(come se gli possa interessare il mio parere

),
Sei sicuro di pensarla fino in fondo in questo modo? Devo presumere che ciò valga sia per una manifestazione di sorpresa e disappunto sia per un giudizio di stima. Quindi, dal momento che tu hai espresso sia l’una che l’altro, se fosse davvero come dici perché allora hai ritenuto opportuno “disturbarti”/che valesse la pena, in primo luogo, esternare apprezzamento nei suoi confronti, “complimentarti” con lui? Di solito quando si comunica un messaggio di qualsiasi tipo diretto personalmente a qualcuno lo si fa a condizione di nutrire, alla peggio, un livello minimo di convinzione e/o fiducia e/o speranza che esso venga accolto dal destinatario con, alla peggio, un livello minimo di attenzione e considerazione da parte sua. In mancanza di tali requisiti di solito ci si astiene dalla comunicazione. Pertanto a me sembra che ciò possa bastare a smentire il fatto - o perlomeno a porre in dubbio - che escludi (come si evince dalla frase del quote) che a Snow interessi la tua opinione sulla qualità trattata come positiva che hai individuato ed evidenziato nella sua persona. Provare interesse = dare attenzione a, prendere in considerazione. E non ci sarebbe nulla di strano, tant’è che, anche se in questo caso il mezzo è un forum online dove ci si scrive, per la maggior parte, fra sconosciuti, di solito le persone verso le quali proviamo un principio di sentimenti di vicinanza/affinità per qualcosa (per quanto microscopico esso sia) presunta in comune, che, come presupposto e conseguenza, spesso e in aggiunta, si attribuisce altrettanto alla propria persona (nel tuo caso “l’essere in grado di mantenere un giusto equilibrio nelle proprie posizioni”), sono quelle con le quali, più di altre, si aspira umanamente ad instaurare uno scambio proficuo e arricchente di attenzione e considerazione. Ciò, se trova conferma, continuità e volontà da parte di entrambi gli individui, in termini molto generici, segna l’inizio di un rapporto (attrazione estetica e sessuale a parte), o almeno credo. Tu affermi che la tua fosse una notazione distaccata, priva del benché minimo coinvolgimento del tipo sopra descritto. Mi viene un po’ difficile crederlo, però ok, anch’io non vivo nella tua testa e non ho il dono della telepatia né poteri sovrannaturali come quelli della nuova protagonista di Life is Strange: True Colors.
La tua esortazione è dimostrazione di come presupporre le reali intenzioni di un individuo sia un processo imperfetto, perché frutto della propria soggettività e dell'immagine che uno si è confezionato degli altri.
Genericamente corretto ed è vero che nel contesto, nella fretta e nel dare seguito ai miei propositi (vedi un po’ sotto) ho sbagliato (ecco come ti porgo la mia confessione

) nel mettere le mani troppo avanti senza prima chiedere, ma il concetto che tu stesso esponi sembra anche essere dimostrazione del fatto che a “presupporre le reali intenzioni (azzeccandoci o meno, ndr)” possa essere io, come Snow, come qualsiasi altro lettore del tuo post, a meno che non stai indicando me come persona particolarmente incline, in esubero rispetto agli altri lettori, a scivolare in tali dietrologie. Chiaramente, per scansare appunto tali dietrologie, non credo proprio che quest’ultimo sia il nostro caso. Se è vero questo, allora, come risultato congiunto della mia impressione (seppure, come già ammesso, comunicata in maniera troppo avventata e “presuntuosa”) e la tua smentita sui contenuti, credo si sia fatto bene, per quel che vale, a fugare i dubbi per tutti. Tuttavia sento il bisogno di aggiungere un’osservazione proprio in virtù di quest’altro concetto generale - che mi permetto di separare dal caso specifico da te inquadrato nel “valorizzare senza malizia la qualità positiva di qualcuno” - scritto sempre di tuo pugno, e cioè
Fraintendimenti possono avvenire per piccole cose
il quale, non specificando né da chi dipende il fraintendimento (chi lo crea: se l’emittente, se il destinatario o se sia il frutto del contributo di entrambi) né se ciò avvenga accidentalmente o per volontà di uno o di entrambi, sembra ammettere, anche assumendo che non sussista malizia da parte dell’emittente, che a quest’ultimo possa capitare di perdere involontariamente il pieno controllo su eventuali effetti e/o significati che accompagnano il nocciolo del suo messaggio in base alla forma che usa per formularlo e/o al contesto in cui lo manda (relativi per esempio al lessico, alla costruzione sintattica, alla tematica, agli agenti del dibattito).
