Riflessione La considerazione dei videogiochi in Italia

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Che poi cosa c'entrano questi che riguardano l'aspetto estetico, cosa che tra l'altro dipende almeno parzialmente dai gusti soggettivi? Sfigato significa anche brutto? Videogiocare implica essere brutti?

L'utente che ha scritto che giocare a Final Fantasy XV sia da sfigati. Significa che non si aspetti di certo che sia Brad Pitt a farlo :asd: .
Lo stereotipo e' che se tu giocassi a titoli di quel tipo passata una certa eta' debba necessariamente essere un disadattato che mai e poi mai potrebbe trovarsi una ragazza normale, per quanto riguarda le donne invece nel nostro avanzatissimo paese si giudicano esclusivamente per valori estetici. Non mi sembra di dichiarare nulla di nuovo nel tacciare l'Italia come un paese fortemente superficiale.
 
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L'utente che ha scritto che giocare a Final Fantasy XV sia da sfigati. Significa che non si aspetti di certo che sia Brad Pitt a farlo :asd: .
Lo stereotipo e' che se tu giocassi a titoli di quel tipo passata una certa eta' debba necessariamente essere un disadattato che mai e poi mai potrebbe trovarsi una ragazza normale
Ah sì sì, puoi immaginare cosa possa pensare di quella frase. :unsisi: In pratica ha superato la soglia oltre la quale ritengo valga la pena rispondere, per cui l'ho saltata a piè pari rispondendo a te. E a te ovviamente do' ragione quando gli rivolti contro il termine, cioè capisco cosa hai voluto dire, ma io lo abolirei direttamente (cioè lo squalifico, mi ritiro dai giochi, non voglio giocare con quel termine) perché in realtà non è sfigato nemmeno chi si preoccupa del giudizio degli altri a 30 anni. Casomai ha solo bisogno di sentirsi rassicurato o di maturare una maggiore sicurezza anche da solo e capire meglio quanto vale, non c'è vergogna nell'aver bisogno di questo, non c'è "sfiga" in quel senso.
 
L'utente che ha scritto che giocare a Final Fantasy XV sia da sfigati. Significa che non si aspetti di certo che sia Brad Pitt a farlo :asd: .
Lo stereotipo e' che se tu giocassi a titoli di quel tipo passata una certa eta' debba necessariamente essere un disadattato che mai e poi mai potrebbe trovarsi una ragazza normale, per quanto riguarda le donne invece nel nostro avanzatissimo paese si giudicano esclusivamente per valori estetici. Non mi sembra di dichiarare nulla di nuovo nel tacciare l'Italia come un paese fortemente superficiale.

Vabbè se per questo anche da videogiocatori su jrpg ne ho sentite di più grosse, non ricordo il forum, ma era una lotta fra sonari e boxari (ma avrei tranquillamente riassunto in una lotta fra "somari" di alto livello), e qualcuno si sparò un improbabile frase che ancora echeggia più o meno nella mia mente "PS1 ha avuto successo solo perché ricca di jrpg, il genere di gioco su misura dei jappo, gente notoriamente autistica e disadattata che nerda 24h su 24 nella propria stanza claustrofobica" :asd: quindi per dire nel giocare un genere come i jrpg (ancor di più quelli vecchio stampo) dai ritmi lenti quasi soporiferi fra i vari menù per ore ed ore, per molti non si nasconde una semplice persona sfigata o che non vuole crescere, ma una persona proprio malata che necessita di un aiuto sociale :patpat::ahsisi:
 
Ah sì sì, puoi immaginare cosa possa pensare di quella frase. :unsisi: In pratica ha superato la soglia oltre la quale ritengo valga la pena rispondere, per cui l'ho saltata a piè pari rispondendo a te. E a te ovviamente do' ragione quando gli rivolti contro il termine, cioè capisco cosa hai voluto dire, ma io lo abolirei direttamente (cioè lo squalifico, mi ritiro dai giochi, non voglio giocare con quel termine) perché in realtà non è sfigato nemmeno chi si preoccupa del giudizio degli altri a 30 anni. Casomai ha solo bisogno di sentirsi rassicurato o di maturare una maggiore sicurezza anche da solo e capire meglio quanto vale, non c'è vergogna nell'aver bisogno di questo, non c'è "sfiga" in quel senso.

Puoi anche chiamarlo in un altro modo, resta il fatto che preoccuparsi di quello che pensano gli altri a 30 anni denota quanto meno un forte limite di autostima.
 
Cosa vi aspettavate da un paese fortemente partite di calcio-centrico? :asd: Basta vedere che la maggioranza continua ad acquistare i soliti giochi sportivi e senza uno straccio di filosofia dietro. Non mi meraviglio se l'industria italiana dei videogiochi è praticamente ignorata e il pensiero collettivo immutato. Banalmente basterebbe eliminare il pallone dalle menti delle persone e cambiare modelli di business, ma è più probabile che il covid venga debellato domani
 
Cosa vi aspettavate da un paese fortemente partite di calcio-centrico? :asd: Basta vedere che la maggioranza continua ad acquistare i soliti giochi sportivi e senza uno straccio di filosofia dietro. Non mi meraviglio se l'industria italiana dei videogiochi è praticamente ignorata e il pensiero collettivo immutato. Banalmente basterebbe eliminare il pallone dalle menti delle persone e cambiare modelli di business, ma è più probabile che il covid venga debellato domani
in un discorso del genere, non è solo il videogioco ad esser bistrattato, ma la gran parte degli sport stessi.
golf, sci, sport da combattimento, tennis, chi conosce de carolis o fognini? probabilmente la maggior parte di voi li leggono la prima volta da questo messaggio...
ergo potrei dire che sono i videogiochi il motivo per il quale il pugilato in italia è una merda? :asd:

il calcio è un business in italia, anzi in europa, come lo sono il basket o il football americano in america, questo è il motivo per il quale la gente compra i videogiochi e le console, e se tanto mi da tanto non può essere lo stesso motivo che li affossa.
 
