Alert LGBTQ+ thread | She said: "Don't make others suffer for your personal hatred." | LEGGERE PRIMO POST | COMMENTI TRANSOMOFOBI=BAN

  • Autore discussione Autore discussione Gianpi
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I simboli culturali possono cambiare.


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E chi ha detto il contrario?
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È offensiva, perché nella nostra società esistono persone che appartengono a un altro genere e indossandola è come se stessi dicendo "per me non esisti" o "per me sei sbagliata", a una persona che probabilmente ha già sofferto per questo. Ti piace mettere sullo stesso piano fenomeni molto diversi, ma non basta a dar forza alle tue argomentazioni. Non penso che qualcuno (sano di mente) si senta offeso nel leggere una maglietta che dice che la terra non è piatta, quindi che paragone sarebbe? C'è qualcuno che ha subito traumi e maltrattamenti per questo?
Ma non esistono altri generi. Esistono tratti caratteriali, che è un'altra cosa.

E comunque sì, la comunità dei terrapiattisti viene presa per il culo ogni giorno.
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La società attuale è figlia delle precedenti, dire che si faceva già prima è solo la conferma storica del motivo per cui certe abitudini si sono radicate. Concepire il mondo attraverso una prospettiva costruzionista non equivale a condannare indiscriminatamente ogni costruzione di senso (senza le quali sarebbe disorientati), ma a disvelarne la natura umana e a denaturalizzare alcuni processi. Questo è necessario perché, come fa notare molto bene Latour né La sfida di Gaia, l'essere umano ha la memoria corta e tende a considerare che ciò che ricorda essere così "da sempre" come naturale. Ecco, i decostruzionisti hanno semplicemente detto "alt, non esiste nulla di naturale, tutto è costruito e quindi, se non va bene, si può cambiare". Ed è questo il discorso che tutto il filone decostruzionista porta avanti.
Ed esiste un limite al deconstruzionismo? O il suo scopo è quello di abbattere qualsiasi costrutto sociale e tornare a uno stato di natura selvaggia?
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In questa prospettiva, dire che le donne e gli uomini si vestono in maniera diversa sin dal paleolitico equivale a dire, più o meno: "siccome ieri io ho mangiato pizza e tu zuppa, d'ora in poi, che ti piaccia oppure no, io mangerò sempre pizza e tu sempre zuppa". Nel caso del genere questo ha avuto ben altre implicazioni, ovvero la costruzione di un'organizzazione sociale differenziata in base al genere e le sue supposte differenze, ovviamente gerarchizzata e che per secoli ha escluso le donne da qualsiasi ruolo di rilievo.
L'esempio dell'età della pietra l'ho riportato per far presente all'altro utente che anche in uno stato chiamato "naturale" (che lui ha usato per provare che non esistono differenze tra maschio e femmina) esistevano già distinzioni nel modo di approcciarsi.
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Nel caso del genere questo ha avuto ben altre implicazioni, ovvero la costruzione di un'organizzazione sociale differenziata in base al genere e le sue supposte differenze, ovviamente gerarchizzata e che per secoli ha escluso le donne da qualsiasi ruolo di rilievo.
Questa cosa avrà senso quando vedremo un'equa distribuzione di genere in tutti i settori lavorativi. Mai visto una muratrice in vita mia. Chissà, forse è un lavoro da maschi.
 
Ultima modifica:
Ora, come dice Veg, spiegare che esistono i maschi che si mettono lo smalto sulle unghie non significa indottrinare affinché se lo metta anche tuo figlio.
Il problema è che molti hanno paura, anzi scriviamo fobia (*), che poi quando il figlio scopre che esistono cose a cui il genitore non vanno a genio, il figlio le abbraccia subito.

*Eh ma non si può dire niente che uno viene subito additato di essere omofobo, siamo un paese libero, posso dire quello che mi pare, il fascismo dell'antifascismo - ma io non sono invece liberi di additarli come fobici verso ciò che non è etero, perché interferire nelle vite degli altri va bene quando io interferisco, non va bene invece quando io subisco l'interferenza o un pregiudizio.

