Deus Ex: Mankind Divided - 8,5
Ottimo seguito dell'eccellente Human Revolution, che migliora in tutti gli aspetti il gameplay ma, a mio avviso, perde molto in narrativa. Mi spiego meglio. Dalla sua MD riesce a trattare in maniera superba il tema dell'emarginazione dei potenziati in seguito agli eventi del precedente capitolo. Se l'obiettivo era quello di mostrare, come recita il titolo, un'umanità divisa, l'obiettivo é stato centrato. Lo si intuisce dagli eventi della trama e anche dell'ambientazione, dai dialoghi e motivazioni degli NPC, addirittura dalle pubblicità che passano per i cartelloni di Praga, location principale del titolo. Qualcosa di così meticolosamente creato che si vede di rado. La trama sembra anche avere un avvio interessante, e credetemi, resta interessante fino in fondo anche se alla conclusione ho pensato "ma come, finisce così?". Troppe domande senza risposte, la vicenda alla fine sembra quasi un grosso filler in attesa di un seguito. Il che non vuol dire comunque che la scrittura non sia eccelsa proprio come in HR.
Lato gameplay, invece, abbiamo qualche nuovo potenziamento per Adam Jensen e nuovamente la sensazione che nessuno di questi sia inutile. Grazie al brillante level design, infatti, ci saranno sempre modi alternativi di raggiungere l'obiettivo della missione. La libertà d'approccio (letale o non letale, silenzioso o violenta, da distanza o corpo a corpo) é ancora uno dei punti di forza maggiori di Deus Ex.
Per quanto riguarda il comparto tecnico, texture, luci e in generale il setting sono realizzati in maniera ottima, con un deciso balzo in avanti rispetto HR. Vorrei poter dire la stessa cosa dei volti, che restituiscono le stesse legnosissime movenze di Human Revolution e l'immancabile problema di lipsync per un risultato da "old gen". Buona ancora una volta l'OST, mentre il doppiaggio italiano é allineato a quello di HR.
La longevità, che é già buona per via della corposa missione principale e delle svariate missioni secondarie, si incrementa ulteriormente se si vuole esplorare tutti i segreti di Praga (e ve ne sono alcuni di interessanti), cosa che il gioco incentiva grazie ai PE bonus legati alla loro scoperta. Vi é infine la modalità Breach, a sé stante, che ci vede impersonare un ripper, ossia un hacker che supera le difese informatiche utilizzando un proprio avatar virtuale. In sostanza viene replicato il gameplay della campagna in un ambiente alla Tron, pieno di neon e dunque finto. Nonostante ci sia lo stesso la possibilità di aumentare le abilità dell'avatar mediante Kit Praxis, la libertà di approccio offerta, maggiore punto di forza del gameplay con Adam Jensen, é significativamente minore e si ha l'impressione che l'aumento di difficoltà delle varie mappe sia perlopiù dovuto a incentivare l'acquisto in-game di boost, munizioni, modificatori e così via con i crediti del gioco o, ovviamente...soldi reali. In definitiva Breach é un'aggiunta che definirei quasi accessoria: potrà portarvi comunque via qualche ora ma non offre niente di meglio della bellissima esperienza in singleplayer.
+ Dialoghi eccellenti
+ Ambientazione ben realizzata e dettagliata
+ Level design superbo
+ Varie missioni secondarie
+ Buon comparto tecnico
- Troppe domande senza risposta
- Animazioni facciali old-gen