Ragazzi comunque scusate devo dirvelo, sono almeno tre pagine che leggo sparate e luoghi comuni da farmi vergognare, trovo che questa discussione abbia preso una piega ben peggiore rispetto al modo in cui era iniziata :asd: non posso credere che un topic che vuole riflettere su una categoria stigmatizzata finisca per diventare anch'esso una fucina di banalizzazioni e assolutismi.
 
Ragazzi comunque scusate devo dirvelo, sono almeno tre pagine che leggo sparate e luoghi comuni da farmi vergognare, trovo che questa discussione abbia preso una piega ben peggiore rispetto al modo in cui era iniziata :asd: non posso credere che un topic che vuole riflettere su una categoria stigmatizzata finisca per diventare anch'esso una fucina di banalizzazioni e assolutismi.

E' risaputo che sbarchi il lunario con tiktok. :ibraok:
 
Ragazzi, rispondo a nome della mia generazione, perchè qui sono stati fatti molti luoghi comuni
  • Fortnite: come ho detto prima, Fortnite è il "Minecraft" moderno: Lo giocano tutti, lo possono avere tutti, e tutti condividono un'esperienza. Che sia di base più "infantile" rispetto a Minecraft, questo è chiaro, ma non ho mai visto situazione disastrate di bambini che passavano il tempo a giocare e imprecare su Fortnite, esattamente come non era così su Minecraft ecc.
  • Tik Tok: Bhe si, esiste e mi sta anche sul cazzo, ma per motivi politici. Il fatto della ragazzina morta per una challenge è una grandissima stronzata, anche perché è solo un ipotesi, visto che le indagini sono ancora in corso. Qualche anno fa, quando ero alle medie, girava la blue whale challenge che in realtà era un'enorme fake news, anche se comunque mi son dovuto sorbire ore di ammonimenti e lezioni sul Cyberbullismo, perché noi giustamente siamo così coglioni da uccidersi leggendo su internet, il male in terra
  • Società basata sull'apparenza: Vero, esiste, ma è sempre esistita, e da ciò che ho capito, anche nel periodo adolescenziale di molti qui dentro
Poi, come ho già detto, i videogiochi in Italia sono una passione per pochi, mentre la maggioranza li usa come o un estensione di una propria passione (Mi piacciono gli anime e i manga -> gioco Persona, Dragon Ball ecc.), ma volevo anche aggiungere che molti titoli qui implicitamente, definiti di "nicchia", sono in realtà prodotti anche casual: Death Stranding l'ho trovato sulle riviste e sui quotidiani; Hollow Knight, come ho già detto, lo giocano molti miei compagni di classe; Persona non né parliamo: vi dico solo che nel paesino vicino al mio, su cinque mie coetanei che conosco, tre hanno già giocato Persona 5.
Quindi si, in Italia non ci va solo di Fifa e Fortnite, ma i veri appassionati sono molto pochi, e questo non è necessariamente un male, visto che, in tutta la mia vita, non sono mai stato bullizzato per essere un appassionato, e quelle poche volte che accadeva era perché in maniera arrogante mi esprimevo sopra agli altri, e permettetemi di dire che qui, di arroganza, ne ho vista molta
 
Ragazzi, rispondo a nome della mia generazione, perchè qui sono stati fatti molti luoghi comuni
  • Fortnite: come ho detto prima, Fortnite è il "Minecraft" moderno: Lo giocano tutti, lo possono avere tutti, e tutti condividono un'esperienza. Che sia di base più "infantile" rispetto a Minecraft, questo è chiaro, ma non ho mai visto situazione disastrate di bambini che passavano il tempo a giocare e imprecare su Fortnite, esattamente come non era così su Minecraft ecc.
  • Tik Tok: Bhe si, esiste e mi sta anche sul cazzo, ma per motivi politici. Il fatto della ragazzina morta per una challenge è una grandissima stronzata, anche perché è solo un ipotesi, visto che le indagini sono ancora in corso. Qualche anno fa, quando ero alle medie, girava la blue whale challenge che in realtà era un'enorme fake news, anche se comunque mi son dovuto sorbire ore di ammonimenti e lezioni sul Cyberbullismo, perché noi giustamente siamo così coglioni da uccidersi leggendo su internet, il male in terra
  • Società basata sull'apparenza: Vero, esiste, ma è sempre esistita, e da ciò che ho capito, anche nel periodo adolescenziale di molti qui dentro
Poi, come ho già detto, i videogiochi in Italia sono una passione per pochi, mentre la maggioranza li usa come o un estensione di una propria passione (Mi piacciono gli anime e i manga -> gioco Persona, Dragon Ball ecc.), ma volevo anche aggiungere che molti titoli qui implicitamente, definiti di "nicchia", sono in realtà prodotti anche casual: Death Stranding l'ho trovato sulle riviste e sui quotidiani; Hollow Knight, come ho già detto, lo giocano molti miei compagni di classe; Persona non né parliamo: vi dico solo che nel paesino vicino al mio, su cinque mie coetanei che conosco, tre hanno già giocato Persona 5.
Quindi si, in Italia non ci va solo di Fifa e Fortnite, ma i veri appassionati sono molto pochi, e questo non è necessariamente un male, visto che, in tutta la mia vita, non sono mai stato bullizzato per essere un appassionato, e quelle poche volte che accadeva era perché in maniera arrogante mi esprimevo sopra agli altri, e permettetemi di dire che qui, di arroganza, ne ho vista molta