Ma d'altronde questi "dibattiti" finiscono sempre nell'essere liberi di pensare quello che si vuole, a patto che non li riguarda. Per cui i figli dei gay li voglio proteggere al posto loro, ma solo io so cosa è il bene di mio figlio. I gay possono fare quello gli pare fra loro, ma non sono d'accordo che si sposano perché io sono libero di pensare quello che voglio e che l'unica famiglia ammissibile sia quella tradizione - e questo si traduce in votare attivamente partiti che voteranno contro a proposte del genere, per cui io sono parte attivà dell'impedimento. Non comprendo che esista il concetto di gender perché sono libero di comprendere quello che voglio, ma soprattutto non ammetto che venga diffuso perché sono libero di pensare quello che voglio. Sei fascista perché vuoi impormi la tua visione perché sono libero di interpretare il dibattito come la volontà della comunità lgbtq+ di deviare tutti i bambini. Etc. etc.
 
Il problema è che molti hanno paura, anzi scriviamo fobia (*), che poi quando il figlio scopre che esistono cose a cui il genitore non vanno a genio, il figlio le abbraccia subito.

*Eh ma non si può dire niente che uno viene subito additato di essere omofobo, siamo un paese libero, posso dire quello che mi pare, il fascismo dell'antifascismo - ma io non sono invece liberi di additarli come fobici verso ciò che non è etero, perché interferire nelle vite degli altri va bene quando io interferisco, non va bene invece quando io subisco l'interferenza o un pregiudizio.

Ma d'altronde questi "dibattiti" finiscono sempre nell'essere liberi di pensare quello che si vuole, a patto che non li riguarda. Per cui i figli dei gay li voglio proteggere al posto loro, ma solo io so cosa è il bene di mio figlio. I gay possono fare quello gli pare fra loro, ma non sono d'accordo che si sposano perché io sono libero di pensare quello che voglio e che l'unica famiglia ammissibile sia quella tradizione - e questo si traduce in votare attivamente partiti che voteranno contro a proposte del genere, per cui io sono parte attivà dell'impedimento. Non comprendo che esista il concetto di gender perché sono libero di comprendere quello che voglio, ma soprattutto non ammetto che venga diffuso perché sono libero di pensare quello che voglio. Sei fascista perché vuoi impormi la tua visione perché sono libero di interpretare il dibattito come la volontà della comunità lgbtq+ di deviare tutti i bambini. Etc. etc.
Tutto quello che dici è vero anche invertendo i ruoli.
 
Ed esiste un limite al deconstruzionismo? O il suo scopo è quello di abbattere qualsiasi costrutto sociale e tornare a uno stato di natura selvaggia?
L'idea è di costruire una società più democratica e inclusiva. Non è un decostruire fine a sé stesso, ma un modo per correggere ciò che sembra naturale e non lo è. Non vedo come indossare lo smalto, o permettere a una persona di cambiare sesso, possa condurre allo stato selvaggio (cosa impossibile, tra l'altro, ma va be').
L'esempio dell'età della pietra l'ho riportato per far presente all'altro utente che anche in uno stato chiamato "naturale" (che lui ha usato per provare che non esistono differenze tra maschio e femmina) esistevano già distinzioni nel modo di approcciarsi.
Ma non esiste uno stato naturale. Classificare e categorizzare fa parte dell'essere umano, così come ragionare sulla base di differenze, quindi sin dal primo germe della cultura umana è avvenuta una costruzione. Nel momento in cui l'uomo ha deciso di indossare un indumento ha costruito una cultura perché nessun animale si veste. Il problema è quando questo senso culturale si cristallizza e radica così tanto da venire spacciato per naturale per cui una donna indossa la gonna e se lo fa un uomo non va bene :asd:
Questa cosa avrà senso quando vedremo un'equa distribuzione di genere in tutti i settori lavorativi. Mai visto una muratrice in vita mia. Chissà, forse è un lavoro da maschi.
Va be', che cazzata, le rivendicazioni al ribasso :rickds:

È ovvio che nei lavori fisici le differenze biologiche emergono e nessuno le sta negando. Non ci sono manco muratori smilzi se è per questo, ma sono scelte legate all'efficienza, non all'inclusività. Il problema è che, pure se le studentesse performano meglio sia in ambito scolastico che universitario, nel momento in cui accedono al mondo del lavoro vengono penalizzate. Minchia, menomale che non sei big8, sarai big9, big10, che vuoi che ti dica. A quando "le donne sono biologicamente programmate per la procreazione e la cura della casa"?
 