Perché dico questo? Per spiegare le (almeno) tre ragioni per cui invece io, in accordo col mio vizio di “abbondare” che deve fare eventualmente i conti con l’essere eccessivamente verboso (rimetto il giudizio ai posteri), mi sono sentito di intervenire: 1) per fornire una sponda a Snow qualora avesse avvertito anche in quantità minimale, (adesso sappiamo da te, credo) a torto, quello che, in assenza di altre idee, ho chiamato un po’ grezzamente “ricatto morale” sulla sua persona, potenzialmente in grado di esercitare una spinta rientrante sulla sola insufficiente base della (ipoteticamente percepita) insinuazione secondo cui avesse ceduto all’emotività circa “temi sentiti” (cioè proprio a causa della spiccata sensibilità sviluppata nei loro confronti), insinuazione atta a indurre una ritrattazione delle sue posizioni per riacquisire la dose di lucidità presunta perduta (al giorno d’oggi sappiamo - credo - che, in qualche cinica misura, il podio della lucidità è una meta intellettuale ambita in contrasto con l’emotività del popolino a cui “mancano gli strumenti cognitivi”, emotività che invece è sovente derisa e/o altezzosamente compatita per prenderne le distanze culturali piuttosto che scegliere la via della condivisione empatica della conoscenza dove il radar dell’ignoranza che in molti si vantano di possedere - e dalle cui rilevazioni immagino ci si autoescluda - non sia adoperato per mettere a disagio o in soggezione le persone rilevate dalla lucina lampeggiante, cosa che peggiora la loro disposizione ad ascoltare anche laddove ci fosse stato un margine per farlo), la cui dinamica complessiva riterrei ingiusta; 2) affinché non apparisse lo stesso o un simile quadro anche agli altri, a cui si lega 3) l’aver intravisto (non importa se in via dolosa o colposa) uno spostamento dell’attenzione dal contenuto all’interlocutore. E di solito il metodo che, senza tanto pensarci, perseguo più spontaneamente è la totale scarnificazione, vivisezione ed esposizione del meccanismo che ho l’impressione (non infallibile) di vedere agire in penombra, allo scopo, provando a restare il meno intrusivo possibile, di lasciarlo nudo davanti alle capacità di giudizio e discernimento altrui, maggiormente innocuo poiché privato dell’efficacia che risiedeva nella sua mimetizzazione. Dopodiché, come è appena successo, se ritengo credibili la spiegazione e l’argomentazione che ricevo, prendo atto degli eventuali errori di interpretazione commessi. Tutto ciò potrebbe sembrare una perdita di tempo o un esercizio di retorica sterile, ma per me, a prescindere dall’esito del chiarimento, dalla presenza o assenza del meccanismo all’interno dello specifico caso, è importante che esso sia stato denudato. Si potrebbe dire che talvolta colgo occasioni, per me stesso e magari anche per gli altri, ma con ciò spero vivamente che nessuno abbia l’impressione che mi stia accomodando in cattedra.
un mio senso di stanchezza personale nell'assistere a discussioni politiche degenerare alle accuse infamanti alla controparte,
Adesso ovviamente non ricordo più con esattezza le parole di Snow nei post precedenti e sinceramente non ho voglia di ricontrollarle una per una, ma il fatto che in base alla dottrina, alla giurisprudenza e nel rispetto dei principi della democrazia attuale, e più specificatamente di quelli del modello vigente in Italia, non si riesca a - o sia estremamente difficile - dimostrare che il discorso pronunciato da Gandolfini durante quella puntata di “Otto e mezzo” (da quando gli danno la parola fino al minuto 3:27) si possa tradurre nella fattispecie criminosa dell’istigazione a comportamenti discriminatori e violenti verso coloro che “propongono modelli di famiglia alternativi*” non esclude che nel concreto sia così, ovviamente con efficacia proporzionale alla presa sociale di questa campagna di “contrattacco in risposta ad un'offensiva assente”. Non credo che dire ciò sia infamante, come non lo sarebbe dire che alcune parti del cattolicesimo, scisse da quelle che possono ispirare “buone azioni” e/o una dimensione spirituale che, se civilmente interpretata, non ingerisce nell’autodeterminismo altrui, generano fanatismi i quali, appunto, sfociano in discriminazioni e violenze. Lo è invece definire, come fa lui, solamente come “ideologia”, con evidente accezione politica, il vasto campo interdisciplinare in cui si articolano i gender studies (come già precisato da Snow), che ad esempio, da quanto so, va dall’antropologia alla psicoanalisi, dalla filosofia alla semiotica. Oltretutto non dovremmo sorvolare sull’imprecisione con cui afferma che “la famiglia è come viene definita nell’art. 29 Cost.” per poi riportare la definizione in modo sbagliato parlando di “mamma e papà” laddove si parla genericamente di “coniugi”.