Ma e' inutile che stai a replicare.
Le lamentele nei confronti dei giovani ci sono dai tempi di Babilonia, prima si diceva che i ragazzi non giocavano piu' a Sonic e Monkey Island ma solo a FIFA. Tekken e GTA. Adesso fra i ragazzini gira Tiktok, i miei coetanei spendevano 50 euro a settimana nei crediti dei cellulari per inviarsi SMS o tanarsi con gli scatti alla risposta (il noto passatempo preferito di Albert Einstein :asd:) , in termini di social avevamo tutti MSN e c'era myspace che era sostanzialmente lo stesso modo di mettersi in ridicolo.
All'epoca l'Italia era ancora un paese molto ricco, gran parte delle famiglie(almeno a Roma) disponeva di vetture multiple, compravano ai figli scarpe da 200 euro(prodotte in pakistan per 4 al paio) per non farli bullizzare a scuola e spendevano migliaia di euro per le feste dei diciotto anni.
Sentire i miei coetanei criticare qualcuno per abitudini frivole mi fa davvero ridere.
 
e permettetemi di dire che qui, di arroganza, ne ho vista molta
il magico mondo di internet, dove anche le pecore si fanno leoni.
ma basta leggere un momentino più attentamente che si può intravedere da alcuni messaggi uno sfogo estremo di anni passati a combattere contro le "mode" e l'integrazione.
queste sono piccole rivincite che provano a prendersi dopo tante difficoltà ed è giusto che vengano loro concesse.

non voglio offendere nessuno e non mi riferisco a nessuno in particolare, ma il primo passo è capire di avere un problema e non è insultando il prossimo che questi problemi si possono risolvere.
i videogiochi diventano solo una scusa per evitare di ammettere di averne uno.
 
l'immagine da tg del videogiocatore è diventata quella del ragazzino sbraitante al microfono durante la sua decima ora di gioco consecutiva su Fortnite; e devo dire che è anche difficile dargli torto, in quanto è una realtà vera, esistente, comune ed estremamente visibile.
Siamo sicuri che sia così tanto comune nella realtà e che non stiamo estendendo uno stereotipo da web all'infanzia-pubertà dell'intera Italia? Cioè, come fai a dirlo?

Ti dico per esempio che mio padre (insegnante alle elementari) a volte, quando gliel'ho chiesto per curiosità, mi ha riferito che sì, gli alunni delle sue classi parlano dei giochi online su home console (non mi ha saputo dire quali) che fanno tra loro, ma mi ha anche detto che i genitori giocano più dei figli (sia padre che madre), infatti a volte i bambini si "lamentano blandamente" di questo fatto. :asd: Ma questa potrebbe essere un'eccezione, non lo so. La mia ingenua domanda senza insinuazioni di sorta è: quali fonti dirette o indirette state usando per fare queste riflessioni con validità generale? Esperienze di vita prese come campioni rappresentativi, tg, articoli letti su internet, testimonianza di familiari, amici e conoscenti? Perché io ritengo che rispondere appropriatamente alla domanda del topic sarebbe molto difficile anche per un'indagine sociologica. Poi si può continuare tranquillamente eh, figuriamoci. :sisi:

Quando, parlando di musica con una nuova conoscente nella fascia 20-30 (che non guarda né film né serie tv, non ha facebook, invece disegna e legge... videogiochi figurarsi, e questi rappresentano parte dei motivi che me la rendono affascinante, oltre all'atteggiamento superficiale che ha mentre parla e si muove e oltre al fatto che per me come espressione estetica [senza trucco, dato che non ne usa o ne usa un filo] sia una delle ragazze/donne più attraenti che abbia mai visto), in mezzo alle altre cose le ho detto che mi piaceva ascoltare anche le colonne sonore dei videogiochi, per un momento mi ha guardato un po' così, senza sapere bene come reagire a quel mondo che non le apparteneva. Poi per quanto la conosco non si è fatta problemi. Quindi niente, solo un esempio della mia personalissima esperienza per dire che sì, penso ci sia perlomeno una certa diffidenza (non so se sia il termine più corretto che volevo usare in questo caso) nei confronti dell'argomento dovuta sicuramente in primo luogo all'ignoranza riguardo alla varietà dell'offerta e a ciò che in essa è maturato. Ostacoli che vanno abbattuti col dialogo e la sensibilizzazione.