Ma non esiste uno stato naturale.
Ho risposto all'altro utente che ha usato lo stato naturale come valida argomentazione per smantellare un costrutto sociale.
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Va be', che cazzata, le rivendicazioni al ribasso :rickds:

È ovvio che nei lavori fisici le differenze biologiche emergono e nessuno le sta negando. Non ci sono manco muratori smilzi se è per questo, ma sono scelte legate all'efficienza, non all'inclusività. Il problema è che, pure se le studentesse performano meglio sia in ambito scolastico che universitario, nel momento in cui accedono al mondo del lavoro vengono penalizzate. Minchia, menomale che non sei big8, sarai big9, big10, che vuoi che ti dica. A quando "le donne sono biologicamente programmate per la procreazione e la cura della casa"?
Muratori smilzi ne ho visti a bizzeffe.

In che modo vengono penalizzate le donne?

Comunque sì, le donne sono portate di più per la cura della casa e dei figli. L'uomo per risoluzione di problemi e conflitti.
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Classificare e categorizzare fa parte dell'essere umano, così come ragionare sulla base di differenze, quindi sin dal primo germe della cultura umana è avvenuta una costruzione.
Se fa parte dell'essere umano, perché cercare di andare contro a questa necessità di classificare e categorizzare?
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Vorrei capire, secondo il vostro parere, se questo modo di crescere un bambino fa parte della salvaguardia della sua futura libertà di espressione, perché non esistono differenze di genere ecc ecc, o se è indottrinamento.
 
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La parte sopra è aberrante e a quella non rispondo, davvero, c'è un limite a tutto.

Siccome credo all'importanza e la necessità di chiarire alcuni punti comunque, per quanto riguarda questo
Se fa parte dell'essere umano, perché cercare di andare contro a questa necessità di classificare e categorizzare?
Lo si fa perché le categorie e le classificazioni, per quanto atteggiamenti naturali, non sono sempre corrette. Ogni tanto serve cambiarle, sennò staremmo ancora a bacchettare i mancini perché non scrivono con la destra o a dare del gay ai malati di AIDS o al mettere in castigo i dislessici perché non scrivono bene. Il cervello umano casca facilmente in inganni perché è votato al risparmio energetico: tende a semplificare, stereotipizzare, a ridurre tutto all'esperienza diretta e la cultura da sempre cerca di porre rimedio a queste cattive abitudini che sono frutto del nostro stesso funzionamento. Se vuoi, è un remare costante contro la natura, ma è quello che ogni forma di cultura in qualche modo fa, perché altrimenti ci saremmo probabilmente già estinti.
Vorrei capire, secondo il vostro parere, se questo modo di crescere un bambino fa parte della salvaguardia della sua futura libertà di espressione, perché non esistono differenze di genere ecc ecc, o se è indottrinamento.
Fa parte della stessa follia di tutti quei genitori che crescono i loro figli come se fossero pongo da plasmare a loro piacimento. E te lo ripeto, questo non salvaguarda un bel niente, il mio appunto era al problema dei genitori che "impongono la teoria trans perché nessuno dovrebbe" che va ben oltre i trans. Tant'è che è emersa la tua posizione sui trans che sono persone che rispetti ma che, a parer tuo, vengono curate inadeguatamente. Ma un conto è porla in questi termini (condivisibili o meno), un conto è dire "nessun genitore può avere il diritto di farlo" perché purtroppo avviene. E questo non ha nulla a che fare con l'introduzione delle teorie di genere delle scuole. Nulla. Questo è il problema dell'oggettivazione dei figli.
 
La parte sopra è aberrante e a quella non rispondo, davvero, c'è un limite a tutto.
Vorrei sapere come vengono penalizzate le donne nel mondo del lavoro.
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Fa parte della stessa follia di tutti quei genitori che crescono i loro figli come se fossero pongo da plasmare a loro piacimento.
Grazie, il fatto che tu non condivida questa cosa mi rincuora molto. Pensavo di essere un folle a pensare che questa è follia.
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un conto è porla in questi termini (condivisibili o meno), un conto è dire "nessun genitore può avere il diritto di farlo" perché purtroppo avviene. E questo non ha nulla a che fare con l'introduzione delle teorie di genere delle scuole. Nulla. Questo è il problema dell'oggettivazione dei figli.
I genitori hanno il diritto di obbiettare se un insegnante dice a un bambino che esistono più di due generi, che i pronomi sono modificabili, che può mettersi lo smalto se vuole eccetera.

