ha portato alla nascita del movimento. Certo la differenza sta nel fatto che mentre si può fare una generalizzazione sulle donne oppresse, poiché nel momento in cui per esempio era negato il voto, il nascere ricca non ti dava la possibilità di votare, l'uomo oppressore lo identifico più in una oligarchia. Poi dipende anche da che scala guardi il fenomeno: se nei CDA delle aziende ci sono poche donne, io operaio sottomesso che voce in capitolo ho? Ma se mi riferisco alla scala piccola, allora la possibilità che in una famiglia si sconsigli alla propria bambina di fare ingegneria o di giocare a calcio, diventa il perpetuare una convinzione che vede inconciliabili passioni/propensioni ad un genere con quello di un altro. A mio avviso, la cosa interessante è il patriarcato affligge anche l'uomo, che sempre in dinamiche su piccola scala come quella familiare, magari scoraggia il bambino ad andare a danza. E non a caso parlo di famiglia, non del padre di famiglia, perchè anche la madre di famiglia può esercitare la stessa filosofia seppur ricopra il ruolo di sottomessa. Da qui l'importanza di capire il perimetro della discussione: dinamiche in cui la donna è la violenta della famiglia, non ricadono nella tematica del patriarcato. Il patriarcato ha la sua definizione, la madre violenta in famiglia ha un'altra definizione, o se non ce l'ha è perché non è sorto un motivo per coniarla. Ora, il motivo per cui non esiste lo rimanderei.

In tutto ciò, sbagli a dire che il femminicidio discrimina gli omicidi di genere ai danni maschili, semmai l'attenzione mediatica è tutta focalizzata sui primi. Poi potremmo discutere del fatto che su 100 omicidi di genere, 90% sono a danni di donne e quindi il focus su una problematica è più o meno giusto, però è a mio avviso sbagliato ribattere ad un tema evidente (dicevo l'altra volta che per certi indicatori l'unico numero giusto è "0") chiedendosi del perché allora non si parla di altro. Di sicuro con una nazifemminista sarei il primo a farlo perché sarei infastidito dall'essere additato come nemico per le colpe dei miei padri (colpe su piccola scala, visto che non ho origini oligarchiche), ma in generale riconosco che lo farei solamente per una difesa violenta.

EDIT: ho editato più volte che mi era partito il messaggio prima di finirlo.
 
Ultima modifica:
Io la butto li, UNA delle cause del calo demografico italiano è causato dal femminismo odierno
 
Io la butto li, UNA delle cause del calo demografico italiano è causato dal femminismo odierno
Bah, insomma, può anche essere, ma ci sono cause ben più incisive. Precariato e stipendi fermi da 20 anni a fronte di un costo della vita sempre più alto hanno un peso di gran lunga maggiore.
 
Questo però è un altro discorso: gli uomini non stavano male in quanto esclusi dal mondo delle possibilità in quanto uomini, ma stavano male perché operai schiavi nelle miniere.
Però, quando scoppiava le guerra, in quanto uomo, non avevo alcuna possibilità di tirarmi indietro in modo "legale", e con tutta probabilità sarei andato incontro alla morte. A me questo sembra essere escluso dal mondo delle possibilità in quanto uomo.

Ti dirò, finché il dogma è "maschio oppressore femmina oppressa", lo accetto: è uno sloga semplificato di ciò che storicamente ha portato alla nascita del movimento.

Ni. Il movimento nasce per rivendicare pari diritti e opportunità tra donne e uomini. E' molto diverso dalla retorica che viene perpetrata oggi. E' semplificato? Si. Ma questa semplificazione a cosa porta? Alla discriminazione del genere maschile nel suo complesso, che non porta alla presa di responsabilità del singolo individuo.

A mio avviso, la cosa interessante è il patriarcato affligge anche l'uomo, che sempre in dinamiche su piccola scala come quella familiare, magari scoraggia il bambino ad andare a danza. E non a caso parlo di famiglia, non del padre di famiglia, perchè anche la madre di famiglia può esercitare la stessa filosofia seppur ricopra il ruolo di sottomessa.