Una mia amica ucraina invece, che è una persona buonissima ed eccezionale, una delle migliori che conosca ed esterna ai videogiochi "non solo passatempo", si è presa una PS4 anche a causa mia. Ancora non me lo sono perdonato. E a differenza mia ad esempio ha giocato e finito Death Stranding.:dajee: Che dovrebbe essere un gioco non per tutti... quindi lei cos'è, una casualcore? Un altro titolo che ha giocato è Bloodborne... non credo tutto però. Ah scusate, è vero che qui si parla di Italia.

Puoi anche chiamarlo in un altro modo, resta il fatto che preoccuparsi di quello che pensano gli altri a 30 anni denota quanto meno un forte limite di autostima.
Sì, è possibile che resti quel fatto, ma chiamarti sfigato e dirti che hai un limite di autostima non è la stessa cosa. A parte l'uso dell'ausiliare essere che nel primo caso permea l'intera persona, mentre nel secondo caso abbiamo un "avere" che regge un tratto non egemone d affiancare agli altri (fra i quali ci possono essere dei pregi), la differenza principale è che se dici a qualcuno che è uno sfigato ciò implica che dovrebbe vergognarsene, gli stai dicendo inoltre che suscita pena e compassione negli altri, che è infine un untore che contagia chi si avvicina con la sua aura negativa e pestilenziale. Se invece gli dici che ha poca autostima non implichi tutto ciò, gli stai dicendo che ha un problema che sarebbe meglio risolvere affinché prima di tutto lui/lei stia meglio (non per gli altri), ma per esempio sicuramente non gli stai dicendo che se ne dovrebbe vergognare. Questo è quanto pare a me.
in un discorso del genere, non è solo il videogioco ad esser bistrattato, ma la gran parte degli sport stessi.
golf, sci, sport da combattimento, tennis, chi conosce de carolis o fognini? probabilmente la maggior parte di voi li leggono la prima volta da questo messaggio...
ergo potrei dire che sono i videogiochi il motivo per il quale il pugilato in italia è una merda? :asd:

il calcio è un business in italia, anzi in europa, come lo sono il basket o il football americano in america, questo è il motivo per il quale la gente compra i videogiochi e le console, e se tanto mi da tanto non può essere lo stesso motivo che li affossa.
Non dimentichiamoci della pallavolo dove c'è il miglior telecronista di sempre. :dsax: (ovvia iperborle, ma è un grande!)
6MatFJ7YR2FpfGybhxIVcFSmGyrn2vw-aOfKxbcqQqV-v3Bh0QUMdxWFyUMfMMyzoA-FCQnxvlC0PY-pE_6Tjhw93swQjuvssE6WH_-XcA7udN6YWIRfAbt0FFIK1RKPYhqLfzG7cNpSSR-sWyY8q7yaLgqLSqEtnlzCBbGhLDTYNDZX
Comunque son d'accordo sul fatto che lo sport che va per la maggiore traina, cioè è evidente, in Italia specialmente il calcio ovviamente.
il magico mondo di internet, dove anche le pecore si fanno leoni.
ma basta leggere un momentino più attentamente che si può intravedere da alcuni messaggi uno sfogo estremo di anni passati a combattere contro le "mode" e l'integrazione.
queste sono piccole rivincite che provano a prendersi dopo tante difficoltà ed è giusto che vengano loro concesse.

non voglio offendere nessuno e non mi riferisco a nessuno in particolare, ma il primo passo è capire di avere un problema e non è insultando il prossimo che questi problemi si possono risolvere.
i videogiochi diventano solo una scusa per evitare di ammettere di averne uno.
"piccole rivincite che provano a prendersi dopo tante difficoltà ed è giusto che vengano loro concesse", poveri uomini del sottosuolo con le loro memorie e in preda al risentimento livoroso. Abbiamo un profilo psicologico, mentre noi sì che siamo in pace con noi stessi invece, la pace dei qualunquisti. :trollface: Porca vacca, da un estremo all'altro. Ha anche la mia di cartella clinica, dottore? :trollface: inb4 no, tu sei un caso disperato.

Sto ironizzando ma da ora in poi divento un po' più serio: neanche tu stai dando un grande esempio adesso, imo. Se vuoi mandare un messaggio senza rivolgerti direttamente agli interessati (cosa già discutibile di per sè), non credo che così ne agevoli l'arrivo a destinazione. :sisi: Mia modesta opinione.
 
Comunque se posso dire la mia, in più di 70 ore passate a giocare online all'ultimo Call Of Duty, ho sentito principalmente i ragazzi della mia età sbraitare e insultare in malo modo l'avversario, anzi, addirittura spesso erano proprio i poveri ragazzetti le vittime di questi insulti e riuscivano comunque, a comportarsi in maniera molto più matura rispetto a gente più grande.

"For fock sake kiddo, shut up or i will ********** epiteti vari rivolti ai genitori"

"Ok man, ok"

(Dannati inglesi dall'accento British, siete voi che rendete cancerogena la community di Cod :tristenev:)

Stesso dicasi per le mie avventure recenti su PUBG e Fortnite, in cui il ragazzino che sbraita era davvero raro se non inesistente.

Sarò stato fortunato io :asd:
 
Siamo sicuri che sia così tanto comune nella realtà e che non stiamo estendendo uno stereotipo da web all'infanzia-pubertà dell'intera Italia? Cioè, come fai a dirlo?