Come dicevo prima, sono valori morali soggettivi. L'insegnante non è tenuto a dare valori morali soggettivi.
 
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Muratori smilzi ne ho visti a bizzeffe.

In che modo vengono penalizzate le donne?

Comunque sì, le donne sono portate di più per la cura della casa e dei figli. L'uomo per risoluzione di problemi e conflitti.
Vi leggo attentamente e non volevo cominciare una discussione. However, il fatto che si faccia generalizzazione sulle problematiche che ogni giorno le donne incontrano nel mondo del lavoro è veramente da far ribrezzo.

Io lavoro nel settore della ricerca scientifica. Il 90% degli investigatori principali di ricerca so tutti uomini dai 40-65 anni. Le donne nel mio campo non vengono sempre ascoltate e vengono definite "difficili" quando hanno un parere diverso. E questo è solo il mio esempio, ma si possono trovare in moltissimi ambiti lavorativi.

Le donne possono e devono avere la capacità di scegliere una professione o un altra. Ci sono MOLTE donne che non sono adatte e non vogliono diventare madri. E ci sono uomini che non sono adatti a sistemare conflitti ma sono dei cuochi da sballo. Tutto ciò che vedi è un bellissimo costrutto sociale che ha delle fondamenta in parte veritiere e in moltissime parti molto fallace. La predisposizione non indica una volontà
 
Io lavoro nel settore della ricerca scientifica. Il 90% degli investigatori principali di ricerca so tutti uomini dai 40-65 anni. Le donne nel mio campo non vengono sempre ascoltate e vengono definite "difficili" quando hanno un parere diverso. E questo è solo il mio esempio, ma si possono trovare in moltissimi ambiti lavorativi.
Continuo un attimo l'OT:
Nel mondo anglosassone, almeno tra le nuove "leve", e' esattamente il contrario, almeno in STEM. C'e' un sacco di simpaticissima "discriminazione positiva", una dottoranda otterra' un postdoc molto piu' facilmente di un dottorando dato che i vecchi sono, effettivamente, quasi tutti uomini e bisogna ristabilire la parita' di genere a livello di staff :asd:
L'effetto paradossale e' che tra master students/PhD la proporzione di donne e' bassissima, per poi aumentare di parecchio tra i postdoc/early career scientists. Dovrebbe essere un esempio su come non fare politiche pro uguaglianza, ma mi sa che verranno adottate anche altrove presto :asd:
 
Continuo un attimo l'OT:
Nel mondo anglosassone, almeno tra le nuove "leve", e' esattamente il contrario, almeno in STEM. C'e' un sacco di simpaticissima "discriminazione positiva", una dottoranda otterra' un postdoc molto piu' facilmente di un dottorando dato che i vecchi sono, effettivamente, quasi tutti uomini e bisogna ristabilire la parita' di genere a livello di staff :asd:
L'effetto paradossale e' che tra master students/PhD la proporzione di donne e' bassissima, per poi aumentare di parecchio tra i postdoc/early career scientists. Dovrebbe essere un esempio su come non fare politiche pro uguaglianza, ma mi sa che verranno adottate anche altrove presto :asd:
Io sto proprio in quel mondo anglosassone li. E non concordo, io lavoro all università di Warwick (Midlands) e c'è ancora oggi una disparità anche qui. Ad oggi, coloro che vanno propriamente avanti con i vari papers e peer reviews sono uomini che si spalleggiano tra di loro. Certo la situazione è migliorata, ma di discriminazione positiva io ad oggi non ne ho vista. Al momento, io sono post-doc e ho fatto il PhD negli ultimi 5 anni.
 
Io sto proprio in quel mondo anglosassone li. E non concordo, io lavoro all università di Warwick (Midlands) e c'è ancora oggi una disparità anche qui. Ad oggi, coloro che vanno propriamente avanti con i vari papers e peer reviews sono uomini che si spalleggiano tra di loro. Certo la situazione è migliorata, ma di discriminazione positiva io ad oggi non ne ho vista. Al momento, io sono post-doc e ho fatto il PhD negli ultimi 5 anni.
Io sto a Londra, sono all'ultimo anno di PhD e nel mio campo e' letteralmente cosi'. Nella mia universita' (che non e' l'ultima arrivata) hanno aperto un posto da lecturer l'anno scorso e il capo del dipartimento si e' raccomandato di prendere piu' donne possibile da intervistare. Risultato: 4 su 5 intervistate donne in un campo che e' tradizionalmente dominato da uomini, hanno offerto la posizione a tutte queste donne e hanno rifiutato una dopo l'altra perche' evidentemente avevano gia' di meglio :asd: e' finita che hanno "dovuto" assumere l'unico uomo shortlistato.

