Aggiornamento mensile
All we imagine as light – Kapadia, 2024. Ha tanti momenti in cui si sente veramente la vita traspirare dalla pellicola, bellissimi da vedere, con un sonoro cristallino e un sentimento umano di intimità nella megalopoli che mi ha un po' ricordato Chungking express. L'ultimo atto cambia di tono e sebbene sia ben realizzato di per sé, introduce alcuni elementi che a mio avviso creano ambiguità non necessarie, e disperdono un po' le sensazioni accumulate nella prima parte. Dovrei forse rivederlo per poter meglio apprezzare le intenzioni dietro questa scelta. La scena finale è comunque sublime nella sua perfetta semplicità.
Midnight cowboy – Schlesinger, 1969. Al tempo stesso un film del suo tempo e un film senza tempo, con interpretazioni perfette da parte di Voight e un Hoffman che ti entra sotto la pelle. Bellissimo vedere questa relazione evolversi nonostante le premesse sbagliatissime per le comuni avversità, così come abbastanza struggente lo sviluppo del personaggio di Voight, al tempo stesso semplicissimo e indecifrabile, eppure non per questo meno credibile, così come tutta la situazione in cui si trova a vivere e gli ambienti che si trova a frequentare sul filo del tragicomico, ma mai gratuito né in un senso né nell'altro. Per me una sorpresa avendone sentito parlare piuttosto poco.
edit: partito il messaggio prima di finire a scrivere lol
Hayao Miyazaki and the heron – Arakawa, 2024. Ultimo capitolo del pedinamento ultradecennale di Arakawa nei confronti di Miyazaki, questo come da titolo è più incentrato sulla sua ultima creazione, interessante se si è visto il film ma in generale ho avuto la sensazione che avesse un po' di meno da dire (comprensibilmente) rispetto ai precedenti.
Beetlejuice – Burton, 1988. Tante idee favolosamente folli a partire dal soggetto stesso ma la sceneggiatura è troppo, troppo convenzionale, al punto da averla trovata addirittura irritante. Non aiutano interpretazioni scadenti da parte di praticamente tutti gli attori, a parte Keaton che è effettivamente esilarante.
Challengers – Guadagnino, 2024. Forse certi passaggi fra i due momenti del racconto avrebbero dovuto essere sviluppati di più per giustificare il climax finale, ciò detto a mio avviso regia e attori hanno fatto un ottimo lavoro nel compensare alcune lacune della sceneggiatura con una ottima tensione e alchimia fra di loro, per cui le singole scene funzionano praticamente tutte e giustificano anche da sole il procedere della narrazione. Colonna sonora di Reznor e Ross spaziale seppur invadente, a tratti si direbbe che siano le immagini al servizio della musica anziché il contrario, che però essendo la qualità del pacchetto molto alta devo dire non avermi mai dato fastidio anzi. La sequenza finale merita una nota per una serie di idee visive e cinetiche fighissime, forse tira fin troppo certi rallentatori ma pure qui, non mi sento di fargliene un difetto.