Ti dico per esempio che mio padre (insegnante alle elementari) a volte, quando gliel'ho chiesto per curiosità, mi ha riferito che sì, gli alunni delle sue classi parlano dei giochi online su home console (non mi ha saputo dire quali) che fanno tra loro, ma mi ha anche detto che i genitori giocano più dei figli (sia padre che madre), infatti a volte i bambini si "lamentano blandamente" di questo fatto. :asd: Ma questa potrebbe essere un'eccezione, non lo so. La mia ingenua domanda senza insinuazioni di sorta è: quali fonti dirette o indirette state usando per fare queste riflessioni con validità generale? Esperienze di vita prese come campioni rappresentativi, tg, articoli letti su internet, testimonianza di familiari, amici e conoscenti? Perché io ritengo che rispondere appropriatamente alla domanda del topic sarebbe molto difficile anche per un'indagine sociologica. Poi si può continuare tranquillamente eh, figuriamoci. :sisi:

Quando, parlando di musica con una nuova conoscente nella fascia 20-30 (che non guarda né film né serie tv, non ha facebook, invece disegna e legge... videogiochi figurarsi, e questi rappresentano parte dei motivi che me la rendono affascinante, oltre all'atteggiamento superficiale che ha mentre parla e si muove e oltre al fatto che per me come espressione estetica [senza trucco, dato che non ne usa o ne usa un filo] sia una delle ragazze/donne più attraenti che abbia mai visto), in mezzo alle altre cose le ho detto che mi piaceva ascoltare anche le colonne sonore dei videogiochi, per un momento mi ha guardato un po' così, senza sapere bene come reagire a quel mondo che non le apparteneva. Poi per quanto la conosco non si è fatta problemi. Quindi niente, solo un esempio della mia personalissima esperienza per dire che sì, penso ci sia perlomeno una certa diffidenza (non so se sia il termine più corretto che volevo usare in questo caso) nei confronti dell'argomento dovuta sicuramente in primo luogo all'ignoranza riguardo alla varietà dell'offerta e a ciò che in essa è maturato. Ostacoli che vanno abbattuti col dialogo e la sensibilizzazione.

Una mia amica ucraina invece, che è una persona buonissima ed eccezionale, una delle migliori che conosca ed esterna ai videogiochi "non solo passatempo", si è presa una PS4 anche a causa mia. Ancora non me lo sono perdonato. E a differenza mia ad esempio ha giocato e finito Death Stranding.:dajee: Che dovrebbe essere un gioco non per tutti... quindi lei cos'è, una casualcore? Un altro titolo che ha giocato è Bloodborne... non credo tutto però. Ah scusate, è vero che qui si parla di Italia.


Sì, è possibile che resti quel fatto, ma chiamarti sfigato e dirti che hai un limite di autostima non è la stessa cosa. A parte l'uso dell'ausiliare essere che nel primo caso permea l'intera persona, mentre nel secondo caso abbiamo un "avere" che regge un tratto non egemone d affiancare agli altri (fra i quali ci possono essere dei pregi), la differenza principale è che se dici a qualcuno che è uno sfigato ciò implica che dovrebbe vergognarsene, gli stai dicendo inoltre che suscita pena e compassione negli altri, che è infine un untore che contagia chi si avvicina con la sua aura negativa e pestilenziale. Se invece gli dici che ha poca autostima non implichi tutto ciò, gli stai dicendo che ha un problema che sarebbe meglio risolvere affinché prima di tutto lui/lei stia meglio (non per gli altri), ma per esempio sicuramente non gli stai dicendo che se ne dovrebbe vergognare. Questo è quanto pare a me.

Non dimentichiamoci della pallavolo dove c'è il miglior telecronista di sempre. :dsax: (ovvia iperborle, ma è un grande!)
6MatFJ7YR2FpfGybhxIVcFSmGyrn2vw-aOfKxbcqQqV-v3Bh0QUMdxWFyUMfMMyzoA-FCQnxvlC0PY-pE_6Tjhw93swQjuvssE6WH_-XcA7udN6YWIRfAbt0FFIK1RKPYhqLfzG7cNpSSR-sWyY8q7yaLgqLSqEtnlzCBbGhLDTYNDZX
Comunque son d'accordo sul fatto che lo sport che va per la maggiore traina, cioè è evidente, in Italia specialmente il calcio ovviamente.

"piccole rivincite che provano a prendersi dopo tante difficoltà ed è giusto che vengano loro concesse", poveri uomini del sottosuolo con le loro memorie e in preda al risentimento livoroso. Abbiamo un profilo psicologico, mentre noi sì che siamo in pace con noi stessi invece, la pace dei qualunquisti. :trollface: Porca vacca, da un estremo all'altro. Ha anche la mia di cartella clinica, dottore? :trollface: inb4 no, tu sei un caso disperato.

Sto ironizzando ma da ora in poi divento un po' più serio: neanche tu stai dando un grande esempio adesso, imo. Se vuoi mandare un messaggio senza rivolgerti direttamente agli interessati (cosa già discutibile di per sè), non credo che così ne agevoli l'arrivo a destinazione. :sisi: Mia modesta opinione.
una sola cosa ti dico:
CODA DI PAGLIA!!!!!!!!!!!!

p.s. e non continuare a prenderla a male perchè non ti ho più risposto.
chill my friend.
 