*fa uso dell’aggettivo ‘alternativi’ per mettere insieme un discorso che “pone a rischio di scomparsa” la famiglia
tradizionale, fingendo che ‘alternativi’ combaci con ‘sostitutivi’.
Provo dunque anch’io a dimostrare, o quantomeno ad esprimermi meglio che in precedenza, sul nesso che collega questo tipo di istigazione alla discriminazione e alla violenza con i soggetti ricettivi dove, pur sussistendo il principio di autoresponsabilità, non credo che esso sia l’unico elemento in gioco, dopodiché forse arriveremo ad un punto morto qualora tu dovessi ripetere che ne stiamo dando una libera e infondata interpretazione.
“Persuasione al male” contestualizzato diventa “persuasione alla, per semplificare ed esemplificare, poniamo, omotransfobia”.
Il verbo italiano “difendere” implica necessariamente che qualcuno stia portando avanti un attacco di qualche tipo, ovvero indica che in campo sia presente e minaccioso un nemico contro il quale bisogna sollevare e usare delle armi per difendersi in qualche modo. In questo caso secondo me l’esposizione al concetto di armi in questa battaglia immaginaria può assumere forme diverse dalla protesta nonviolenta nel momento in cui esse acquistano nuovi significati nella testa di individui che hanno interiorizzato e radicalizzato (dis)valori a causa, per ciò che pertiene al nostro discorso, del modo in cui esse (armi) cavalcano e rinsaldano le maglie - con un’esasperazione che inverte la rotta nell’emancipazione sessuale in corso risalente alle prime formulazioni del pensiero femminista - della specifica declinazione di “sex/gender system” che si impone culturalmente sulla popolazione italiana. Ciò è coadiuvato dal fatto che, a seconda dei singoli casi, essa (popolazione) è impregnata o toccata dalla costellazione eterogenea dei precetti e dei dogmi cattolici, all’interno dei quali non tutti, nel professarsi credenti cristiani, riescono a scremare gli esempi di bella produzione letteraria della cristianità che possono ispirare condotte ammirevoli, come la famosa Lettera ai Corinzi 13 che persino un film certamente non ortodosso come Love Exposure può permettersi di usare durante una sequenza climax (se a qualcuno non importa spoilerarsela la metto a disposizione qui sotto [mi piace l'idea unificante della pubblicazione di un video dove è recitato il contenuto della Lettera nel topic LGBTQ+]),
da quella trama oggi fortunatamente sfilacciata che racconta un’atavica oppressione sessuale di cui è indice lapalissiano il passo del Levitico dove l’omosessualità viene definita una pratica abominevole. Queste armi da usare, dicevo, possono tradursi, volendo prendere in esempio un caso eclatante, in un’aggressione fisica ai danni di un ragazzo gay che bacia il suo compagno in pubblico, un atto (di aggressione fisica usata come deterrente) attraverso il quale l’aggressore cerca di scoraggiare il ragazzo dal diventare (o, se lo è già, di dissuaderlo dall'essere) quel nemico attentatore - poiché nel suo spettro lo identifica - che, per il solo fatto di essere omosessuale, secondo le parole di Gandolfini, “propone (o proporrà, qualora gli venissero concessi i mezzi legali per farlo, ndr) un modello alternativo (percepito come sostitutivo) di famiglia (ndr: equamente istituzionalizzata a cui imputare un iniquo sconvolgimento del tessuto sociale in cui vive l’aggressore e/o per la sua eventuale famiglia [sottinteso e non solo: per i contatti esterni che hanno o avranno i suoi figli con coetanei non educati secondo i valori della famiglia “tradizionale”] perché tale modello alternativo) non fa nient’altro che aumentare la confusione nella crescita e nella psicologia dello sviluppo dell’età evolutiva dei bambini.” Traduzione e riepilogo: nell’ambito dell’istituzione matrimoniale e familiare, l’imposizione del divieto alle coppie non etero di diventare genitori con diritti e tutele equipollenti a quelli/e delle coppie etero dotate di regolari capacità riproduttive si rende condizione necessaria affinché si realizzi una società che produce individui psicologicamente sani ed equilibrati (non “confusi”). Oltretutto, se per assurdo dovessi proseguire su questo tracciato, allora ci sarebbe da domandarsi per quale ragione esso non si ponga il problema di spiegare in che modo invece mamma e papà cisgender etero imbevuti di tali convinzioni non dovrebbero creare un qualche tipo di “confusione” nella mente di figl* che si rispecchiano nella comunità LGBT+. O sono convinti che nessun omosessuale del presente, del passato e del futuro nasca, sia nato e nascerà all’interno di una famiglia “tradizionale”?