Super legittimo. Questa è una battaglia giusta che ha a cuore l'interesse di tutti, non di uno a scapito dell'altro.

Da qui l'importanza di capire il perimetro della discussione: dinamiche in cui la donna è la violenta della famiglia, non ricadono nella tematica del patriarcato. Il patriarcato ha la sua definizione, la madre violenta in famiglia ha un'altra definizione, o se non ce l'ha è perché non è sorto un motivo per coniarla. Ora, il motivo per cui non esiste lo rimanderei.

Non vedo perché rimandarlo. Se viene passato sottobanco come una cosa poco rilevate è proprio perché la retorica del "Maschio oppresso e femmina oppressa" oppure il termine "patriarcato" hanno garantito una specie di immunità mediatica ai crimini commessi dalle donne. Se ne deve parlare, perché è importante.

In tutto ciò, sbagli a dire che il femminicidio discrimina gli omicidi di genere ai danni maschili, semmai l'attenzione mediatica è tutta focalizzata sui primi. Poi potremmo discutere del fatto che su 100 omicidi di genere, 90% sono a danni di donne e quindi il focus su una problematica è più o meno giusto, però è a mio avviso sbagliato ribattere ad un tema evidente (dicevo l'altra volta che per certi indicatori l'unico numero giusto è "0") chiedendosi del perché allora non si parla di altro. Di sicuro con una nazifemminista sarei il primo a farlo perché sarei infastidito dall'essere additato come nemico per le colpe dei miei padri (colpe su piccola scala, visto che non ho origini oligarchiche), ma in generale riconosco che lo farei solamente per una difesa violenta.

Il motivo per cui dico che parlare di femminicidio è discriminante è perché, secondo me, alimenta la lotta tra i sessi. Alimenta il dogma "maschio oppressore femmina oppressa". E' vero, sono più maschi a uccidere le donne piuttosto che le donne a uccidere i maschi, ma questa retorica del "chi ammazza di più" delegittima tutte le vittime dell'altra categoria. Questa lotta di chi è più sfigato polarizza soltanto le masse. Non posso mai dimenticare di quando morì una povera ragazza sul lavoro. La notizia è ha fatto il giro del web e dei servizi mediatici.
Giustissimo.
Qualche mese fa, però, il collega di un mio amico è morto decapitato, letteralmente, da un cavo spezzato su una nave da crociera. La foto del suo corpo senza testa ha fatto il giro tra telefoni. Con tutta probabilità è finita anche tra le mani della famiglia. Nessuno ne ha parlato.
Il bias è notevole, è pensante, asfissiante.
Si dice che i casi delle donne che denunciano moleste e violenze stia aumentando, che finalmente stanno venendo a galla. Da una notizia del genere si evince chiaramente che i maschi violenti e molestatori sono pari se non superiori alle denunce fatte, ma non è così, perché nel calderone delle denunce fatte non si fa discriminazione tra denunce vere e quelle fatte da donne che strumentalizzano la tematica per perseguire i propri fini. Per togliere a un uomo casa, soldi, diritto di vedere il figlio crescere. Per negargli i suoi diritti, la vita. E i casi sono così tanti da far venire i brividi. La caritas dice che un uomo povero su due è un divorziato.
Non si parla di quanto le donne siano avvantaggiate in materia di genitorialità a completo svantaggio dell'uomo.
Non si parla del fatto che il 15% dei secondo geniti non siano figli del proprio padre. 25% per i terzogeniti. Questa non è violenza?

Dicendo queste cose sembra che io contraddica me stesso perché sto facendo a gara chi è più sfigato. Però quando leggo nei social, soprattutto dopo quanto è accaduto a quella povera ragazza, tutto l'incitamento all'odio che viene perpetrato ai danni dell'uomo, e che viene normalizzato, incentivato, mi viene veramente una tristezza infinita. Leggo commenti di ragazzini che scrivono "mi vergogno di essere nato maschio". Questa non è sensibilizzazione.
 
