Butto anche i miei voti del mucchio. Tra i film precedenti O brother ho visto solo Fargo e The big Lebowski, ma è passato talmente tanto tempo che non riuscirei a dare una valutazione anche solo approssimativa. Aggiornerò in seguito, dopo qualche revisione.
O Brother, Where Art Thou?
: s.v. | Ricordo che ne vidi una metà, non mi convinse.
The Man Who Wasn't There
:
7
| Cinema elegantissimo, ma mi ha lasciato poco o nulla.
Intolerable Cruelty
: n.v.
The Ladykiller
: n.v.
No Country for Old Men
:
9
| Sotto il torrido sole del Texas si consuma un thriller da gelare il sangue nelle vene. Un classico istantaneo, scene iconiche a profusione.
Burn After Reading
:
7
| Un esilarante elogio della stupidità. Ricordo che quando lo vidi non mi fece una grande impressione, ma mi è cresciuto col tempo e il voto riflette questa rivalutazione. Dovrei rivederlo.
A Serious Man
:
9
| Una sorta di sintesi tra i due film precedenti: comico sulla superficie, disperatamente tragico nel profondo. Riprende il discorso di No country for old men sulla fine della società, lo esplicita ancor più e lo porta a compimento con un finale allegorico apocalittico. È uno di quei rari film in cui più scavi, e più impari.
True Grit
:
8
| Come dicevo avevo in programma una revisione, che però ho preferito rimandare. Un western quadrato, con due protagonisti tostissimi ed un comparto audiovisivo con picchi di bellezza quasi insostenibile. E i cavalli! Non so come mai, ma sono particolarmente affezionato a questo film, forse addirittura più di altri della filmografia, nonostante l'abbia visto solo una volta; sarà che se ne parla così poco, forse lo capirò quando lo rivedrò. Alzandogli il voto, magari.
Inside Llewyn Davis
:
9
| Film abbastanza incompreso secondo me, ed è un peccato. Uno dei ritratti più amaramente umani che i Coen ci abbiano regalato, con punte di comicità irresistibili. E che musica, il tempo pare fermarsi. Voto alto, ma mi è rimasto nel cuore.
Hail, Caesar!
:
8
| Il film più spensierato dai tempi di
Burn after reading
, una soverchiante prova di forza dei due fratelli che si destreggiano in un omaggio al Cinema che di Cinema è pieno fino a scoppiare. Gira un po' a vuoto, ma è un'opera di una qualità eccelsa da qualunque punto di vista lo si voglia analizzare.
Sui Coen come autori in generale ho già scritto qualcosa qua e là nei giorni scorsi. Personalmente ritengo questa coppia come una delle massime figure del Cinema di oggi. Hanno una padronanza del mezzo totale, sono fra gli sceneggiatori più brillanti di sempre, un controllo sugli attori che ha del magico, e una cifra stilistica inconfondibile che va al di là del genere che vanno a trattare di volta in volta. C'è pure questo da dire, è incredibile come riescano a piegare i generi imprimendogli il loro tocco, senza per questo snaturarli, anzi esaltandoli: capita a proposito l'ultimo Hail, Caesar!, in cui la cosa non potrebbe essere resa più evidente dato che si passa da un genere all'altro nel giro di un taglio di montaggio. E neanche a dire che si tratta di un Cinema virtuosistico, forma senza contenuto, perché ogni volta fra le righe riescono a far passare i più sofisticati concetti, e questo anche solo facendo fare una faccia buffa a un tizio davanti ad una macchina da presa – e qui l'esempio più lampante è quella miniera d'oro chiamata A serious man. Insomma che dire d'altro, i Coen sono fra i pochissimi in grado di lasciarmi veramente disarmato, a non darmi il minimo appiglio per una qualsivoglia critica. Veramente, fra gli autori più completi che il Cinema abbia mai conosciuto. Fra quei pochi eletti in cui riconosco quella scintilla inafferrabile che chiamo genio.