Fosse una serie qualsiasi avresti ragione ma si tratta di una serie che attinge, sotto un profilo legale e di diritti di autore, ad un immaginario che è diventato patrimonio culturale a livello universale.
Il rispetto dovuto ad un autore come Tolkien e all'immenso sforzo produttivo alla base del suo immaginario è, a mio avviso, d'obbligo, e va persino tutelato, anche in una prospettiva futura.
Poi che possa piacere ed intrattenere è altrettanto sacrosanto, però qui non si tratta di fare gli hater perché sì, si tratta di pretendere rispetto per un immaginario che è ricco di spunti filologici e filosofici, i quali, sebbene siano penetrati ormai nella cultura popolare, tali restano e non vanno svenduti.
non so se il rispetto dell'opera originale sia necessariamente l'unica scelta possibile. Chiaro che parliamo di un'opera talmente ricca di dettagli che avresti tutto a disposizione (fuorché ciò su cui è stato posto un veto legale, che in realtà è tantissimo) e chiaro anche che se attingi a quella fonte così spessa dal punto di vista della lore e dei significati, in tantissimi si aspetteranno di vedere una trasposizione fedele delle cose che hanno amato leggendo l'opera. Lo trovo assolutamente normale e provo antipatia per chi percula senza appello coloro che chiedono maggiore fedeltà, così come provo antipatia per coloro i quali si impuntano sul canone, lasciando via di fuga alle magagne reali di questa trasposizione.
Detto questo, io penso sempre che in linea di principio si possa dissacrare ogni cosa, solo che magari per farlo con successo serve una visione forte di un altro autore, così come in generale serve la visione forte di un autore anche in una trasposizione quanto più fedele possibile di un'opera così maestosa. Cito il solito Shining come esempio di tradimento autoriale, anche se parliamo di due testi totalmente differenti, anche nello spazio reinterpretativo che puoi avere; però in generale tradire e dissacrare può essere cosa buona e giusta, sempre considerando che testo originale è sempre lì e non te lo tocca nessuno.
Io sono affezionato alla trilogia di Jackson, ma anche quella era parecchio dissacrante dell'opera originale, anche per normalissime esigenze dovute al medium differente, e in ogni caso di gente che ha tuonato contro la trilogia cinematografica ce n'è stata eccome, spesso non capendo quanto l'opera letteraria necessitasse inevitabilmente di essere tradita per diventare un prodotto cinematografico che arrivasse a tutti e giustificasse l'ingente quantità di denaro speso. Cos'è che ha salvato quella trilogia dall'essere sepolta dalla shitstorm, e che invece alla fine l'ha resa un prodotto iconico? Diversi aspetti, secondo me (tralasciando il fatto che non esistevano canali per diffonderla ampiamente, questa shitstorm).
1) Il ISDA cinematografico ha settato nuovi standard sul fantasy al cinema, dagli effetti speciali al trucco e parrucco e così via. Non si era visto nulla di tale portata fino a quel momento.
2) Jackson e i suoi avevano un testo ricchissimo dal quale attingere, una storia, era tutto là. Bastava solo capire cosa tenere e cosa tagliare per le esigenze di cui sopra.
3) la scelta degli attori. La gran parte degli attori che hanno recitato nella trilogia cinematografica ha consegnato una prova attoriale straordinaria.
4) la colonna sonora. Un lavoro enormemente evocativo, in grado di sottolineare alla perfezione ogni frammento che compone il variegato mondo di Arda e di rimanere impresso.
5) la grande cura registica, e la scelta azzeccata di una location inedita per quelli che erano i cliché del fantasy fino a quel momento.
Da ricordare sempre l'importanza di tutto questo quando si perculano (anche giustamente) certe cretinate nei film di Jackson e quando si analizza quel progetto. Non per darsi una posa agitando il bicchiere di vino, ma perché tutto questo ha un suo peso effettivo nella percezione di quella trilogia, solo che magari si rischia di darlo per scontato talvolta.
Insomma, questo a sommi capi, per dire che nonostante le mille semplificazioni dell'opera, certi passaggi nella sceneggiatura, e nonostante gli elementi un po' naif nella caratterizzazione di certi personaggi, quell'opera letteraria aveva ricevuto quel rispetto al quale ti riferivi grazie ad una serie di fattori che avevano a che fare semplicemente con la cura che si decide di riporre in un determinato progetto, e che non può non dare i suoi risultati. Non si potrà non notare, e non potrà dare i suoi risultati, nonostante l'inevitabile tradimento del canone che sta alla base del mondo che vuoi raccontare. Là dietro c'era una visione.
Detto tutto questo, io sto chiacchierando sulla base di una prima stagione della serie che non ho neanche finito perché ho ritenuto non valesse il mio tempo, quindi ovviamente lo sto facendo non entrando nello specifico di questa seconda stagione (anche se vi seguo ridacchiando e ho visto molti video di gente che ne parla), ma riferendomi esclusivamente ai problemi che avevo già notato guardando la prima stagione.
E il problema di quello che ho visto non è mai stata in primis la fedeltà al canone (che io tra l'altro conosco limitatamente), ma tutto il resto. A partire dall'idea di seguire l'immaginario cinematografico, invece di darne una propria reinterpretazione ripartendo dal testo, per poi proseguire con la mancanza pressoché totale di tutti quegli elementi che ho citato nel mio elenco. Cosa mi ritrovavo tra le mani guardando quelle puntate? Per lo più un involucro visivo reminiscente di quello che avevo visto al cinema, ma svuotato di ognuna di quelle cose che me lo avevano reso interessante. In tutto questo va spezzata una lancetta in favore di quei pazzi che hanno deciso di imbarcarsi in questa operazione, senza avere alla base il testo che ha senza ombra di dubbio agevolato Jackson nella riuscita della sua opera, perché sfido davvero chiunque ad evocare realmente Tolkien, andando oltre Tolkien. Ho sempre ritenuto difficile basare una serie sull'universo tolkieniano, che non è per nulla un universo "intrattenente" alla base, ma un macigno che puoi apprezzare solo se ti immergi completamente in quel mondo.
Non puoi mettere su dinamiche intriganti molto umane, molto grigie, molto sporche come in un'opera tratta dai libri di Martin (e infatti, voi mi confermerete o mi smentirete, ma leggevo che la seconda stagione ha preso un po'questa piega alla fine), perché quello di Arda è un Universo troppo dicotomico, troppo solenne, troppo mitologico. Oppure puoi decidere di tradire l'opera ma di rendere almeno questi tradimenti, interessanti, in modo che io mi dimentichi del canone di fronte ad un'opera che prende la sua strada nettamente, sulla base di questa benedetta visione che in pochissimi ormai sembrano ritenere fondamentale.
Poi, detto tutto questo, torno all'assunto di base che è solo una serie, da quel che ho visto brutta, tratta da un'opera che è sempre lì e che magari un giorno riceverà un trattamento migliore. Magari proverò a guardare cosa hanno combinato con questa stagione 2 prima o poi.