Ma anche vedendo i nuovi nomi che prendono le posizioni piu' prestigiose nel mio campo (matematica/fisica teorica), ci sono tantissime donne in proporzione agli uomini, e dubito che dietro ci sia solo il puro merito. Conta che lo split uomini/donne nei dottorati/master e' tipo 80/20 (se non 90/10), quindi uno si dovrebbe aspettare lo stesso split tra i nuovi ricercatori permanenti. Invece a me, come a molti altri postdoc con cui ho parlato, sembra molto piu' skewed verso il gentil sesso negli ultimi anni.

Mi piacerebbe vedere ricerche sull'argomento, ma oltre essere un fenomeno relativamente nuovo mi pare anche abbastanza taboo, c'e' troppo il rischio di prendersi del sessista
 
Io sto a Londra, sono all'ultimo anno di PhD e nel mio campo e' letteralmente cosi'. Nella mia universita' (che non e' l'ultima arrivata) hanno aperto un posto da lecturer l'anno scorso e il capo del dipartimento si e' raccomandato di prendere piu' donne possibile da intervistare. Risultato: 4 su 5 intervistate donne in un campo che e' tradizionalmente dominato da uomini, hanno offerto la posizione a tutte queste donne e hanno rifiutato una dopo l'altra perche' evidentemente avevano gia' di meglio :asd: e' finita che hanno "dovuto" assumere l'unico uomo shortlistato.

Ma anche vedendo i nuovi nomi che prendono le posizioni piu' prestigiose nel mio campo (matematica/fisica teorica), ci sono tantissime donne in proporzione agli uomini, e dubito che dietro ci sia solo il puro merito. Conta che lo split uomini/donne nei dottorati/master e' tipo 80/20 (se non 90/10), quindi uno si dovrebbe aspettare lo stesso split tra i nuovi ricercatori permanenti. Invece a me, come a molti altri postdoc con cui ho parlato, sembra molto piu' skewed verso il gentil sesso negli ultimi anni.

Mi piacerebbe vedere ricerche sull'argomento, ma oltre essere un fenomeno relativamente nuovo mi pare anche abbastanza taboo, c'e' troppo il rischio di prendersi del sessista
Non saprei, io parlo per esperienza mia. Almeno nella mia università, non ho notato ciò. Anzi il contrario, presumo siano degli episodi isolati in base all università e dipartimento. Ma non ho statistiche a riguardo.
 
Non saprei, io parlo per esperienza mia. Almeno nella mia università, non ho notato ciò. Anzi il contrario, presumo siano degli episodi isolati in base all università e dipartimento. Ma non ho statistiche a riguardo.
Comunque sia chiaro che io dico che la discriminazione c'era e tutt'ora c'e' (nonostante sia calata tantissimo), il problema e' che per combatterla nella mia modesta opinione si scelgono metodi completamente sbagliati e dannosi. Inoltre ci si sta focalizzando talmente tanto su "women in STEM" che tendenzialmente di tutte le altre discriminazioni se ne sbattono la minchia, post brexit i nuovi PhD sono stati praticamente tutti white british upper middle class :asd:
 
Io sto a Londra, sono all'ultimo anno di PhD e nel mio campo e' letteralmente cosi'. Nella mia universita' (che non e' l'ultima arrivata) hanno aperto un posto da lecturer l'anno scorso e il capo del dipartimento si e' raccomandato di prendere piu' donne possibile da intervistare. Risultato: 4 su 5 intervistate donne in un campo che e' tradizionalmente dominato da uomini, hanno offerto la posizione a tutte queste donne e hanno rifiutato una dopo l'altra perche' evidentemente avevano gia' di meglio :asd: e' finita che hanno "dovuto" assumere l'unico uomo shortlistato.

