Anancuras Premetto che finora ho accettato e assecondato la tua lettura della “bella presenza” perché non mi è venuta in mente una lettura migliore, né tantomeno ci ho riflettuto granché. Quindi diciamo che sto procedendo a tentoni senza particolari conoscenze nei campi che potrebbero servire ad analizzare decentemente un simile fenomeno. Ma, ripeto, per adesso accetto la tua lettura e vado avanti ritenendo che anche un confronto del genere, con i propri, limitati mezzi (espandibili) attualmente a disposizione, non sia affatto malvagio a patto che non si butti il tutto in caciara.
unita ai canoni estetici odierni,
Sull’influenza dei canoni estetici siamo d’accordo (infatti, come risulta dalla frase che mi hai quotato, li ho aggiunti a quest’ultima appena mi sono accorto della lacuna), ma io li vedo come un prodotto culturale le cui cause vanno ricercate anche, se non soprattutto, nel gender system del luogo e dell’epoca. Nell’antica Grecia l’ideale della bellezza maschile basato sull’intreccio di virilità, atletismo e prestazione ("virtù") militare (ispirata all’eroe mitologico) era preponderante a discapito di quello della bellezza femminile (altrettanto presente ma non con la stessa importanza, mi sembra). Io penso che ciò dipendesse, almeno in gran parte, dai ruoli e dalle aspettative sociali che principalmente si associavano ai due sessi, dunque penso che il gender system preceda e guidi quei canoni estetici che entrano in gioco nella configurazione del modello sessualizzato - e probabilmente oggettificato - di "bella presenza". Se ai giorni nostri avessimo mantenuto un tale livello di preponderanza polarizzata verso la figura maschile come avveniva nell’antica Grecia, non è lecito pensare che la “bella presenza” ruoterebbe maggiormente attorno a caratteristiche riconducibili, seguendo la direttrice del sistema di genere, alla mascolinità?
noi uomini siamo semplicemente più fessi e la bella ragazza attira
dal punto di vista femminile ci si sente a più agio con una ragazza che con un ragazzo.
Ho capito, ma, malgrado non mi trovi d'accordo, specialmente sull'idea che gli uomini siano etologicamente "più fessi" nel vivere la propria sessualità, se prendiamo per buone queste risposte esse non fanno altro che rimandare/rilanciare le domande richiamando successivi “perché” che aspirano a scavare più in profondità. Mi scuso in anticipo per la proliferazione di condizionali che seguirà, so che possono appesantire la lettura. Comunque commento separatamente prima l'una e poi l'altra circoscrivendo il ragionamento all'acquisto di vestiti destinati a sé stessi o ad individui del proprio sesso.
noi uomini siamo semplicemente più fessi e la bella ragazza attira
Con “noi uomini” intendi “noi uomini etero” e con “più fessi” intendi dire che noi uomini etero avremmo un minore controllo sui nostri impulsi sessuali rispetto a quello che le donne etero (nei confronti di un commesso) avrebbero sui propri, per cui le nostre sfere razionale ed emotiva, soggette allo stimolo di una qualsiasi manifestazione di femminilità compatibile con i nostri gusti e legata ad un corpo femminile, o in apparenza tale, si lascerebbero abbindolare/irretire con più facilità inducendoci a preferire il negozio di abbigliamento dove la “bella presenza” è più nutrita? O, se vuoi, in parole povere (luoghi comuni?) intendi dire che noi uomini etero “ragioniamo” (più o meno consapevolmente) col pene più di quanto le donne “ragionino” con la vagina? Da dove deriva questa convinzione? Poggia su basi scientifiche?
E gli uomini gay? Faresti la stessa considerazione anche su di loro scontrandoti giocoforza col fatto che, per definizione, non possono essere "più fessi" quando sottoposti allo stimolo femminile di cui sopra? L’unica differenza tra un individuo di sesso maschile etero e uno di sesso maschile gay è l’orientamento sessuale, per il resto sono uguali. Oppure - domando - in questa circostanza tratti i gay come se fossero donne, di modo che per spiegare che effetto avrebbe su di loro la "bella presenza" utilizzi il punto di vista femminile secondo cui “si sentono più a loro agio con una ragazza”? Se così fosse, non staremmo ricadendo nello stereotipo “gay > effeminato” che confonde l’orientamento sessuale con l’identità di genere? A tal proposito, anche una maggiore quantità di tratti androgini nei dipendenti maschi avvicinerebbe maggiormente le donne?
dal punto di vista femminile ci si sente a più agio con una ragazza che con un ragazzo.