Ragazzi, rispondo a nome della mia generazione, perchè qui sono stati fatti molti luoghi comuni
[...] permettetemi di dire che qui, di arroganza, ne ho vista molta
il magico mondo di internet, dove anche le pecore si fanno leoni.
ma basta leggere un momentino più attentamente che si può intravedere da alcuni messaggi uno sfogo estremo di anni passati a combattere contro le "mode" e l'integrazione.
queste sono piccole rivincite che provano a prendersi dopo tante difficoltà ed è giusto che vengano loro concesse.

non voglio offendere nessuno e non mi riferisco a nessuno in particolare, ma il primo passo è capire di avere un problema e non è insultando il prossimo che questi problemi si possono risolvere.
i videogiochi diventano solo una scusa per evitare di ammettere di averne uno.
Sì ma capite che non potete denunciare arroganza e aggressività altrui e poi cadere nello stesso atteggiamento che accusate, quello di voler dire agli altri come stanno le cose (sulla base del VOSTRO punto di vista).
Poi Sorathil perdonami, ma esordire con la denuncia dei leoni da tastiera e poi tirare fuori un insulto indiretto rivolto a persone che hanno scritto qui dentro (cito testualmente il tuo messaggio: "si può intravedere da alcuni messaggi"), per poi mascherarsi dietro il "non mi riferisco a nessuno in particolare" è un atteggiamento indisponente e se vogliamo anche piuttosto pavido, e cosa più importante: non arreca alcun valore alla discussione, e scende sul piano personale rispetto a chi scrive (cosa che sarebbe meglio evitare). Non facciamo scadere la discussione, concentriamoci sui concetti, non sulle persone.
Siamo sicuri che sia così tanto comune nella realtà e che non stiamo estendendo uno stereotipo da web all'infanzia-pubertà dell'intera Italia? Cioè, come fai a dirlo?

Ti dico per esempio che mio padre (insegnante alle elementari) a volte, quando gliel'ho chiesto per curiosità, mi ha riferito che sì, gli alunni delle sue classi parlano dei giochi online su home console (non mi ha saputo dire quali) che fanno tra loro, ma mi ha anche detto che i genitori giocano più dei figli (sia padre che madre), infatti a volte i bambini si "lamentano blandamente" di questo fatto. :asd: Ma questa potrebbe essere un'eccezione, non lo so. La mia ingenua domanda senza insinuazioni di sorta è: quali fonti dirette o indirette state usando per fare queste riflessioni con validità generale? Esperienze di vita prese come campioni rappresentativi, tg, articoli letti su internet, testimonianza di familiari, amici e conoscenti? Perché io ritengo che rispondere appropriatamente alla domanda del topic sarebbe molto difficile anche per un'indagine sociologica. Poi si può continuare tranquillamente eh, figuriamoci. :sisi:
La tua obiezione è legittima, e chiaramente non ho dei dati vasti e organizzati (ma del resto in 9 pagine nessuno ne ha tirati fuori); ma certo questa non è un trattato scientifico ma una discussione da forum, quindi l'obiettivo non è dimostrare scientificamente qualcosa né presentare dati fatti e finiti, ma eventualmente farli emergere dal confronto tra utenti e dalle posizioni sollevate, e chissà che un giorno non diventiamo d'aiuto a chi questi dati vorrà davvero raccoglierli.

Come dicevo, le mie fonti non possono essere che parziali e soggettive, ma sicuramente ci sono delle costanti:
in primis il consenso generale intorno a Fortnite e il suo target di riferimento; non so se esistano dati demografici sull'utenza media, ma certamente basandoci sul marketing e sulle meccaniche di gioco non è difficile dire che certamente non si riferisce ad una fascia di 30enni. A questa ipotesi, aggiungici che, se ci fai caso, su questo forum (frequentato prevalentemente da over 30 o giù di lì), del topic di Fortnite non c'è traccia, e se c'è è assolutamente irrilevante; il che è davvero strano se riflettiamo sulla portata del fenomeno. Questo non assicura nulla dal punto di vista dei dati, ma certamente ci parla di una tendenza rispetto al tipo di utenza che approccia questo prodotto.
Per quanto riguarda i giocatori, ne ho conosciuti diversi (chiaramente sempre pochissima essendo la mia rete sociale quella di un solo individuo), ma nel mio piccolo posso dire di aver potuto confrontare trasversalmente due zone d'Italia demograficamente diverse, di essere stato in entrambe a stretto contatto con un discreto numero di ragazzini in età scolare e con i loro genitori, e di aver notato anche qui due costanti molto interessanti, una quasi comica...
1) TUTTI i ragazzini conoscono Fortnite, e molti ci giocano (chiaramente non ho numeri, e sarebbero pure irrilevanti);
2) lavoro come insegnante nelle scuole medie, finora quest'anno ne ho girate 3, e in OGNI CLASSE dove sono entrato, non appena tirato fuori il mio mouse logitech e il tappetino della Razer, almeno un ragazzino ha mormorato timidamente "ma allora il prof è un gamer???"
è stata una cosa così costante da farmi scassare dalle risate, lo giuro...in OGNI classe :asd: (e parliamo di oltre 30 classi)

Adesso, certamente non ho numeri e sono soggetto a bias, ma se in due differenti regioni d'Italia che distano tra loro di 500 km, socialmente diverse, in OGNI classe succede la stessa cosa, qualcosa in comune c'è, dati o meno.