Ma anche vedendo i nuovi nomi che prendono le posizioni piu' prestigiose nel mio campo (matematica/fisica teorica), ci sono tantissime donne in proporzione agli uomini, e dubito che dietro ci sia solo il puro merito. Conta che lo split uomini/donne nei dottorati/master e' tipo 80/20 (se non 90/10), quindi uno si dovrebbe aspettare lo stesso split tra i nuovi ricercatori permanenti. Invece a me, come a molti altri postdoc con cui ho parlato, sembra molto piu' skewed verso il gentil sesso negli ultimi anni.

Mi piacerebbe vedere ricerche sull'argomento, ma oltre essere un fenomeno relativamente nuovo mi pare anche abbastanza taboo, c'e' troppo il rischio di prendersi del sessista
Questa è una delle storture che sono venute fuori, ma la colpa non è delle rivendicazioni in sé, quanto delle porcherie che si inventano per amor di statistica e performance le università di oggi. Ma è da un po' che l'accademia è diventata tra gli ambienti più marci esistenti, sottoposta a delle logiche discutibili (in realtà, secondo molti, lo è sempre stato).

C'è un po' di letteratura riguardo l'ossessione performativa delle università, perché ballano fondi, prestigio e, come al solito, le donne diventano strumenti per spuntare ulteriori caselle (spesso imposte). Non so se avete familiarità con questi processi, ma sono molto simili al post/neo colonialismo, cioè delle pratiche nuove – spacciate per inclusive – che in realtà nascondono le stesse logiche precedenti, più sofisticate, perché il problema è nel rapporto, non solo nelle pratiche. Qua non siamo nel campo delle discriminazioni positive, a parer mio, ma incentivi fortissimi a perseguire obiettivi del genere.

Il problema è quello che provavo a spiegare prima, in un mondo alimentato da logiche perverse non importa quello che metti dentro la macchina, tutto verrà trasformato in spazzatura. E l'unica cosa che resta è cercare di salvare quanto di buono queste rivendicazioni possono portare ai diretti interessati perché loro, di tutte ste faccende, la maggior parte delle volte non hanno colpe. Il problema nasce quando, anziché cogliere questa dinamica, si dà la colpa a chi porta avanti la propria battaglia.
 
Questa è una delle storture che sono venute fuori, ma la colpa non è delle rivendicazioni in sé, quanto delle porcherie che si inventano per amor di statistica e performance le università di oggi. Ma è da un po' che l'accademia è diventata tra gli ambienti più marci esistenti, sottoposta a delle logiche discutibili (in realtà, secondo molti, lo è sempre stato).

C'è un po' di letteratura riguardo l'ossessione performativa delle università, perché ballano fondi, prestigio e, come al solito, le donne diventano strumenti per spuntare ulteriori caselle (spesso imposte). Non so se avete familiarità con questi processi, ma sono molto simili al post/neo colonialismo, cioè delle pratiche nuove – spacciate per inclusive – che in realtà nascondono le stesse logiche precedenti, più sofisticate, perché il problema è nel rapporto, non solo nelle pratiche. Qua non siamo nel campo delle discriminazioni positive, a parer mio, ma incentivi fortissimi a perseguire obiettivi del genere.
Sicuramente l'ossessione per le statistiche "inclusive" e' la causa prima di questo fenomeno, che comunque e' soggettivo: io e altri colleghi lo abbiamo notato, altri no a quanto pare. E che, qualora esistesse, sia una soluzione "a cazzo di cane" e' abbastanza palese.
P.S. un fisico qualche anno fa fece una talk al CERN sull'argomento che creo' un piccolo scandalo, in teoria sosteneva di avere dei dati ma, da esterno, sembrava tutto poco serio :asd: https://www.wired.it/scienza/lab/2019/11/04/strumia-studio-sessista/
Il problema è quello che provavo a spiegare prima, in un mondo alimentato da logiche perverse non importa quello che metti dentro la macchina, tutto verrà trasformato in spazzatura. E l'unica cosa che resta è cercare di salvare quanto di buono queste rivendicazioni possono portare ai diretti interessati perché loro, di tutte ste faccende, la maggior parte delle volte non hanno colpe. Il problema nasce quando, anziché cogliere questa dinamica, si dà la colpa a chi porta avanti la propria battaglia.
Beh le donne ovviamente non hanno colpe. Il problema e' che, essendo i fondi per fare ricerca decisamente limitati, fare "discriminazione positiva" significa distruggere la carriera di una buona parte di quelli che vengono discriminati.
 
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