Violet stavolta scrive una sceneggiatura per Oscar Webster.
Sperimenta il dolore e piange per la prima volta ma in verità mi ha sorpreso maggiormente l'empatia che ha provato con Olive, la protagonista della storia, soprattutto quando chiede come avrebbe fatto a tornare a casa perché altrimenti non avrebbe potuto rivedere il padre.
Bellissima la sequenza che collega Olive, Olivia e Violet in diversi piani temporali e di realtà: Olive, nella storia, per tornare a casa sfrutterà il parasole e volerà sul lago dando così concretezza a ciò che aveva detto Olivia. Violet, a sua volta, dà vita a tutto ciò e qui viene la meravigliosa scena del lago che unisce magia (Violet sembra un po' Mary Poppins

), musica, l'emozionante flashback sulla figlia che per un crudele destino non è potuta crescere, il simbolico addio finale con Olivia che saluta il padre per l'ultima volta sorridendo.
In questo episodio inoltre Violet torna a pensare alle parole di Dietfried e di Hoggins e si chiede se meriti davvero di vivere per ciò che ha fatto in passato.
Bellissima la scena che vede la Violet di prima e di adesso dire:
"Non sto bruciando"
"Brucio"
"Non sto bruciando"
"Brucio"
"Sono in fiamme"
Altro segno della crescita di Violet che, oltre a capire di più le emozioni delle altre persone, capisce gradualmente sempre di più ciò che ha fatto durante la guerra.
Alla fine Violet scopre indirettamente la verità su Gilbert e non la accetta.
Chicca finale: il titolo dell'episodio è "vuoto": [ ] e ciò rispecchia lo stato d'animo di Violet che in quel momento resta senza parole per la rivelazione appena fattale.