Dal punto di vista di chi crede in *** tutti crediamo in *** anche se decidiamo di rifiutarlo. Atei si diventa per scelta,non si nasce atei.
Dovresti motivare affermazioni simili.
Ogni essere umano è socialmente formato nelle sue credenze e nei suoi orientamenti normativi. Nasce libero da influenze culturali ed istituzionali. La religione è per definizione un valore culturale, è trasmessa con la cultura come ogni altro elemento della formazione cognitiva individuale. Nient'altro che tradizione.
La religione, come ogni forma di spiritualismo, è strumentale nelle società tradizionali, ovvero quelle dove non si è ancora affermato pienamente il metodo scientifico, alla spiegazione della natura ignota. Si tratta di una credenza irrazionale, ma motivata nella sua diffusione dagli scarsi strumenti empirici di quelle popolazioni, le quali comunque, in quanto esseri umani formati, si pongono delle domande sui fenomeni.
È ovvio che nessun essere umano nasca con una religione innata, né con valori morali religiosi. Potremmo dire che quegli elementi arrivino dopo, se contestualmente non arrivino risposte reali. Ma oggi, da uomini del 21esimo secolo, siamo consapevoli che i fenomeni sono conoscibili attraverso la scienza, con metodo razionale, e che la religione ed i valori religiosi conducano solo a falsi miti, convinzioni aberranti ed errate conoscenze.
Nella mia vita ho conosciuto molte persone di ogni religione e culture diverse. E' bello fare tante conoscenze. E' naturale che chi crede in *** anche se di religione diversa è più facile parlare,ma diverso è parlare con chi dice di non credere a ***. Di solito iniziano parole come "scientificamente non è provato","credo se vedo",il vostro *** della Bibbia è stato crudele (è buffo sentire dire questa frase e non sanno nemmeno del perchè),oppure la Bibbia quella vera è di Biglino (che poi nemmeno sapete da chi ha scopiazzato tali affermazioni,non c'è nulla di suo frutto). Ecco dove volevo arrivare,che il "muro duro" lo trovo con chi non crede,è più difficile avere un dialogo.
Ma con questo è giusto che ognuno la veda come vuole,infondo siamo liberi.;p
Credere in una divinità superiore è un estremismo basato su conoscenze errate, viceversa non credere è una condizione naturale e razionale.
In realtà è vero che siamo liberi di credere o no. Ma è altrettanto vero che lo siamo
nonostante la religione e perché ci siamo liberati della religione. Perché, sinteticamente, l'età della ragione in occidente ha ricondotto la religione ad una sfera socialmente irrilevante.