Un manifesto del Family Day:
https://www.difendiamoinostrifigli..../09/MANIFESTO-25-giugno-LIBERI-DI-EDUCARE.pdf
Mi spiego: come dovrebbe funzionare il #liberidieducare un figlio gay col modello educativo fondato esclusivamente sulla complementarità biologica fra uomo e donna senza che ciò determini l’insorgere di disturbi, disagi, repressione della sua personalità sessuale? Chi lo difende questo figlio se il metodo pedagogico dei genitori stessi non può farlo ma appunto, al contrario, ne è la prima causa? Questo come si concilia col fatto che, essendo un membro della famiglia tradizionale quanto gli altri, andrebbe protetto alla stessa identica maniera? Inoltre, dato che nella mente di un genitore che aderisce a questa parte di “valori” promossi dal Family Day il concetto di famiglia “tradizionale” è così prezioso e importante per la prosperità della dimensione sociale umana e per la prosecuzione della specie, mi domando con quale faccia annuncerà al proprio figlio gay, o gli darà conferma della notizia appresa altrove, che non potrà mai costruirsi una famiglia tutta sua, ovvero che non potrà mai dare origine e avere accesso, per dirla a la Lévi-Strauss, ad un “sistema di parentela”, cioè uno dei principali, controversi, oggetti di studio dell’analisi antropologica, il che mi arrischio a dire rifletta cosa possa significare porre un veto legislativo di questa portata sulle prospettive di esistenza di un essere umano.
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Per quanto riguarda le dichiarazioni di Dolce e Gabbana, Signorini e Malgioglio:
Dolce: "Non l'abbiamo inventata mica noi la famiglia. L'ha resa icona la Sacra famiglia, ma non c'è religione, non c'è stato sociale che tenga: tu nasci e hai un padre e una madre. O almeno dovrebbe essere così,
Quel “dovrebbe essere così” è un’illazione che, con pretesa di esaustività e senza doverose argomentazioni, al massimo riflette un quadro decisionale per la propria vita. Invece studi antropologici documentati ci dicono che nell’organizzazione della società umana pre-statale esistono tanti esempi in cui il sistema dei rapporti di parentela non è perfettamente sovrapponibile alla consanguineità, perché categorie e status hanno la precedenza sulla genetica e determinano il “senso di appartenenza” di cui parlano i due stilisti, comprendendo anche, per dire, la presenza di “travestitismo sociale” in cui una donna poteva/può acquisire lo status di marito nei confronti di un’altra donna. La Sacra famiglia ha reso “icona” e irrigidito uno soltanto dei modelli che, in natura, si sono alternati per millenni prima che essa sopraggiungesse a fare piazza pulita in molte aree geografiche.
Non è che questa gente non desidera e non ha mai veramente desiderato per sé avere figli? Perché è facile parlare di diritti e divieti diretti agli altri, anche nel caso in cui questi altri rientrino nella stessa “categoria” sociale alla quale noi apparteniamo, finché per il modo in cui pensiamo di voler vivere, per le prospettive di vita che ci facciamo, non ne sentiamo sulla nostra pelle, in prima persona, la soggettiva necessità.