A questo aggiungiamo una deduzione puramente statistica: visti i volumi di utenza di questi prodotti, che un grandissimo numero di ragazzini ne faccia uso è un fatto semplicemente inevitabile.

Questo giusto per scalfire la superficie; non abbiamo i dati per "generalizzare" il fenomeno, ma già se parliamo di un "fenomeno", vero o presunto che sia, un fondamento da qualche parte deve esserci.
 
Come dicevo, le mie fonti non possono essere che parziali e soggettive, ma sicuramente ci sono delle costanti:
in primis il consenso generale intorno a Fortnite e il suo target di riferimento; non so se esistano dati demografici sull'utenza media, ma certamente basandoci sul marketing e sulle meccaniche di gioco non è difficile dire che certamente non si riferisce ad una fascia di 30enni. A questa ipotesi, aggiungici che, se ci fai caso, su questo forum (frequentato prevalentemente da over 30 o giù di lì), del topic di Fortnite non c'è traccia, e se c'è è assolutamente irrilevante; il che è davvero strano se riflettiamo sulla portata del fenomeno. Questo non assicura nulla dal punto di vista dei dati, ma certamente ci parla di una tendenza rispetto al tipo di utenza che approccia questo prodotto.
Per quanto riguarda i giocatori, ne ho conosciuti diversi (chiaramente sempre pochissima essendo la mia rete sociale quella di un solo individuo), ma nel mio piccolo posso dire di aver potuto confrontare trasversalmente due zone d'Italia demograficamente diverse, di essere stato in entrambe a stretto contatto con un discreto numero di ragazzini in età scolare e con i loro genitori, e di aver notato anche qui due costanti molto interessanti, una quasi comica...
1) TUTTI i ragazzini conoscono Fortnite, e molti ci giocano (chiaramente non ho numeri, e sarebbero pure irrilevanti);
2) lavoro come insegnante nelle scuole medie, finora quest'anno ne ho girate 3, e in OGNI CLASSE dove sono entrato, non appena tirato fuori il mio mouse logitech e il tappetino della Razer, almeno un ragazzino ha mormorato timidamente "ma allora il prof è un gamer???"
è stata una cosa così costante da farmi scassare dalle risate, lo giuro...in OGNI classe :asd: (e parliamo di oltre 30 classi)

Adesso, certamente non ho numeri e sono soggetto a bias, ma se in due differenti regioni d'Italia che distano tra loro di 500 km, socialmente diverse, in OGNI classe succede la stessa cosa, qualcosa in comune c'è, dati o meno.

A questo aggiungiamo una deduzione puramente statistica: visti i volumi di utenza di questi prodotti, che un grandissimo numero di ragazzini ne faccia uso è un fatto semplicemente inevitabile.

Questo giusto per scalfire la superficie; non abbiamo i dati per "generalizzare" il fenomeno, ma già se parliamo di un "fenomeno", vero o presunto che sia, un fondamento da qualche parte deve esserci.
Per curiosità, ma il rapporto con i tuoi studenti, relativo ai videogiochi, è andato oltre il "Ma allora il prof è un gamer???"
Ogni tanto con il mio prof di filosofia in "classe" parliamo di videogiochi
Ah se per caso qualcuno è curioso, il mio prof va pazzo per Far Cry, Halo, Metro e AC
 
Per curiosità, ma il rapporto con i tuoi studenti, relativo ai videogiochi, è andato oltre il "Ma allora il prof è un gamer???"
Ogni tanto con il mio prof di filosofia in "classe" parliamo di videogiochi
Ah se per caso qualcuno è curioso, il mio prof va pazzo per Far Cry, Halo, Metro e AC
Certo, anzi, ti dirò di più: mi è capitato di dover fare delle lezioni di educazione civica sul cyberbullismo che ho cautamente trasformato in lezioni di "educazione all'uso di internet", cercando di dargli un approccio meno moralista e più concreto, dal momento che ho la fortuna di essere cresciuto totalmente immerso in questo tipo di ambiente; devo dire che per me è stato un piacere farlo, e i ragazzi hanno molto apprezzato.

Per quanto riguarda i vg tocco l'argomento timidamente, ma non posso addentrarmi più di tanto se non becco l'occasione giusta, perché capisci che affrontare l'argomento di petto in una classe di ragazzini significa perdere del tutto la mia autorità, soprattutto qualora scoprissero QUANTO gioco :asd:

Discorso diverso per ragazzi presi singolarmente fuori dall'aula per lezioni di recupero/potenziamento, specie quelli che hanno rivelato un approccio problematico al media.
 