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Però, quando scoppiava le guerra, in quanto uomo, non avevo alcuna possibilità di tirarmi indietro in modo "legale", e con tutta probabilità sarei andato incontro alla morte. A me questo sembra essere escluso dal mondo delle possibilità in quanto uomo.
Sì, questo esempio è giusto, però è un po' l'eccezzione che conferma la regola.
Non vedo perché rimandarlo. Se viene passato sottobanco come una cosa poco rilevate è proprio perché la retorica del "Maschio oppresso e femmina oppressa" oppure il termine "patriarcato" hanno garantito una specie di immunità mediatica ai crimini commessi dalle donne. Se ne deve parlare, perché è importante.
Principalmente perché non saprei arricchire la discussione e, almeno con gli strumenti che io ho in mano ora, non condividerei l'intenzionionalità di discriminare gli uomini, o quanto meno gradirei una spiegazione più dettagliata di chi ha interesse a farlo e che interessi ha.
Però alla fine discuisire sul perché non esiste il termine lo troverei poco utile rispetto al parlare direttamente di un problema del mondo maschile - si potrebbe aprire un thread senza necessariamente doverlo per forza mettere in opposizione al tema che stiamo trattando qui, anzi, sarebbe decisamente più costruttivo ai fini di arrivare a più persone. In tal senso, se non lo conosci già, dai un'occhiata a Marco Crepaldi, fondatore di Hikkikomori Italia, che tratta spesso (su youtube in realtà, mi sa che ha scritto ben poco) temi legati al mondo maschile senza dover per forza sfociare nell'estremismo della redpill (per esempio).
Il motivo per cui dico che parlare di femminicidio è discriminante è perché, secondo me, alimenta la lotta tra i sessi. Alimenta il dogma "maschio oppressore femmina oppressa". E' vero, sono più maschi a uccidere le donne piuttosto che le donne a uccidere i maschi, ma questa retorica del "chi ammazza di più" delegittima tutte le vittime dell'altra categoria. Questa lotta di chi è più sfigato polarizza soltanto le masse. Non posso mai dimenticare di quando morì una povera ragazza sul lavoro. La notizia è ha fatto il giro del web e dei servizi mediatici.
Giustissimo.
Qualche mese fa, però, il collega di un mio amico è morto decapitato, letteralmente, da un cavo spezzato su una nave da crociera. La foto del suo corpo senza testa ha fatto il giro tra telefoni. Con tutta probabilità è finita anche tra le mani della famiglia. Nessuno ne ha parlato.
Il bias è notevole, è pensante, asfissiante.
Si dice che i casi delle donne che denunciano stia aumentando, che finalmente stanno venendo a galla. Però non si parla dei casi i cui le donne strumentalizzano la violenza domestica, inventandola, per togliere a un uomo casa, soldi, diritto di vedere il figlio crescere. Gli toglie la vita. E i casi sono così tanti da far venire i brividi. La caritas dice che un uomo povero su due è un divorziato.
Non si parla di quanto le donne siano avvantaggiate in materia di genitorialità a completo svantaggio dell'uomo.
Non si parla del fatto che il 15% dei secondo geniti non siano figli del proprio padre. 25% per i terzogeniti. Questa non è violenza?

Dicendo queste cose sembra che io contraddica me stesso perché sto facendo a gara chi è più sfigato. Però quando leggo nei social, soprattutto dopo quanto è accaduto a quella povera ragazza, tutto l'incitamento all'odio che viene perpetrato ai danni dell'uomo, e che viene normalizzato, incentivato, mi viene veramente una tristezza infinita. Leggo commenti di ragazzini che scrivono "mi vergogno di essere nato maschio". Questa non è sensibilizzazione.
Sì, secondo me il punto è un po' questo: non serve fare a gara, alimenti il clima che si crea e basta.

La cosa che non condivido di questa ultima parte del post è il vantaggio in temi di genitorialità delle donne. Secondo me sono unicamente gli uomini ad essere più svantaggiati, ma non c'è un privilegiato assoluto, vedo solo un padre che resta a casa 15 miseri giorni e una madre che se vuole stare a casa di più alla fine rinuncia al suo reddito.

Fun fact: se le donne guadagnassero come noi, non ci sarebbe bisogno di mantenerle.
Battuta.
 
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