Pertanto, in virtù di quanto detto sopra, in questo tuo estratto
la realtà evidenzia come anche alcune persone omosessuali (Dolce & Gabbana o Malgioglio ad es.) possano condividere tale pensiero senza per questo essere accusabili di discriminazione verso la loro stessa comunità.
le loro voci, trattandosi dell’ipotesi di ledere libertà altrui, a prescindere dall’appartenenza o meno di tutti gli interessati alla stessa categoria, su aspetti così importanti dell’esistenza umana, non possiedono la quantità minima indispensabile di autorevolezza sull’argomento a differenza, almeno al primo udire, di quelle che invece si alzano dalle branche del sapere umano ovunque esso si prefigga di usare un metodo di indagine scientifica della realtà fattuale, fisica e biologica, della realtà psicologica, o delle teorie sulla formazione e sul funzionamento dei sistemi socio-culturali, economici, politico-amministrativi attraverso i quali, con i processi di antropizzazione della natura, adattiamo il mondo che ci circonda ai modelli di vita della nostra specie. Ciò è vero a prescindere dal fatto che chi parla sia omosessuale o eterosessuale, dunque a mio avviso la loro realtà non evidenzia nulla di particolarmente rilevante e sì, il pensiero espresso dalle tre persone in questione, in mancanza di un’analisi più approfondita, è ingiustificatamente discriminatorio verso altre persone.
"Il motivo per cui gli omosessuali non hanno diritti nella nostra Costituzione è perché a quei tempi erano condannati un po' da tutti"
Se la mia interpretazione è incorretta, come dovrei interpretare questo passaggio secondo te? Chi sono questi "un po' tutti" che condannavano gli omosessuali? Perché li condannavano? Come hanno fatto questi "un po' tutti" ad influire nella stesura della Costituzione, producendo questa esclusione di diritti in una Carta volta all'equaglianza?
Chiedo venia, effettivamente quella frase mi era sfuggita, ma allora piuttosto che esporre quella deduzione sui padri costituenti forse avresti dovuto porre da subito direttamente a lui queste domande (a meno che non mi siano sfuggite pure loro

). Che la Costituzione possa considerarsi una grande opera di civiltà rispetto all’anno di stesura non lo metto in dubbio.
una Costituzione che è così attuale da fornire un'interpretazione del matrimonio che di base è applicabile equamente sia agli etero che agli omosessuali?
Forse quello che dici può funzionare per un’interpretazione localizzata dell’art. 29 che non considera l’ordinamento nel suo complesso. In caso contrario:
Il funzionario, infatti, ha ritenuto illegittima la pubblicazione, perché in contrasto con la normativa vigente, costituzionale e ordinaria, in quanto l’istituto del matrimonio nell’ordinamento giuridico italiano «è inequivocabilmente incentrato sulla diversità di sesso dei coniugi», come dovrebbe desumersi dall’insieme delle disposizioni che disciplinano l’istituto medesimo, del quale tale diversità «costituisce presupposto indispensabile, requisito fondamentale, a tal punto che l’ipotesi contraria, relativa a persone dello stesso sesso, è giuridicamente inesistente e certamente estranea alla definizione del matrimonio, almeno secondo l’insieme delle normative tuttora vigenti», anche secondo l’orientamento della giurisprudenza. L’atto oggetto dell’opposizione cita anche un parere del Ministero dell’interno, in data 28 luglio 2004, nel quale si legge che «in merito alla possibilità di trascrivere un atto di matrimonio contratto all’estero tra persone dello stesso sesso, si precisa che in Italia tale atto non è trascrivibile in quanto nel nostro ordinamento non è previsto il matrimonio tra soggetti dello stesso sesso in quanto contrario all’ordine pubblico»; affermazione ribadita con circolare dello stesso Ministero in data 18 ottobre 2007.
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www.cortecostituzionale.it
Ho l’impressione che in tal senso sia auspicabile l’aggiunta di specifiche che fanno riferimento a definizioni.
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Tornando un attimo al Ddl Zan, a me non è chiaro perché il pericolo della legge liberticida sia preso in considerazione adesso appellandosi alla questione della discrezionalità del singolo giudice quando la Legge Mancino (con le sue aggravanti per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi) in vigore da anni ed anni, pur confrontandosi con la stessa questione, non ha ancora provocato danni significativi alla libertà di espressione delle idee.
Volevo impostare l'osservazione come risposta ad un post di
Dorsai, ma non lo trovo più.