Certo, anzi, ti dirò di più: mi è capitato di dover fare delle lezioni di educazione civica sul cyberbullismo che ho cautamente trasformato in lezioni di "educazione all'uso di internet", cercando di dargli un approccio meno moralista e più concreto, dal momento che ho la fortuna di essere cresciuto totalmente immerso in questo tipo di ambiente; devo dire che per me è stato un piacere farlo, e i ragazzi hanno molto apprezzato.
Ah bhe meno male, per esperienza personale le lezioni sul Cyberbullismo che ho dovuto sorbirmi alle medie, e anche alle superiori, sono sempre state al limito del ridicolo :unsisi:
un approccio problematico al media
Scusami se insisto, ma sono molto curioso
 
Comunque se posso dire la mia, in più di 70 ore passate a giocare online all'ultimo Call Of Duty, ho sentito principalmente i ragazzi della mia età sbraitare e insultare in malo modo l'avversario, anzi, addirittura spesso erano proprio i poveri ragazzetti le vittime di questi insulti e riuscivano comunque, a comportarsi in maniera molto più matura rispetto a gente più grande.
Mi sono preso una caterva di insulti a giocare (get cancer a cui rispondevo "Dude, I have cancer" sua risposta "Hope you die") a Rocket League, cioè se il coglione ha 10 anni o 50 lo becchi lo stesso, su Rocket League e Siege a palate, meno su Overwatch.

Mi dicevano che in LoL (o Dota?) la comunità è particolarmente cancerogena e quindi gli insulti volavano ogni 2 minuti.

Che bello che Genshin Impact è cavolo di gioco Single Player e gli unici insulti che posso lanciare sono a RNJesus.
 
Ah bhe meno male, per esperienza personale le lezioni sul Cyberbullismo che ho dovuto sorbirmi alle medie, e anche alle superiori, sono sempre state al limito del ridicolo :unsisi:

Scusami se insisto, ma sono molto curioso
E sulla prima cosa ti capisco, è per questo che mi premeva :asd: hai proprio l'impressione che chi hai davanti stia parlando di qualcosa di astratto, edulcorato, letto su qualche libro e ripetuto a pappardella.

Per il secondo estratto, parlo di ragazzi che semplicemente finiscono per sacrificare la qualità della propria vita sociale per giocare, e credo di poter capire cosa accade semplicemente perché in passato è successo anche a me, più di una volta.
Ora, qualche chiarimento; mi permetto una semplificazione da profano in materia, chi si ritiene più esperto è libero di correggermi: il gaming, come tutto ciò che è in grado di rilasciare endorfine, è potenzialmente suscettibile di un abuso che crea dipendenza. Ma è un discorso che si può fare appunto anche per il cibo, per l'alcol, per il fumo, per il gioco d'azzardo...non credo sia tanto il caso di stare a dire "quella cosa lì crea problemi" (qualcuno lo direbbe del cibo in generale?), quanto piuttosto "l'abuso di quella cosa lì può creare/acuire dei problemi". Chiaramente un ragazzo che fa un uso alienante del videogioco ha altri problemi, per i quali il videogioco diventa una soluzione (evitante). Certo è vero che, a causa degli stimoli che danno, alcune sostanze/attività sono più soggette ad abuso di altre, ma in generale l'importante dovrebbe essere il rilascio di endorfine.

Dico che ci sono passato, perché ricordo chiaramente i periodi nei quali questo è successo, e io sono stato un gamer prima, durante e dopo quei periodi, quindi chiaramente non stiamo parlando di un problema INTRINSECO del gioco, ma di una combinazione di effetti; ma a quanto pare è stato possibile risolvere la situazione senza rimuovere il gaming (che anzi, di recente più volte ho utilizzato a scopo personale ricreativo e non alienante), a dimostrazione che il problema era altrove.

Detto questo, è indubbio che ci siano alcuni soggetti particolarmente a rischio, e alcune tipologie di gioco particolarmente rischiose, in particolare quelle che fanno uso di meccaniche atte ad assorbire più tempo possibile da parte dell'utente (come i gacha), anche perché non parliamo di suggestioni, ma di meccaniche che sono comunque state osservate e studiate e che sono assimilabili a quelle di attività come il gioco d'azzardo (e sul potenziale di dipendenza del gioco d'azzardo credo nessuno avrebbe da ridire). Se ti interessa approfondire, dai pure un'occhiata qui:

https://it.wikipedia.org/wiki/Condizionamento_operante#Controllo
(leggi "la gabbia di Skinner")

e qui, che è la fonte collegata alla parte interessata:

Fatta questa premessa, perché i ragazzi sono più soggetti di altri individui (o per ribaltare la frittata, sono individui particolarmente soggetti)? Ci sono varie ragioni; per esempio, perché spesso non hanno ancora infrastrutture mentali che possano aiutarli a interpretare correttamente i loro stimoli e i loro bisogni, e poi banalmente perché hanno a disposizione molto più tempo libero di tanti adulti, e tendono a pagare molto meno le "conseguenze sociali" di abusi di questo tipo (perché se un adulto inizia a non presentarsi a lavoro perché passa tutte le notti davanti ai vg non se la cava con la ramanzina dei genitori che gli tolgono i dispositivi, ma viene licenziato).

Tutto questo pippone mi aiuta non solo a rispondere alla tua domanda, ma anche a ricollegarmi al discorso che avevo iniziato nel post precedente; per tutte queste cose ho parlato di un problema "generalizzato" della fascia di cui parlavo nel primo post (il che non vuol dire esclusivo, attenzione). Noi in quanto appassionati sappiamo bene che i videogiochi non sono il demone che viene dipinto dai media, ma certamente non possiamo spingerci all'estremo opposto di negare che abbiano una natura particolarmente accattivante e che in certe situazioni vadano monitorati e utilizzati con prudenza; del resto la quantità di stimoli che ci danno è proprio una delle cause per cui li apprezziamo tanto, o almeno credo.
 
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