Secondo te per quale motivo una donna percepirebbe ciò durante il soggiorno (lo shopping) in un negozio di abbigliamento?
1) Cura dell’estetica?
Per caso spieghi questo stato d’animo con l’idea secondo cui le donne, avvertendo il bisogno di curare la propria presentazione estetica davanti a sé stesse e agli altri (per ragioni sulle quali adesso sorvolo) in misura maggiore rispetto al bisogno percepito da un uomo in merito alla stessa materia, tenderebbero a credere che un individuo appartenente al proprio sesso sia più indicato ad offrire loro un servizio di assistenza ed eventuale consultazione durante la scelta degli abiti da indossare? Perché penserebbero questo? Per caso perché, in quanto donne, sarebbero dotate di un senso estetico, da applicare all’immagine di sé, innatamente più accentuato rispetto agli uomini, il quale (senso estetico più accentuato), da clienti, estenderebbero alle commesse (anch’esse donne come loro) e non ai commessi? In un quadro così delineato - domando ancora - dovremmo dedurre che solo gli uomini che, come ad esempio gli stilisti, fanno della creazione di linee d'abbigliamento femminile una professione, possano raggiungere, ed eventualmente superare, il livello qualitativo del senso estetico delle donne “comuni” e quindi, ipoteticamente, esercitare, ceteris paribus, la stessa attrattiva sulle clienti di cui sono capaci le commesse qualora fossero assunti come loro colleghi?
2) Differenze anatomiche?
E/o per caso spieghi lo stato d’animo di cui sopra, in aggiunta/unitamente, con l’idea secondo cui le donne, dovendo “preoccuparsi” di sistemare dei capi d’abbigliamento su un’anatomia che richiede, più di quella dell’uomo, un guardaroba (non legato esclusivamente a fattori estetici) specifico per alcune parti del corpo (come il reggiseno), sentirebbero di preferire la - da cui scaturirebbe un maggiore apprezzamento della - consultazione della commessa con la quale condividere, anche solo tacitamente/implicitamente, tali “preoccupazioni”?
3) Gestione della nudità?
E/o per caso spieghi inoltre il già ribadito stato d’animo con l’idea secondo cui le donne, durante le prove nei camerini, percepirebbero di trovarsi in una situazione di intimità/privacy (oltre al fatto di doversi coprire anche il seno) e di doverla tutelare più dalla prossimità di un uomo che da quella di un’altra donna, mentre agli uomini etero questo non succederebbe (o succederebbe in misura minore)? Perché? Per caso perché gli uomini etero 1) o hanno la mente annebbiata dalla carica sessuale della commessa 2) o mostrano una maggiore propensione ad arrangiarsi per conto proprio durante le prove nei camerini? Quindi, in presenza simultanea dell’essere “fessi” e del non volere arrangiarsi da soli, questo trigger eterosessuale, per l’uomo, prevarrebbe su qualsiasi discorso inerente la gestione della propria nudità davanti al proprio sesso e al sesso opposto?
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E/o stai dicendo infine che le donne, entrando in un negozio per comprare vestiti, si sentirebbero maggiormente a proprio agio in presenza di commesse in quanto assocerebbero loro generalmente qualcuno dei tratti elencati nella seconda e nella terza colonna dello specchietto del Bem Sex Role Inventory, tratti in cui le clienti stesse si rifletterebbero confermando la sensazione di conforto in tale riscontro/sodalizio/complicità tra indoli affini?
Dal punto di vista del datore di lavoro, si fa la scelta che mi porta più guadagno,
Eh, ma se la lettura è quella della “bella presenza” che in ultima analisi porta più entrate allora la scelta del datore di lavoro non è altro che l’ultimo approdo/sintomo/esito/conseguenza di una serie di dinamiche alla cui origine mi pare vi sia l’impostazione, again, di un determinato gender system.