Io però sento il bisogno di dire una cosa. Più tempo passa e meno riesco a tollerare chi si oppone all'introduzione di questi temi nelle scuole e in generale non è a favore dei diritti LGBT. Per me non siamo più nel campo delle opinioni, ma nel campo della scienza e della realtà che ci circonda. Nascondere la presenza di generi, di omosessuali e transessuali è rifiutare la realtà. Il rispetto dell'opinione di chi è contrario a tali diritti, lede i diritti di chi appartiene alla categoria. BlackWizard parlava del fatto che poi gli studenti sarebbero obbligati a partecipare alla giornata contro l'omofobia. Ecco, per me è giusto che sia così. La stessa cosa succede, per esempio, per il giorno della Memoria, il 27 gennaio. Non è che si tiene conto del fatto che qualcuno possa essere antisemita e quindi è giusto rispettare la sua opinione. Se non vuole partecipare non va a scuola quel giorno, ma non sono "opinioni" (lo virgoletto perché per me è una discriminazione, non un'opinione) che vanno protette. Io non posso obbligarti a non avere determinate idee, ma posso vietarti di manifestarle e alimentarle, c'è un reato di apologia al fascismo in Italia e lo stesso dovrebbe valere anche per questo genere di discriminazioni. E nessuno si sognerebbe di dire che il reato di apologia fascista sia liberticida perché sarebbe paradossale.
Il principio su cui si basa (bene o male che sia nell'applicazione pratica, ma che comunque si può limare un po') il Ddl Zan è questo: le opinioni discriminatorie nei confronti della comunità LGBT vanno censurate. Se la tua opinione mina la mia libertà di essere ciò che sono (quindi qualcosa che non posso cambiare, al massimo reprimere, ma che comporterebbe una grave violazione della mia libertà individuale), allora la tua non è più un opinione e in quanto tale non per forza deve essere tutelata ad ogni costo, anzi la tua opinione mi discrimina e limita la mia libertà di esistere e agire (secondo aspetti che, tra l'altro, non sono sotto il mio controllo, visto che nessuno decide cosa lo attrae). Ci ricolleghiamo al discorso del paradosso della tolleranza di Popper. Anche perché, continua a sfuggirmi la ragione per cui qualcuno debba avere il diritto di opporsi ai diritti degli omosessuali di avere una famiglia (o di normalizzare agli occhi di un bambino la loro esistenza). La psicologia ci dice che un bimbo può crescere benissimo con due genitori omosessuali, la storia ci dice che si può crescere con un solo genitore, cioè, mi pare che non ci siano ragioni valide per essere contro le unioni civili o gli omosessuali in generale. Anche la matrice religiosa non è così stabile, Papa Francesco ha più volte mostrato tolleranza e apertura verso le coppie omosessuali.
Cioè, io non riesco proprio ad immaginarmi un discorso in cui qualcuno difende la famiglia tradizionale senza discriminare gli omosessuali. Non trovo una possibile motivazione che non presupponga "l'essere contro natura", "il dare il cattivo esempio", "ogni bambino deve avere una mamma e un papà" che sono tutte "ragioni" di derivazioni cristiana che decadono completamente dal momento che tutto ciò è stato ampiamente smentito dalla scienza e restano semplicemente forme di discriminazione di qualcosa che non consideriamo giusto o normale, ma che la scienza ci dice essere. È questione di accettare la realtà dei fatti, secondo me.
Così come il problema del come gli insegnanti scelgono di istruire i propri alunni è qualcosa su cui non possiamo esercitare un controllo. Se notiamo qualche irregolarità possiamo segnalarla, ma per anni i professori/insegnati hanno plasmato/ tentato di plasmare menti secondo i propri ideali. Sono sicuro che tra di noi tutti ricordano almeno un insegnante della propria vita un po' troppo schierato verso una determinata posizione, ma è proprio per questo che gli alunni devono sviluppare un senso critico (ed è questo il vero punto su cui la scuola italiana fa cilecca, che non t'insegna a ragionare e a pensare, ma ti inculca nozioni). E parliamo comunque di un problema che, secondo me, non ha nulla a che fare con l'insegnamento nelle scuole di questi temi. Anzi, quella di cui parlava violiotset per me potrebbe tranquillamente essere una forzatura che nasce dall'esigenza di sopperire ad una mancanza e quindi sovracompensare, in maniera ideologica, la mancanza di educazione scolastica sul genere e l'omosessualità che, ripeto, sono temi reali e che non si possono nascondere per una questione di "tolleranza".
Il principio su cui si basa (bene o male che sia nell'applicazione pratica, ma che comunque si può limare un po') il Ddl Zan è questo: le opinioni discriminatorie nei confronti della comunità LGBT vanno censurate. Se la tua opinione mina la mia libertà di essere ciò che sono (quindi qualcosa che non posso cambiare, al massimo reprimere, ma che comporterebbe una grave violazione della mia libertà individuale), allora la tua non è più un opinione e in quanto tale non per forza deve essere tutelata ad ogni costo, anzi la tua opinione mi discrimina e limita la mia libertà di esistere e agire (secondo aspetti che, tra l'altro, non sono sotto il mio controllo, visto che nessuno decide cosa lo attrae). Ci ricolleghiamo al discorso del paradosso della tolleranza di Popper. Anche perché, continua a sfuggirmi la ragione per cui qualcuno debba avere il diritto di opporsi ai diritti degli omosessuali di avere una famiglia (o di normalizzare agli occhi di un bambino la loro esistenza). La psicologia ci dice che un bimbo può crescere benissimo con due genitori omosessuali, la storia ci dice che si può crescere con un solo genitore, cioè, mi pare che non ci siano ragioni valide per essere contro le unioni civili o gli omosessuali in generale. Anche la matrice religiosa non è così stabile, Papa Francesco ha più volte mostrato tolleranza e apertura verso le coppie omosessuali.
Cioè, io non riesco proprio ad immaginarmi un discorso in cui qualcuno difende la famiglia tradizionale senza discriminare gli omosessuali. Non trovo una possibile motivazione che non presupponga "l'essere contro natura", "il dare il cattivo esempio", "ogni bambino deve avere una mamma e un papà" che sono tutte "ragioni" di derivazioni cristiana che decadono completamente dal momento che tutto ciò è stato ampiamente smentito dalla scienza e restano semplicemente forme di discriminazione di qualcosa che non consideriamo giusto o normale, ma che la scienza ci dice essere. È questione di accettare la realtà dei fatti, secondo me.
Così come il problema del come gli insegnanti scelgono di istruire i propri alunni è qualcosa su cui non possiamo esercitare un controllo. Se notiamo qualche irregolarità possiamo segnalarla, ma per anni i professori/insegnati hanno plasmato/ tentato di plasmare menti secondo i propri ideali. Sono sicuro che tra di noi tutti ricordano almeno un insegnante della propria vita un po' troppo schierato verso una determinata posizione, ma è proprio per questo che gli alunni devono sviluppare un senso critico (ed è questo il vero punto su cui la scuola italiana fa cilecca, che non t'insegna a ragionare e a pensare, ma ti inculca nozioni). E parliamo comunque di un problema che, secondo me, non ha nulla a che fare con l'insegnamento nelle scuole di questi temi. Anzi, quella di cui parlava violiotset per me potrebbe tranquillamente essere una forzatura che nasce dall'esigenza di sopperire ad una mancanza e quindi sovracompensare, in maniera ideologica, la mancanza di educazione scolastica sul genere e l'omosessualità che, ripeto, sono temi reali e che non si possono nascondere per una questione di "tolleranza".