https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/indagine-famiglie/bil-fam2016/Statistiche_IBF_20180312.pdf
I numeri ci raccontano una storia differente dalla tua: nell'unione monetaria i redditi e la ricchezza degli italiani sono diminuiti, la povertà è cresciuta.
Questi problemi non esistevano nell'italietta della liretta (prima dello SME e prima delle politiche di moderazione salariale fatte per unirsi all'euro):
(guarda come stagna la tua tanto amata produttività all'inizio degli anni 2000)
Queste cose non esistono nei paesi europei privi dell'euro come l'Inghilterra, la Svizzera, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca; solo per citare i più ricchi.
Paesi con ben meno abitanti di noi, i quali riescono a vivere serenamente nel pericoloso mare globale, provando sbagliata la tua tesi.
Uscendo di certo non staremmo magicamente tutti bene dal giorno alla notte, perché il problema della diminuzione della quota salari esiste in tutto il mondo, con o senza euro, ma questa è un'altra questione che comunque di certo l'euro aggrava di molto. Pensare di riformarlo o di poter andare avanti con questo costante impoverimento è miope at best. E sarebbe bene che lo capiste.
Servendo per "competere" sui mercati internazionali non è necessario chiarire che le fasce più colpite sono sempre quelle che producono, come gli operai nelle fabbriche. Ma a cascata colpisce tutti quanti quelli che - al contrario di Paul De Grauwe - non hanno modo di ripararsi dalla durezza del vivere. Anche chi ha un reddito medio-alto rischia di non vedersela tanto bene se il suo benessere proviene da attività che non sono garantite come la prestigiosa cattedra del nostro amico belga (che ci redarguisce perché non vogliamo accettare di diventare più poveri).
Quindi ti va bene stare in un sistema che DEVE tagliare il reddito della maggioranza per andare avanti? Ti sembra sostenibile sì?
Riforme del mercato del lavoro, tagli delle pensioni e della spesa pubblica, aumento dell'età pensionabile e della pressione fiscale, ecc. ecc.