Se sia propriamente negazione o meno non saprei, diciamo che ho rivalutato la posizione per cui serva una effettiva instituzione per favorire la convivenza fra culture e quindi mi sento di dire che al contrario un vero contributo positivo in effetti potrbbe non esserci. Tante delle cose che hanno avuto meriti nel crescere generazioni più aperte agli scambi culturali sono sicuramente possibili anche in altre vie. Non sono un esperto ma per esempio immagino che esista una via di mezzo fra il libero scambio di persone/l'andare sul sito della Ryanar e prendere il primo volo europeo e quella di applicare visti per qualsiasi cosa. Così come penso sia fattibile trovare accordi snelli fra stati per favorire programmi di scambi culturali. Alla fine gran parte dell'entusiasmo verso l'Europa, almeno per quelli della generazione erasmus come me, è banalmente questo aspetto più socio-culturale che non economico. Per dire, si era seriamente felici di trovare la stessa valuta all'estero, ma a oggi paghi tutto con carta e la valuta è l'ultimo dei problemi, non si può nemmeno dire che l'euro ha questa comodità fisica.
Anni fa parlavo con il mio collega dell'est europea, coetano, e riflettevamo su come fossimo molto simili dal punto di vista culturale e potevamo definirci europei ad una certa scala che poi nel micro trova le sue importanti differenze, ma pian piano di contro cominciavo a chiedermi come potesse essere possibile che stavo portando il lavoro all'estero a persone che guadagnavano 1/4 di quelle in italia con la facilità con cui appunto io avevo preso il volo della Ryanair. Questo è chiaramente il manifestarsi di un noto male superiore che è il sistema economico che adottiamo, e qui si da l'assist a non essere presi sul serio purtroppo, ma non si può negare il fatto che l'Europa contribuisce in tutto e per tutto a questo, leggittimando e favorendo che qualcuno si arricchisca e qualcuno si impoverisca, al di la di tutte le belle intenzioni che noi popolo potremmo avere per il concetto di unione europea. Probabilmente serve vederlo con gli occhi, io comincio a contarli su due mani gli impianti produttivi che ho visto passare da un paese ad alto costo manodopera ad uno a basso costo con una facilità disarmante. Quando l'arrivo è l'Italia siamo un po' più egoisticamente felici, peccato che i posti di lavoro non sono stati creati ma trasferiti (e ridotti) e soprattutto fa riflettere sul come il paese povero dell'eurozona lo sta diventando l'Italia e i suoi salari ristagnanti. Non sorprende più che le aziende abbiano le sedi legali la dove si pagano meno tasse, eppure non ci sfiora minimamente il pensiero che forse tutta questa libertà porta davvero niente nelle tasche dei poveri.
Questa dell'influenza/grandezza purtroppo è quello che sento dire sempre, ma fondamentalmente vuol dire tutto e niente. Sicuramente è la visione da approfondire essendo quella più ripetuta, però servirebbe trovare una bella spiegazione ecco, non una risposta che poi sfocia in un affermazione tautologica.
Ad esempio stai imputanto all'assenza di una influenza europa il motivo per cui saremmo stati ricattati, ma siamo all'8°posto per PIL, se non ricordo male, non proprio un paese che non conta ecco. Viceversa non credo sia giusto parlare di come l'Italia da sola non abbia fatto niente contro la situazione dei prezzi energetici (speculazione o domanda/offerta che sia) dato che sola non è, è nell'Europa, non agisce da sola.
A scanso equivoci: non ti sto chiedendo di convincermi, ho piacere di capire da chi è convinto cosa lo convince - senza sminuire il fatto che tu sia convinto se io non lo sono.